TITO TACCHELLA: «MARCO ERA FRAGILE, ANDAVA DIFESO. IO L'AVREI PORTATO AL TOUR, LORO LO LASCIARONO IN RIVIERA»

STORIA | 16/02/2022 | 10:46
di Guido La Marca

Parla Tito Tacchella, il signor Carrera. Non è solito parlare, ma quando lop fa, non passa inosservato. Le sue parole hanno un peso, anche perché Tacchella è tipo abituato a pesare le parole, oltre che gli uomini. Si affida a Francesco Barana, che sul “Corriere Veneto” di ieri, giorno dei 18 anni dalla morte di Marco, raccoglie una bellissima testimonianza, che non mancherà di far discutere.


Tito Tacchella, 81 anni, il signor Carrera, la squadra dei Roche e dei Visentini, dei Bontempi e dei Ghirotto, di Cassani e Chiappucci: ma soprattutto di Marco Pantani, parte proprio da lui: dal Pirata. «Pantani è sempre stato un ragazzo fragile. Noi in Carrera lo proteggevamo come un figlio, dopo, quando se n’è andato, qualcuno gli ha cucito addosso un vestito che non era il suo...», dice.


Tito Tacchella si racconta e non nasconde il suo debole per Visentini «più forte anche di Roche, ma più fragile…». Il ciclismo di oggi? Troppo costoso e insostenibile per un’azienda italiana, ma pone il proprio accetto su quel contratto che ha segnato un ‘epoca. «Siamo nel 1991, fine estate, nei giorni che seguono il Mondiale vinto da Bugno – racconta al Corriere Veneto -. Pantani aveva 21 anni ed era il dilettante più forte in circolazione: voleva assolutamente venire da noi per correre con Chiappucci. Era il suo idolo, ma poco dopo i rapporti si sarebbero affievoliti per la rivalità. Pantani allora però era soprattutto un ragazzo timidissimo, con noi ha cominciato a vincere e a rivelarsi al mondo, ma rimanendo sempre se stesso. Il cambiamento vero lo ha avuto dopo... ».

Alla Mercatone Uno, che lo prese a peso d’oro. «Nel 1997 andò alla Mercatone Uno, lo riempirono di soldi, pressioni e aspettative…. La bandana, il Pirata e queste cose qui. Tutto bello, ma Pantani non era davvero preparato a recitare quel ruolo, quella visibilità extra-sportiva non era la sua. Eppoi c’era questa ricerca spasmodica di risultati eclatanti, anche quando non serviva. Se hai sette minuti di vantaggio in classifica generale sul secondo, hai già vinto, non serve stravincere andando a prenderti la tappa».

Gli Anni Novanta anni duri e difficili, racconta Tacchella. Pantani se ne lamentava, perché quei corridori che aveva sempre battuto, adesso, gli rendono la vita difficile: c’è l’Epo. Poi la tragedia sportiva di Madonna di Campiglio, prima di quella umana… «Se fosse stato ancora in Carrera, io lo avrei preso di forza e lo avrei isolato per farlo allenare in vista del Tour, che gli avrei fatto correre rabbioso come una tigre. Invece in Mercatone Uno lo hanno assecondato permettendogli di tornare a Cesenatico, in riviera romagnola tra locali notturni, vita e soprattutto amicizie discutibili. Nel mondo del ciclismo tutti sapevano che certe losche figure circondavano Pantani, ma chi doveva non lo ha aiutato. Chi gli voleva bene era la sua ragazza danese (Christina Jonsson, ndr) e Boifava, ma la ragazza qualcuno l’ha osteggiata fino a farla allontanare. Pantani è morto in una solitudine dell’anima profonda, attorno a lui e dentro di lui c’era un vuoto assurdo».

Copyright © TBW
COMMENTI
d'accordo con sig. Tacchella
16 febbraio 2022 12:53 Mugica
Marco è stato abbandonato dagli Italiani, attaccato dai nostri giornalisti. Ricordo, ma non ho la possibilità di verificare, che alla fine di una tappa di montagna di quel giro e che aveva dominato, un giornalista appena tagliato l'arrivo che gli domanda cosa ne pensava del doping. Mi chiedo cosa si possa rispondere ad una domanda così idiota quando non si riesce ancora a respirare normalmente. Cosa deve rispondere una persona. E in quel frangente. E l'abbiamo cricifisso, mentre in Spagna con tutti gliscandali che si sono presentati hanno sempre difeso i loro corridori anche oltre i limiti..... Quanto mi dispiace essersi comportati così. Ciao Marco

Concordo
16 febbraio 2022 13:26 frakie
Sono d'accordo con Mugica. Marco avrebbe dovuto essere guidato da persone come il sig. Tacchella: gente con i piedi per terra, che, probabilmente, avrebbero saputo imporsi e trasformare le fragilità del Panta, in rabbia agonistica. Come del resto fece Merck quando cacciato dal giro dopo la tappa di Savona (mi pare) andò al tour con una rabbia tale da demolire qualsiasi avversario. Purtroppo i "se ed i ma", non restituiranno mai la vita sportiva ed umana di Marco.

Diciamo che Tacchella ha raccontato le cose a suo modo
16 febbraio 2022 16:17 pickett
Pantani non lasciò la Carrera,fu la Carrera ad abbandonare il ciclismo,una volta ottenuti i risultati commerciali che si era prefissa..Cosa ne sa Tacchella di come veniva trattato alla Mercatone?P.s. se Chiappucci fosse stato supportato da una squadra valida,avrebbe sicuramente vinto almeno un Tour.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La UAE Emirates continua a stupire, ma questa volta a sorprendere tutti è stato Isaac Del Toro, che nella tappa di Siena ha fatto sua la maglia rosa di leader della corsa. Tutti aspettavano Ayuso, che ha già conquistato una...


Wout Van Aert ha finalmente conquistato la sua prima tappa al Giro d’Italia: il belga, che era partito con l’intento di conquistare anche la maglia rosa in Albania, non è riuscito nel suo intento, ma questa vittoria per lui ha...


Wout VAN AERT. 10 e lode. Nella tappa della sofferenza vince chi il dolore l’ha preso a calci. Wout sa cosa vuol dire ingoiare e mandare giù. Sa perfettamente cosa significhi stringere i denti, risalire in bicicletta, rimettersi in careggiata,...


Così si fa. Questo si intendeva. Adesso, se Dio vuole, possiamo chiamarlo Giro d'Italia. Senza vergogne e senza imbarazzi. D'altra parte, se non si danno una mossa da soli, basta mettere la ghiaia sotto le ruote e la polvere in...


Una giornata di festa, di aggregazione, di sport e di grande sole per la 54esima edizione della Novelli che si conferma la regina delle Granfondo con la sua atmosfera unica. A trionfare nel percorso lungo è stato Alberto Nardin, arrivato...


Le strade bianche senesi non hanno tradito le attese e hanno ridisegnato il volto del Giro d'Italia numero 108. E nel cielo della corsa rosa sono spuntate due stelle: quella giovane di Isaac Del Toro e quella tanto attesa...


Volata vincente di Jack Stewart nella quinta e ultima tappa della 4 Giorni di Dunkerque, la Wormhout-Dunkerque. Il britannico della Israel Premie Tech, vincitore del recente Tour del Kumano, ha preceduto un brillante Alberto Dainese della Tudor Pro Cycling e...


La Federciclismo chiarisce che fra la scelta della sede di Montalcino, capitale del vino, e le decisioni adottate dall’ultimo consiglio federale non c’è alcuna relazione.  Radio corsa specifica che con la frase ‘fuggitivi e gruppo in...


Con la vittoria nella quinta e ultima tappa, la Etyek-Esztergom, del colombiano Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates-XRG) su Danny Van Poppel e Tim Torn Teutenberg (Covi 10°) si è conclusa la 46sima edizione del Giro di Ungheria che ha...


Il cinquantottesimo Circuito del Porto Internazionale Trofeo Arvedi incorona lo sloveno Zak Erzen. Il portacolori della Bahrain Victorius Development Team scrive il proprio nome nell’albo d’oro della corsa lombarda svoltasi oggi sulle strade di Cremona con la regia organizzativa del Club...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024