HINAULT: MOSER UN ALTRO LIVELLO RISPETTO A SARONNI, NELL'84 FU AIUTATO A VINCERE

PROFESSIONISTI | 03/09/2020 | 09:58
di tuttobiciweb

Riprendiamo un articolo tradotto da Il Napolista, testata diretta da Massimiliano Gallo, che si dedica prevalentemente del mondo Napoli Calcio. 


In questi giorni L’Equipe sta regalando autentiche perle agli appassionati di ciclismo. Ha previsto cinque interviste a Bernard Hinault in cui il fuoriclasse parla di suoi cinque avversari. L’ultima puntata è riservata al compianto Laurent Fignon. Le prime tre sono state dedicate a Merckx, Raas e Zoetemelk. La quarta è riservata a Francesco Moser.


Hinault parla di lui come uno dei ciclisti che più lo hanno intrigato, definisce un precursore per il suo uso della tecnologia. Ma non gli ha risparmiato critiche e frecciate. Ne ha criticato soprattutto il limitato raggio d’azione territoriale, ossia il fatto che Moser corresse soprattutto in Italia.

Avrei voluto vederlo al Tour ma non è più tornato dopo la sua partecipazione nel 1975. Vinse due tappe e indossò la maglia gialla per una settimana, questo avrebbe dovuto invogliarlo a tornare. Ma anche io ho corso poco in Italia».

L’Equipe scrive di un profondo rispetto di Hinault per Moser, gli piaceva la sua tenacia: «non si arrendeva mai».

Il quotidiano sportivo  scrive che per Hinault Moser è stato uno dei più grandi campioni della sua generazione, colui il quale ha fatto evolvere il ciclismo dal punto di vista tecnologico – il riferimento è al record dell’ora -. Hinault non ha esitato a inserirlo nella lista dopo aver depennato senza dubbi Giuseppe Saronni: “Moser l’ho incrociato più volte rispetto a Saronni, soprattutto nelle grandi classiche. Secondo me, Moser è stato di un altro livello”.

«Aveva un carattere difficile, non era semplice averci a che fare. Soprattutto in Italia dov’era il re. Quando disputai il Giro, compresi che per destabilizzarlo avrei dovuto attaccarlo quando non se l’aspettava. Lungo le tappe erano in palio abbuoni e io facevo sempre in modo da lasciar partire qualche fuga in modo da togliergli la possibilità di aggiudicarseli. Sapevo che questo lo rendeva furioso ma lui pubblicamente non faceva una piega, era bravo a dissimulare»

Hinault ricorda il Giro di Lombardia del 1978 quando cadde vittima degli italiani. Gli sarebbe bastato il secondo posto per  vincere il Super Prestige.

«Caddi in un tranello, gli italiani si erano evidentemente messi d’accordo per far vincere lui ed evitare che io arrivassi secondo. Lui non fece niente, lasciò che agissero gli altri che allo sprint mi sbilanciarono con un colpo di spalla (c’era Panizza in quello sprint, ndr). Nessuno vide nulla, il lavoro fu compiuto con molta discrezione e io arrivai terzo. Ero molto arrabbiato. Tornai l’anno dopo con l’obiettivo di vendicarmi e stavolta non ci fu storia. Ero sul podio quando lui passò la linea del traguardo e lo guardai dritto negli occhi affinché comprendesse bene. Fu una bella soddisfazione».

Hinault parla anche del Giro d’Italia del 1984 che Moser vinse all’ultima tappa in rimonta su Fignon.

«Le sue scarse qualità di scalatore non gli impedirono di vincere quel Giro d’Italia. Fu sufficiente eliminare la salita dello Stelvio (era la 18esima tappa) a loro dire per neve, ma non era vero, e disturbare la cronometro di Fignon piazzando un elicottero sopra di lui. In quell’episodio c’è tutta l’Italia che era dietro Moser ma lui non si rese colpevole di nulla e vinse il Giro. Chapeau».

Ricorda quando vinse allo sprint la Roubaix del 1981.

«Riuscii a battere lui e altri specialisti delle classiche. Non ricordo di aver sofferto alla sua ruota, controllavo bene il suo modo di correre. Non mi ha mai sorpreso nemmeno a cronometro, sua altra specialità, dove non mi ha mai battuto. Nemmeno al Giro».

ARTICOLO IL NAPOLISTA

Copyright © TBW
COMMENTI
Va bene così
3 settembre 2020 12:48 maurop
Veramente all'ultima crono del Giro 1985 Moser ha battuto Hinault di 7 secondi, ma va bene così, l'importante era certificare che anche in Francia sanno che lo Sceriffo era di un altro livello rispetto a Saronni.

Hinault...
3 settembre 2020 14:05 geo
Non è mai stato un simpaticone....... Volgiamo parlare dei Tour disegnati per lui????

Le salite... il sale
3 settembre 2020 14:30 Ale39x19
Considero le salite il sale del ciclismo e raramente ho visto un corridore più brutto in salita di Moser. Del resto, a leggere bene, mi pare che le critiche di Hinault siano ben superiori alle lodi di facciata. Ricordo un talentuosissimo ragazzino sverniciare Moser alla prima esperienza. Quel ragazzino si chiamava Gianni Bugno. Ha vinto poco ma a lui nessuno "apparecchiava" le vittorie.

Mah...
3 settembre 2020 23:35 pickett
Nella prima metà della sua carriera Saronni era nettamente + forte e completo di Moser,parlano i fatti.Forse a Hinault sono rimaste indigeste alcune sconfitte subite da Beppe,tipo la crono di Turbigo o la Freccia Vallone.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Si avvicina l'appuntamento con La Notte degli Oscar, che segna la conclusione ideale della stagione 2025 e traghetta verso una nuova avventura. Di scena ci saranno, come sempre, i migliori atleti dell'anno in ogni categoria: ve ne presentiamo uno al...


La Unibet Rose Rockets non vuole lasciare nulla al caso e per far sì che la prossima stagione sia ancora più ricca di vittorie e inviti a corse di primissimo piano ha deciso di affidarsi per il 2026 a...


C’è tanta storia nella Bologna-Raticosa una delle corse più anziane del calendario italiano dei dilettanti. Nasce nel 1931 e muore nel 2013. A promuoverla fu il Velo Sport Reno 1908 presieduto da Zoni che in un secondo tempo passò nelle...


È un appuntamento che racconta il ciclismo veronese da ben trentuno anni: quella che vedete è la copertina dell’almanacco 2025 del ciclismo veronese edizione numero 31. Racconta l'autore Luciano Purgato: «Quest’anno abbiamo voluto premiare la tenacia di Debora Silvestri (Laboral Kutxa...


“I coperchini. Anche qui il nome è locale. Sono i tappi a corona delle bibite, detti anche tappini o tollini a Milano, grette a Genova, fino a un misterioso sinàlcol a Parma, ma chissà in quanti altri modi li avranno...


Dopo la drammatica caduta al Giro di Polonia dalla quale per fortuna si è ristabilito dopo le non poche apprensioni tornando a salire nuovamente in bicicletta, non poteva che essere assegnato a Filippo Baroncini il 21° Premio Coraggio e Avanti,...


L’aggiornamento dei direttori di corsa dell’Emilia-Romagna, tenutosi a Bologna presso la sede della “BCC Emilbanca”, è certamente uno di quegli appuntamenti che lasciano soddisfatti per organizzazione, concretezza, serietà dei temi e qualità dei relatori, senza segni di polemica tranne...


Tanto sole ma anche tanto freddo hanno accompagnato la 4a edizione di Turin International Cyclocross. Al Velodromo Francone di San Francesco al Campo si è corsa la 2a  prova del Selle Smp Master Cross a cui hanno partecipato quasi 450...


Le maglie iridate degli junior Alessio Magagnotti e di Agata Campana, quelle tricolori di Giorgia Nervo, Maya Ferrante, Nicole Azzetti e Chiara Mattei. Il ciclismo trentino ha vissuto un 2025 esaltante, dando seguito a una tradizione radicata sul territorio: i...


«Un secolo di Forti e Veloci». È questo il titolo del libro celebrativo dei cento anni del Club Ciclistico Forti e Veloci, che ha chiamato a raccolta all’auditorium Sant’Orsola di Cirè di Pergine Valsugana tutti i propri atleti ed ex...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024