
Quando si tratta di possibili lesioni alla testa, Trek-Segafredo non prende le cose alla leggera. Anche se le commozioni cerebrali sono spesso classificate come lievi lesioni cerebrali, sono gravi. E la squadra non ha corso rischi nella quinta tappa del Giro d'Italia non appena Pieter Weening ha lamentato vertigini.
L'olandese è caduto nella quarta tappa, una caduta che sembrava banale. Durante il rifornimento, Pieter ha colpito una borraccia con la ruota della bici ed è caduto pesantemente al suolo. Immediatamente visitato in corsa, Weening è arrivato al traguardo dove è stato sottoposto ad ulteriori valutazioni dal medico della Trek-Segafredo dottor Emilio Magni.
«Quando accadono incidenti come quello di Pieter, l'attenzione deve essere molto alta - ha spiegato il dottor Magni -. Appena ci siamo incontrati ieri in albergo, l'ho valutato per escludere sintomi e segnali oggettivi che potessero gungere da allarme. Pieter mi ha parlato di un leggero dolore alla nuca, ma di natura muscolare, come spesso accade. Ci sono fattori che aiutano a capire se qualcosa non va, anche di poco, e fortunatamente tutto era normale. Pieter ha cenato senza problemi e durante la notte gli ho imposto un controllo rigoroso: svegliarsi ogni due ore per essere sicuro del suo stato di coscienza. Il risveglio al mattino è stato sereno, e così è stato il resto della mattinata».
La Trek-Segafredo attribuisce grande importanza a colpi alla testa e ha collaborato con HeadCheck Health, uno strumento unico di valutazione della commozione cerebrale che ha aiutato Trek-Segafredo a dare il via libera a Weening, visto che non ha mostrato sintomi di commozione cerebrale.
Ma quando Weening ha iniziato ad avere le vertigini nella tappa odierna, la squadra ha preso la decisione difficile di fermarlo. Cinque giorni dopo l'inizio di un Grand Tour, una decisione che non è stata facile, né per il corridore né per lo staff.
«Durante la tappa, il medico di gara ha fatto un primo controllo con Pieter. Abbiamo parlato al telefono per avere un resoconto della situazione e ci ha parlato di un leggero capogiro. Abbiamo concordato con il direttore spprtivo della squadra, con molto rammarico ma senza esitazione, di fermarlo. In casi come questi, non si può correre alcun rischio» ha proseguito il dottor Magni.
«Sono molto, molto dispiaciuto di lasciare la squadra in questo momento - ha commentato Weening -. Con tutte le motivazioni che avevo per questo Giro, onestamente, fa male. Purtroppo non c'erano le condizioni per continuare. Sono rimasto in stretto contatto con il dottor Magni e le sensazioni erano buone. Ma oggi, quando è iniziata la tappa, con il passare dei chilometri, ho iniziato a provare leggere vertigini. Ho parlato con Adriano Baffi e ho avuto un primo controllo con il medico di gara, ma le sensazioni non sono migliorate. Dopo un secondo incontro all'ammiraglia, mi è stato suggerito di fermarmi. Ora torno a casa con rammarico, ma almeno sollevato di sapere che non ci saranno conseguenze ».
Prima di tornare a casa, Weening è stato sottoposto a test specifici nell'ospedale locale per escludere ogni possibile lesione cerebrale: «Grazie all'organizzazione del Giro, siamo stati in grado di fare una valutazione completa presso l'ospedale di Cosenza. In poche ore, abbiamo implementato un protocollo di trauma cranico minore, che include scansioni TC testa-cervello e del rachide cervicale, ecografia addominale ed esami del sangue. Fortunatamente, tutti i risultati sono stati negativi e questo, a prescindere da tutto, è ciò che conta di più» chiosa il dottor Magni.
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