Donne: caso Safi-Titanedi, Di Rocco va contro l'Uci

| 03/04/2008 | 00:00
Una vicenda paradossale. Un caso dai contorni a dir poco tragicomici. Tutto scritto e vissuto nell’alveo di un settore femminile che avrebbe bisogno di ben altra visibilità e sostengo. La giovane campionessa del mondo Marta Bastianelli e la sua squadra sono state messe al palo. E’ successo nell’ultimo fine settimana, al doppio appuntamento internazionale del Costa Etrusca in Toscana. La miccia accesa almeno sette giorni prima, alla prova di Coppa del Mondo italiana di Cittiglio (Va), quando l’assistente del coordinatore della Commissione Strada, il francese Marc Chovelon (responsabile Uci del settore femminile) ha raccolto prove dettagliate, anche fotografiche, ritenute successivamente sufficienti, per aprire il procedimento restrittivo all’attività agonistica a cui oggi è stata sottoposta una delle formazioni italiane più blasonate e invidiate al mondo. Forse è proprio questo il vero problema. Fatto sta che la posizione dominate assunta in gruppo (di regola 12 atlete contro 6) ritenuta in grado di falsare l’andamento delle competizioni, quindi aggirando le leggi non scritte del fair-play, è l’atto d’accusa formulato dell’Unione Ciclistica Internazionale. Le due formazioni di patron Maurizio Fabretto - la storica Safi-Pasta Zara-Manhattan e la nuova di zecca Titanedi-Frezza-AccaDueO forgiata per fare vivaio - costituirebbero di fatto una unica realtà. Lo sostiene l’Uci con l’avallo di un team concorrente tra i più attrezzati in Italia che ha sottoscritto un dettagliato esposto in cui denuncia che il parco mezzi e la logistica dei due team sono identici, ravvisando anche una similitudine cromatica tra le due livree, entrambe bianco–rosse. Appena partita la stagione rosa è dunque finita sotto accusa la doppia affiliazione del Dream Team di Cornuda. Nel settore non è una novità, tra Elite e Under 23 è una prassi a cui nessuno ufficialmente batte ciglio, salvo borbottare al bar sport. “E’ tutta una montatura orchestrata ad arte dalla concorrenza, per lo più italiana. Le accuse sono infondate e vaghe - sbotta Maurizio Fabretto che con la sua struttura può contare complessivamente su 22 quotatissime ragazze -. Non abbiamo proprio nulla da nascondere. Le due affiliazioni sono perfette. Fatte a norma, seguendo alla virgola le vigenti disposizioni Uci: abbiamo direttivi, maglie e fidejussioni bancarie differenti. In campo maschile c’è addirittura chi ha tre affiliazioni e non succede nulla. Perché allora questo accanimento nei nostri confronti? Abbiamo fondato la seconda squadra Titanedi in accordo con il Settore tecnico nazionale per consentire la crescita e la valorizzazione del vivaio beneficiando del punteggio della Bronzini che ci permette di fare svolgere l’attività internazionale anche alle più giovani. Le due squadre sono simili, ma completamente diverse”. Fatto sta che nell’ultimo fine settimana il presidente di giuria, la francese Isabelle Dailly Maupoint, sabato a Montescudaio (Pi) ha applicato alla lettera il dispositivo dell’Uci che vietava la partecipazione congiunta di Safi e Titanedi. Al massimo poteva gareggiare una formazione mista, oppure una a scelta tra Safi o Titanedi. Le stesse condizioni sarebbero state consigliate dall’Uci per regolarizzare il tesseramento del team di Cornuda. Apriti cielo. Maurizio Fabretto è andato su tutte le furie e subito al muro–contro–muro. Le 16 ragazze presenti in Toscana, tra cui l’iridata Bastianelli, la lituana Ziliute e l’azzurra Bronzini (compresi tecnici e personale, 28 persone facevano parte della trasferta toscana) sono rimaste in albergo e clamorosamente non hanno gareggiato. “Non penso minimamente ad un passaggio di ragazze da un team all’altro per restare con una sola squadra. Oppure correre le gare internazionali con una formazione mista come vuole l’Uci. Piuttosto chiudo tutto - si lascia andare Fabretto -. Gli organizzatori delle prove di Coppa del Mondo e delle grandi classiche aspettano la campionessa del mondo e la sua squadra. Le iscrizioni sono già pianificate. Dopo tutto quello che abbiamo fatto e dato per fare crescere il settore femminile non meritiamo questo trattamento che ha dell’incredibile”. Eppure negli anni Novanta quando arrivava la Sanson alle corse col suo esercito nessuno ha mai preso provvedimenti per tutelare il resto del gruppo. Domenica prossima per aggirare solo temporaneamente l’ostacolo, per il Fiandre è stata varata una nazionale estemporanea composta da Bastianelli, Bronzini, Tamanini e Berlato della Safi oltre a Tognali e D’Ettorre del Top Girls. L’ex iridata Diana Ziliute gareggerà con la nazionale lituana. Gli altri top team internazionali al Fiandre, terzo atto di World Cup, ci saranno autonomamente. Così come ci dovevano essere i due team di Fabretto. Le altre ragazze Titanedi, tra cui l’ex iridtata juniores Patuzzo, Soldo e Tagliaferro, gareggeranno invece a Sovilla in provincia di Treviso nella gara riservata ai ragazzi Juniores. Per domenica prossima, quando l’attività internazionale si sposterà in Olanda per la Ronde van Drenthe, quarta prova di Coppa del Mondo, la situazione sarà tutta da rivedere e valutare. Intanto si pedala a vista. Del clamoroso caso si è subito interessato il presidente nazionale della Fci Renato Di Rocco che ha inviato una dura lettera all’Uci in cui stigmatizza il metodo adottato e sottolinea la buona fede del team, gettando di fatto nuova benzina sul fuoco nel delicatissimo rapporto tra Fci ed il massimo organismo internazionale, già minato dalle vicende Pro Tour ed a quelle legate al doping. Massimo Bolognini
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