RAFFAELE RADICE, I SOGNI E LA FATICA PER REALIZZARLI

PROFESSIONISTI | 24/03/2021 | 07:30
di Giorgia Monguzzi

Raffaele Radice è uno di quei ragazzi che non hanno paura di farsi vedere: quando c’è da scattare parte a tutta in fuga, macinando chilometri e non alzando mai la testa finchè il gruppo non lo inghiottisce. 24 anni e alla seconda stagione alla M.G K. Vis, sa benissimo che in una squadra come la sua bisogna sfruttare ogni occasione buona per mettersi in mostra. Spunto veloce e grinta da vendere, si è già fatto conoscere nella categoria under 23: dopo un inizio anno veramente complicato ed una stagione mutilata segnata dalla pandemia, ha finalmente inaugurato il suo 2021 con la Settimana internazionale Coppi e Bartali.


Per lui che è marchigiano di Fano è un po’ come correre in casa, come se fosse un giorno qualunque di allenamento, con le strade e le salite di sempre, ma con l’incredibile adrenalina di una gara. Conosce queste strade palmo a palmo, sa dove si può scattare ma anche le insidie che nascondono, «forse le conosco addirittura troppo - ci dice Raffaele - perché in alcuni casi è meglio non sapere quanto siano dure. Prendiamo per esempio la salita di Sogliano al Rubicone: se la si prende male può spaccare veramente le gambe».


Per lui quindi vietato perdere tempo e già nella prima semitappa si è messo in mostra conquistando la maglia degli scalatori. Dopo una laurea in scienze della nutrizione ha imparato a ponderare le sue scelte, tutto pare essere stato calcolato a tavolino: secondo nei due passaggi dietro a Francesco Zandri si è fatto riprendere dal gruppo, ha mantenuto le prime posizioni per poi scattare nuovamente. e vincere il terzo Gpm Quella maglia ha per lui un valore enorme, la ricompensa per aver tentato, ma anche il privilegio di poterla indossare: non ci pensa due volte a dedicarla alla squadra che in questi due anni difficili ha sempre creduto in lui.

In questo anno ancora una volta segnato dalla pandemia non c’è spazio per il pubblico sulle strade della Coppi e Bartali, eppure qualcuno c’era, affacciato alle finestre, di passaggio per le vie cittadine. «C’era pochissima gente, lo devo ammettere, però qualcuno si è affacciato - ha proseguito Raffaele -: quando abbiamo attraversato Longino è stato pazzesco, siamo passati attraverso un centro abitato e la gente ci applaudiva, alcuni hanno anche urlato il mio nome, veramente bello».

Raffaele è giovane e di sogni ne ha veramente tanti, ma ha già capito che se vuole qualcosa dovrà faticare tanto per ottenerla. La maglia dei gpm è parte di quel sogno, non sa se sui ripetuti passaggi sulla salita di Sogliano avrà la possibilità di conservarla, ma di una cosa è certo: farà di tutto per onorare quel simbolo e tutta la sua squadra, costi quel che costi.

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