
Ospitare una squadra professionistica all'inizio della sua preparazione nell'anno della pandemia covid19 è un atto di intraprendenza e di coraggio, non una colpa.Lo scontro avvenuto sabato 16 gennaio che ha coinvolto alcuni corridori della Bora-Hansgrohe nell'ultimo giorno di ritiro sulle strade del Lago di Garda, ci rammarica molto perchè giunto come un macigno al termine di dieci giorni in cui gli sforzi e l'attenzione per garantire le migliori condizioni di allenamento sono stati la nostra priorità assoluta.
L'incidente, come riportato dal team e ripreso immediatamente dalla stampa sportiva di tutto il mondo, è stato causato da un suv che non ha rispettato uno stop ed è piombato difronte al gruppo Bora che aveva scelto di prolungare di mezz’ora l’allenamento non fermandosi in hotel come aveva già fatto un parte dei corridori.
“Abbiamo preso la decisone di chiudere l'hotel al pubblico - spiega Nicola Verdolin co-fondatore di Bici Amore Mio e titolare del Garda Bike Hotel che ha ospitato la Bora – per poter garantire a Sagan e a tutta la sua squadra le migliori condizioni per il loro primo ritiro della stagione. Sappiamo bene quanto sia fondamentale garantire una bolla di sicurezza di questi tempi, in hotel il morale era alto e si percepiva una bella atmosfera sia tra i corridori sia tra i tecnici. Tutto questo costa impegno e dedizione, rischiare di vedere tutto compromesso per una distrazione altrui è frustrante, senza considerare che stavamo lavorando per ospitare questo ritiro dal mese di luglio 2020”.
“Bici Amore Mio - prosegue Verdolin - è sempre stata alla ricerca delle strade più belle e più sicure su cui pedalare, ancor prima che si cavalcasse l'onda del turismo in bicicletta. I cicloturisti stranieri scelgono da anni le nostre destinazioni proprio perchè l'Italia è considerata all'estero un'isola felice apprezzata ed ambita, una meta sicura dove pedalare e godere di tutto ciò di genuino che il territorio sa offrire. In una stagione come questa, in cui il turismo italiano è in ginocchio, un episodio così grave dovrebbe far riflettere tutti”. Rispetto reciproco sulle strade, più attenzione alla guida, consapevolezza della vulnerabilità del ciclista rispetto alle auto e norme di tutela dei ciclisti è quello che ci sentiamo di chiedere alle istituzioni ma anche agli automobilisti, l'Italia deve diventare subito un Paese ciclabile per tutti. Agli atleti della Bora-Hansgrohe va il nostro augurio per una rapida guarigione e per una stagione ricca di soddisfazioni sportive”.
comunicato stampa
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