LE STORIE DEL FIGIO. MARIO CHIESA, IL FUGGITIVO

STORIA | 22/05/2020 | 07:40
di Giuseppe Figini

Era, ed è pronto, a misurarsi con entusiasmo in una nuova esperienza, soprattutto con i giovani e nella sua terra, Mario Chiesa, nato a Brescia nel 1966, dopo un anno, il 2019, sabbatico, di riflessione, della sua variegata carriera ciclistica, dapprima come agonista e poi come direttore sportivo.


Con la stagione 2020, dopo un lungo girovagare per il mondo quale direttore sportivo in importanti formazioni del circuito World Tour, aveva individuato nella proposta formulatagli dall’Iseo Serrature-Rime-Carnovali, formazione che da una ventina d’anni, sostenuta dalla costante passione per le due ruote e di quanto il ciclismo rappresenta, in gara e fuori gara, di un gruppo d’amici bresciani, l’opportunità maggiormente confacente. La società, con sede a Salò, è stata negli anni l’incubatoio di vari corridori approdati – in notevole numero e con vari successi – al professionismo. Gli è stato prospettato di fornire alla squadra, al secondo anno nella categoria Continental, l’apporto della sua varia e notevolissima esperienza nel ciclismo di vertice, integrandola con quella del direttore sportivo già in organico, il giovane e valido Daniele Calosso.


E Mario Chiesa, che ha trascorso la giovinezza a Rezzato e quindi trasferitosi, da diverso tempo, a Polpenazze del Garda, piacevole centro della Valtenesi con rinomati vini e olio, località assai prossima al lago, dove ora può sostare con buona continuità rispetto al passato di giramondo, ha fatto la sua scelta, anche per una questione di cuore, di pari passo, quasi come una scelta di vita, di ripartire da dove era partito. Aveva nove anni quando ha iniziato a gareggiare in bicicletta proponendosi all’attenzione per la sua condotta assai combattiva e con frequenza s’imbarcava in tentativi solitari. Mario Chiesa ha sempre interpretato la “fuga” non nel senso letterale accomunabile al termine nell’accezione più diffusa, ma quale una virtù, coniugandola al gergo e al significato rapportabile alle corse. Una caratteristica che lo accompagnerà anche nei dieci anni di professionismo, nelle occasioni in cui il direttore sportivo gli dava il “via libera” per provarci. Quando aveva il disco verde, Mario Chiesa partiva, senza tenere troppo conto della distanza dal traguardo pur sapendo che le possibilità di riuscita, per le conosciute dinamiche delle corse, erano vicino allo zero o quasi.

Prima di passare professionista aveva vinto la classica dei dilettanti Vicenza-Bionde nel 1985 e segnalandosi anche con ottime prestazioni al sempre impegnativo Giro della Valle d’Aosta e in altre diverse occasioni.

Nella categoria maggiore, dove ha esordito nel 1988, ha sempre gareggiato nelle formazioni all’insegna della Carrera Jeans fino al 1996 mentre, nell’anno conclusivo della sua carriera, era il 1997, nell’ASICS. Era una sorta di prosecuzione con altro nome dello squadrone Carrera e sempre diretta da Davide Boifava, riferimento di primaria importanza del mondo ciclistico, bresciano di Nuvolento. E’ personaggio di specifico spessore delle due ruote di Brescia e provincia, e pure nazionale e anche internazionale. E’ stato dapprima buon corridore, poi per un trentennio circa d.s., team-manager e affermato costruttore di specialissime con l’azienda Carrera-Podium. E’ stata una squadra, la Carrera, noto marchio d’abbigliamento casual dei veronesi fratelli Tacchella che, con gli abbinamenti che si sono affiancati negli anni, ha caratterizzato un’epoca del ciclismo con i successi eccezionali, anche a livello internazionale, che fanno bella mostra in bacheca e nella storia del ciclismo. Era nata come riuscitissima evoluzione dell’Inoxpran, azienda di posateria e pentolame d’acciaio inossidabile dei fratelli Prandelli, mossi da sicura passione, sempre della provincia bresciana, e alla cui guida tecnica (ma non solo) c’era già Davide Boifava.

E’ nel 1984 che la Carrera scende in strada e inizia a scrivere la sua storia. Varie volte è stata l’unica formazione italiana a frequentare, anche con notevole successo, il Tour de France, grazie pure alla notevole ricchezza, con capitani ottimamente supportati dal resto della squadra, del suo organico. Sempre significativa e forte è stata, all’interno della squadra, la quota bresciana oltre a campioni, per citare fior da fiore, del calibro di Roberto Visentini, Stephen Roche, Guido Bontempi, Claudio Chiappucci e Marco Pantani.

Mario Chiesa entra nel gruppo con i pantaloncini che richiamavano i jeans, articolo di punta della produzione aziendale, una “chicca” stilistica all’epoca, nel 1989. E lì resta ininterrottamente fino al 1996 per chiudere la carriera pedalata nel 1997, come detto, con l’Asics. Era ben cosciente del suo compito di supporto per i big e la carriera, nonostante i molti tentativi generosi che gli hanno fatto riconoscere l’attributo di “fuggitivo”, solo una vittoria, al Trofeo Matteotti di Pescara del 1990, gli è riconosciuta dal palmarès, vincitore solitario, e non poteva essere altrimenti. Giungono alle sue spalle nientemeno che il compianto Franco Ballerini e Stefano Giuliani, abruzzese purosangue.

Senza soluzione di continuità scende dalla sella e sale sul sedile in ammiraglia con l’Asics, poi Riso Scotti e Amica Chips. Un biennio è alla Fassa Bortolo con Ferretti, quello successivo alla Tenax con Fabio Bordonali e nel 2005 un ritorno alla Fassa Bortolo. Dal 2006 al 2009 opera in un’altra formazione di primissimo livello quale la Liquigas con Roberto Amadio poi, dal 2010 al 2013 alla russa Katusha, alla svizzera IAM nel 2014-2016, alla Bahrain nel 2017 e, infine, nel 2018 alla Israel Cycling. Sono esperienze formative con Mario Chiesa che, all’interno dello staff delle varie formazioni, si era appassionato e specializzato con efficacia e competenza nella gestione delle molteplici problematiche organizzative-logistiche, sempre più impegnative e assorbenti nell’economia di squadre di livello internazionale. Impegni che non gli hanno impedito di rivestire un ruolo di responsabilità nell’associazione di categoria dei direttori sportivi, la ADISPRO.

E l’avvio di questa stagione – poi “maledetta” – si era rivelato assai proficuo e promettente grazie anche al lavoro di preparazione portato avanti con Daniele Calosso e messo a frutto dai ragazzi dell’Iseo Serrature-Rime-Carnovali. E’ stato un periodo breve però, tremendamente troppo breve, con l’insorgenza del coronavirus che ha bloccato l’attività.

E ora lavora, obbligatoriamente, “da remoto”, sistema che conosce bene, in attesa del ritorno, nel più breve tempo possibile, da tutti auspicato, al ciclismo reale con le ruote, così come la vita, che riprendano a girare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Copyright © TBW
COMMENTI
uno con le palle
27 maggio 2020 11:51 mube
ottimo direttore molto sottovalutato

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Un evento che vive di luce propria, anche se i Campionati Africani di ciclismo su strada 2025 – si parte giovedì 20 - vanno però a pieno titolo letti come riflesso del primo Mondiale svoltosi nel Continente. Non potrebbe essere altrimenti,...


Poche ma buone si potrebbero dire del Trofeo Lema. Solo cinque edizioni della corsa comasca di Alzate Brianza ai quei tempi sponsorizzata dalla Lema Mobili sistemi integrali di arredamento con sede anche negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Si...


Si pedala a ruota libera e a scatto fisso, si pedala sulle pedivelle e sulla tastiera, si pedala sulla strada o sulle mappe, si pedala sui pedali o sui tamburi, si pedala nei ricordi o nei sogni. Anche in Africa....


L’olandese Yoeri Havik e il belga Jules Hesters hanno chiuso al comando della classifica la prima serata della Sei Giorni di Gand. Partenza davvero spettacolare, al mitico velodromo Kuipke, con i campioni del mondo della madison Van Den Bossche e...


Due ali di folla, scroscianti applausi, lei a braccia alzate davanti all’Arena di Verona. E’ la bellissima cartolina di fine stagione che Silvia Persico ci ha regalato al Giro del Veneto. In Corso di Porta Nuova, di fronte al tempio...


Bisognerà attendere fino al prossimo 5 dicembre per conoscere il nome del vincitore del Vélo d’Or 2025: per l’Italia non ci sono finalisti per il premio maschile, mentre Elisa Longo Borghini, è tra le 10 migliori nel premio femminile. Vi...


Ormai ci siamo! Sabato 22 novembre a Casalpusterlengo si disputerà il Memorial Luigi Tosi, gara regionale di ciclocross organizzata dal Pedale Casalese Armofer e dal Vc Casalese Luigi Tosi. Ad aprire la giornata di gare, valida per il Circuito Lombardia,...


L’incontro con il vicesindaco Francesconi ha avuto esito positivo: fumata bianca. L’ok di massima c’è. Il Comune di Capannori avrà presto i cartelli, posizionati nei punti più trafficati, che invitano gli automobilisti a fare attenzione ai ciclisti, utenti deboli della...


Pochi giorni e il Selle Smp Master Cross vivrà il 2° atto. Dopo l’apertura con numeri da record di Casalecchio di Reno, domenica prossima 23 novembre sarà il Piemonte ad ospitare la 2^ prova. Appuntamento a San Francesco al Campo,...


Gli organizzatori de «la Bici al Chiodo» hanno annunciato che,  dopo una pausa di alcune edizioni, il premio riprenderà ad Arceto di Scandiano, grazie alla collaborazione con l'Amministrazione Comunale, U. C. Arcetana, A.S.D. Cooperatori di RE e il nostro impegno....


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024