LINEA VERDE. TOMMASO PANICUCCI E LA VOGLIA DI VOLATE

JUNIORES | 27/06/2020 | 07:37
di Danilo Viganò

Ha cominicato a correre a sei anni, ma a otto ha inizato ad impegnarsi seriamente come Giovanissimo della categoria G2. A Tommaso Panicucci l'amore per il ciclismo lo ha trasmesso il nonno Maris Bettini: «Ama la bici, da vero appassionato, e per molti anni ha fatto parte della dirigenza dell'Unione Ciclistica Donoratico, prima come tecnico-allenatore, poi come accompagnatore e collaboratore».


Panicucci ha conquistato risultati fin dal primo giorno in cui è salito in sella, mentre guardando al 2019, allievo ultimo anno, tre sono state le affermazioni che ha conquistato: a Ronchi di Massa, nella sua Donoratico, e a La California, a casa di Paolo Bettini. Due le volte invece in cui ha sfiorato il successo terminando in seconda posizione a Civitella in Val di Chiana, e a Figline Valdarno: quinto al Campionato Toscano, 18simo al Campionato Italiano. «La verità è che potevo dare di più. La voglia di competere non è mai venuta a meno, ma non sempre sono riuscito a tirare fuori quelo che avevo dentro come avrei voluto fare».


Panicucci vive a Donoratico, il paese di Diego Ulissi e dell'ex professionista Elia Favilli. Abita in via Toniolo, che è la parallela di via Vecchia Aurelia per molti anni sede di arrivo del Gran Premio Costa degli Etruschi. Nella città del comune di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno, Panicucci risiede con i genitori Marco, che lavora in una azienda agricola a Bolgheri, e Sonia Bettini (nessuna parentela con il Grillo) che si occupa delle pulizie per la Coop in paese. Tommaso ha una sorella maggiore, Federica che si sta diplomando in lingue, e che per una caso di omonimia si chiama come la conduttrice televisiva Federica Panicucci, che  tra l'altro, è una parente lontana tramite il padre di Tommaso. Passista veloce, più sprinter tanto da essere soprannominato in gruppo "Tommy Jet", il giovane toscano, alto 177 centimetri per un peso di 65, debutta quest'anno tra gli juniores nelle fila della Work Service Romagnano diretta da Matteo Berti.

Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«C'è molta pressione sui giovani e meno possibilità di mettere in bella luce il potenziale: è difficile emergere».

A quale età hai cominciato a correre?
«A 8 anni per l'UC Donoratico, con una bici Vicini gialla e blu».

Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Eddy Merckx, un vero mostro».

Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Il basket che ho praticato in parallelo con le gare ciclistiche».

I tuoi peggiori difetti?
«Sono permaloso».

Il tuo modello di corridore?
«Sonny Colbrelli e Peter Sagan».

Cosa leggi preferibilmente?
«Le biografie dei corridori».

Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere».

Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Meno pressione nelle categorie giovanili».

Piatto preferito?
«Lasagne».

Film che ti ha emozionato?
«Lo sceneggiato della Rai su Gino Bartali».

Chi è il tuo collega più simpatico?
«Lorenzo Germani».

Il bello del ciclismo?
«Il senso di libertà che ti dà non ha prezzo».

Paese preferito?
«La Svizzera».

Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Sono un tipo tosto, che raggiunge i suoi obiettivi».

Hobby?
«Passeggiare con gli amici e il mare».

La gara che vorresti vincere?
«Parigi Roubaix».

Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«Con la mia famiglia».

Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Crescere, imparare e togliermi qualche soddisfazione».

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