L'ORA DEL PASTO. MA BARTALI FU DAVVERO POSTINO DELLA PACE? IO CREDO DI SI'

LIBRI | 24/06/2021 | 08:01
di Marco Pastonesi

Ma, insomma, Bartali salvò gli ebrei o no? Preceduto da interviste e anteprime che avevano allarmato e scandalizzato il mondo del ciclismo (e anche della storia, non solo di quella del ciclismo), il libro di Marco e Stefano Pivato - “L’ossessione della memoria” (Castelvecchi, 104 pagine, 13,50 euro) – cerca di spiegare, come recita il sottotitolo, “Bartali e il salvataggio degli ebrei: una storia inventata”.


Pivato padre (Stefano, storico e saggista) e figlio (Marco, giornalista scientifico e scrittore) sostengono che la storia è in crisi: è uno degli effetti dell’era di internet, enorme quantità di informazioni, scarissimo grado di verifica, maggiore peso della memoria personale ed emotiva, minore peso nella ricerca delle fonti e nella profondità della critica. A prescindere dal caso Bartali. Ma anche e soprattutto nel caso Bartali. “Sono amici, parenti e tifosi di ciclismo che attribuiscono al campione un ruolo destinato ad aumentare il fascino già straordinario non solo per via della rivalità con Fausto Coppi. Una parte non secondaria è svolta dai politici sempre pronti a cavalcare l’onda della popolarità e a trasformare gli eventi in consenso elettorale. E questo nonostante non un solo documento e neppure una testimonianza credibile certifichi il suo ruolo di ‘postino della pace’”.


A facilitare la santificazione di Bartali, i Pivato indicano “l’immaginario della verosimiglianza”: “Uomo di profonda fede cattolica, terziario carmelitano, atleta leale e rispettoso nei confronti degli avversari, marito e padre esemplare e non privo di un coraggio che talvolta lo oppone al fascismo: queste qualità rendono del tutto credibile la vicenda del salvataggio degli ebrei che, come nella miracolistica, non ha bisogno di prove ma postula certezze”. Finché “il culto di Bartali esiste a prescindere da ogni prova documentale”. Anche se, precisano gli autori, “il campione toscano non ha alcuna responsabilità nella costruzione del falso mito. Infatti la sua consacrazione nella parte di salvatore degli ebrei avviene cinque anni dopo la sua morte”.

La vicenda è conosciuta: fra il 1943 e il 1944, a Firenze, l’arcivescovo Elia Dalla Costa e il rabbino Nathan Cassuto istituiscono una rete per salvare numerosi ebrei dalla deportazione. Bartali, amico di Dalla Costa, avrebbe nascosto documenti falsi nei tubi della bicicletta e li avrebbe recapitati in Umbria, in Versilia, in Liguria. E “il giornalismo sportivo ha elevato Bartali al ruolo di eroe senza curarsi troppo di prove documentarie”. I Pivato smontano articoli e confutano testimonianze, cercano e non trovano alcun sostegno scritto, infine lamentano come “l’attribuzione al campione da parte dello Yad Vashem del titolo di Giusto fra le nazioni, nel 2013, viene a costituire una sorta di sigillo che tacita dubbi e diffidenze sul caso”, anche se “il rifiuto da parte dello Yad Vashem di mostrare agli studiosi interessati il fascicolo intestato a Bartali solleva più di un interrogativo sul fatto che anche associazioni ed enti di ricerca possano avallare memorie e testimonianze punto o poco credibili”.

Marco e Stefano Pivato contestano tutti, da Alexander Ramati autore di “Assisi underground” a Sergio Zavoli prefatore di “Cento volte Bartali 1914-2014”, da Paolo Alberati e la sua tesi di laurea poi diventata il libro “Mille diavoli in corpo” ai canadesi Aili e Andres McConnon e il loro romanzo “La strada del coraggio”, da Ivo Faltoni il meccanico ad Andrea Bartali il figlio che avevano raccolto confidenze e racconti, dal politico Riccardo Nencini nei suoi scritti e discorsi all’insegnante Angelina Magnotta nel suo saggio “Gino Bartali e la Shoah”, compresa “La Gazzetta dello Sport” perfino nella pubblicazione “Lo sport secondo Papa Francesco” del 2 gennaio 2021. Al massimo, per i Pivato, si tratta di voci e memorie di seconda o terza mano, mai verificate, mai documentate. Insomma, la storia non può passare attraverso “il bene si fa ma non si dice”, uno dei comandamenti spirituali dello stesso Ginettaccio.

Personalmente, e modestamente, non ho i titoli né le capacità per ribaltare la tesi di Marco e Stefano Pivato. E, non devo neanche confessarlo, faccio parte di quel giornalismo sportivo che, attraverso interviste e recensioni, indagini (ne ricordo una, in particolare, in un convento di Assisi) e viaggi (anche a Gerusalemme), ha cercato di fare luce su quegli anni e su quelle azioni. Ma anche in assenza di documenti scritti (un registro dell’arcivescovo e del rabbino, i faldoni di amministratori comunali, i quaderni delle associazioni partigiane, o forse i diari di suore e gregari?), credo in Bartali postino di pace e in tutti quelli che – fra gli altri, anche Claudio Gregori, giornalista e scrittore, amico e collega alla “Gazzetta dello Sport” – hanno raccolto poche ma significative parole dello stesso Gino. Credo. Credo: voce – non di seconda o terza mano – del verbo credere. Un atto di fiducia e di fede. Poco storico, molto spirituale.

Copyright © TBW
COMMENTI
Credo !
24 giugno 2021 10:32 drinn
Hai ragione Marco. Basta quel verbo. Rispetto il lavoro di ricerca degli storici ma credo soprattutto nel silenzo di Bartali : "Il bene si fa e non si dice e certe medaglie le appunti all'anima e non alla giacca".

Respect à vous M. Pastonesi.
24 giugno 2021 12:09 Merlin1
Oui, je salue en vous M. Marco Pastonesi votre grande honnêteté intellectuelle. Dans chaque article d'investigation, vous nous proposez des articles fondés sur une riche documentation et une grande objectivité. En France, beaucoup de passionnés de cyclisme (dont je fais naturellement partie) vous apprécient pour vos valeurs. Encore Merci pour ce travail.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Va a Mattias Skjelmose la tappa regina dell’85° Tour de Luxembourg. Sfoderando un’ottima progressione nelle ultime centinaia di metri dell’impervia salita in lastricato verso il castello di Vianden, sede d’arrivo di una frazione da 311° metri di dislivello partita...


Il 12 settembre 2025, SRAM ha presentato un reclamo formale all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (BCA) belga contro l'Unione Ciclistica Internazionale (UCI), contestando il Protocollo UCI sul Rapporto Massimo. Il 17 settembre 2025, dopo aver esaminato il reclamo...


I nostri inviati sono arrivati in Ruanda e ci stanno mandando le prime immagini da Kigali, sede del campionato del mondo di ciclismo che scatta domenica. Questa mattina il nostro Aldo Peinetti ha visto gli azzurri partire dal Kigali Delight...


Era rassicurante, con quella sua presenza che non passava inosservata. Un uomo di livello assoluto, compiuto e per questo ascoltato. Un vero professore che amava profondamente il nostro sport e la nostra “piccola parrocchia”, come ebbe modo di definire il...


Non c’è due senza tre per Paul Magnier all’Okolo Slovenska. Grazie all’ennesimo sprint senza storia, lo sprinter francese della Soudal Quick-Step ha conquistato infatti anche la terza tappa della corsa a tappe slovacca, la Kežmarok-Banská Bystrica di 191.7 chilometri,...


Lorenzo Cataldo si è imposto nella quinta tappa del Tour of Poyang Lake. Il 25enne atleta della Gragnano Sporting Club ha concluso i 120 chilometri della frazione disputata con partenza e arrivo a Lianhua regolando l’estone Norman Vahtra, 28enne della...


Nuovo arrivo per la Q36.5 Pro Cycling Team: si tratta del britannico Thomas Gloag. Il 24enne ciclista britannico corre già tra i professionisti da tre anni con la Visma-Lease-a-Bike, ha disputato un Grande Giro e alcune Classiche. Nelle prossime due...


È un giorno triste per il mondo del ciclismo: se n'è andato il professore Giovanni Tredici, il "dottore del Giro". Era ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli di Milano, aveva 81 anni e negli ultimi tempi aveva accusato qualche problema di salute. Giovanni...


Si sta componendo sempre di più il puzzle della Coppa Agostoni - Giro delle Brianze 2025, che il prossimo 5 ottobre ospiterà alcuni dei prezzi pregiati del ciclismo mondiale. A Lissone arriveranno infatti 22 squadre, 8 appartenenti al circuito WorldTour,...


È stata la prestigiosa cornice della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola a ospitare questa mattina la presentazione ufficiale del Giro dell’Emilia Granarolo e del Giro dell’Emilia BCC Felsinea – Donne Elite, in programma sabato 4 ottobre 2025, due eventi...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024