ELISA LONGO BORGHINI: «STUFA DI RULLI, VOGLIA DI PROFESSIONISMO»

DONNE | 16/04/2020 | 12:41
di Pier Augusto Stagi

Per Elisa la bicicletta è sorella e compagna, mezzo e strumento, simbolo e manifesto. Per Elisa la bicicletta è anche fratello, da seguire, emulare e inseguire. Per Elisa Longo Borghini, figlia d’arte, cresciuta a pane e sport, il ciclismo è vita e movimento, non più riscatto, perché grazie al cielo le donne nel frattempo di strada ne hanno fatta tanta e non c’è più il bisogno di alzare la voce o battere i pugni per farsi accettare, anche se manca sempre un riconoscimento da professioniste da ottenere.


Elisa è cresciuta sportivamente parlando con i racconti di mamma e papà che i Giochi li hanno affrontati per davvero, da atleti o tecnici. Guidina Dal Sasso, la mamma, è stata azzurra nello sci di fondo: tre le edizioni dei Giochi invernali nell’era di Manuela Di Centa e Stefania Belmondo; Ferdinando Longo Borghini, responsabile dei materiali nella Nazionale di sci di fondo dal ‘72 al ‘94, cinque. Il fratello Paolo professionista per undici stagioni al fianco di campioni del rango di Basso, Sagan e Nibali.


Elisa Longo Borghini, 28enne piemontese di Ornavasso, è il simbolo del ciclismo italiano nel mondo, sia perché è una vincente, sia perché corre per una delle formazioni più importanti del pianeta: la Trek Segafredo, la stessa formazione che annovera tra le proprie file Vincenzo Nibali, la speranza Giulio Ciccone e il danese campione del mondo in carica Mads Pedersen. Nel suo palmares un Giro delle Fiandre, un bronzo olimpico a Rio e uno mondiale nel Limburgo. Poi quattro titoli italiani (tre a cronometro e uno in linea). La raggiungiamo nel suo “buen retiro” di Onravasso, in questo periodo interminabile e difficile di coronavirus.

Elisa, come va?

«Bene. Fortunatamente ho la fortuna di avere un mio appartamentino con tanto di giardiuno proprio accanto a quello dei miei genitori: non posso certamente lamentarmi».

Come trascorri il tempo?

«Leggo, studio e mi alleno. Rulli e palestra, che ho in casa. Se faccio una seduta con i rulli arrivo anche a tre ore, massimo tre ore e mezza. Se faccio un ora e mezza di ginnastica, di rulli non vado oltre l’ora e mezza. Due volte alla settimana, poi, facciamo dei “raid” su “Zwift” organizzati dalla Trek Segafredo, la nostra squadra. Siamo tre o quattro professionisti per volta che al giovedì e alla domenica pedaliamo con mille/duemila appassionati: siamo sempre dei bellissimi grupponi, che riescono anche a interagire. C’è generalmente un leader (l’ultimo è stato Koen de Kort, ndr), che detta l’andatura, buona ma non impossibile, e tutti gli altri dietro. Questo è anche molto divertente, mentre di rulli non ne posso davvero più».

Sei il simbolo del ciclismo femminile, come vedi il movimento?

«Stiamo vivendo un momento molto dinamico. Secondo me stiamo crescendo tanto e bene, soprattutto nel mondo, ma anche l’Italia si sta’ attrezzando parecchio. Siamo chiaramente in espansione, lo sport coniugato al femminile ha avuto un forte impulso, e le squadre maschili di World Tour ci hanno dato una bella mano per crescere ulteriormente. E questa crescita non è solo organizzativa, ma soprattutto tecnica: oggi le nostre corse sono diventate anche molto più belle da vedere. Il livello si è alzato tantissimo. Le nostre prestazioni hanno un valore tecnico ragguardevole. Peccato solo che il coronavirus ci abbia bloccato, perché quest’anno avremmo avuto la possibilità di correre sia la Freccia che la Liegi con tanto di diretta tivù: il mondo si è accorto di noi, ma ora è giusto pensare alla salute delle persone. Il Covid-19 ha spostato giustamente le attenzioni su una priorità di salute comune, il tempo delle corse tornerà e sarà più bello di prima».

Però non siete ancora state riconosciute professioniste…

«Per l’organismo mondiale della bicicletta (l’UCI, ndr) lo siamo, per l’Italia no. C’è un disegno di legge pronto, ma come è ovvio che sia, in questo momento ci sono altre priorità. Ma è chiaro che noi donne dobbiamo non solo contare di più, ma dobbiamo avere anche uno status come quello dei colleghi ragazzi».

Quale è stato il campione che ti ha portato al ciclismo?

«Noi siamo una famiglia che ha sempre mangiato pane e sport. Il ciclismo poi ce l’ho davvero nel mio Dna. Il mio campione? Mio fratello Paolo. È sempre stato il mio eroe, il mio esempio, il mio cavaliere alato. Per me è stato esempio e stimolo e sono felicissima di essere arrivata dove sono arrivata grazie alla mia famiglia, ma soprattutto a mio fratello che adoro come poche altre persone al mondo».

Nessun campione o campionessa del passato…

«Cadel Evans mi è piaciuto tantissimo: un autentico cagnaccio, come diciamo noi in gergo per definire uno che non molla mai. Oggi senza ombra di dubbio Vincenzo Nibali: lo osservo, cerco di imparare. Lui è davvero di un altro pianeta. Classe e talento allo stato puro».

Maria Canins l’hai mai conosciuta?

«Certo che si, ma per me lei non è un simbolo del ciclismo, ma dello sci. L’ho conosciuta quando praticava sci di fondo e vinceva la Marcialonga».

Morena Tartagni, Luigina Bissoli, Mary Cressari, ti dicono qualcosa…

«So che sono state donne fantastiche, importanti quanto Alfonsina Strada, perché sono state capaci di rompere pregiudizi e lottato come poche. Il ciclismo per troppo tempo è stato considerato sport per soli uomini, dove le donne sono sempre state viste solo come delle intruse, delle semplici e inguaribili fanatiche. Però Morena, Luigina e Mary non le ho mai conosciute: un giorno mi piacerebbe poter parlare con loro. Oggi se noi siamo arrivati fin qui, gran parte del merito è senza dubbio loro».

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Prof
16 aprile 2020 13:48 Anbronte
Non sono classificate professioniste, ma comunque si avvalgono di un tesseramento presso i Gruppi Militari, non tutte, e non è una cosa di poco conto.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Nella giornata in cui l’Italia festeggia la Liberazione il cuore della Capitale è stato invaso dalle due ruote. Fedele ad una tradizione che ormai ha spento 77 candeline, è andato in scena il Gran Premio della Liberazione di ciclismo, storico...


Era atteso ieri in volata, invece spunta a sorpresa oggi in salita: Thibau Nys vince la seconda tappa del Giro di Romandia, la Fribourg - Salvan/Les Marécottes di 171 km. Il ventunenne belga della Lidl Trek ha bruciato Andrea Vendrame...


Tobias Lund Andresen sta vivendo unio straordinario momento di forma e dopo il secondo successo consecutivo al Giro di Turchia spiega: «Di certo non ho vinto per caso perché abbiamo lavorato duro durante tutta la stagione per arrivare ad ottenere...


Francesco Della Lunga ha vinto la classica Coppa Ardigò per dilettanti svoltasi a Pessina Cremonese. Dopo il successo di fine marzo a Ponte a Egola, il toscano della Hopplà Petroli Firenze Don Camillo concede il bis in Lombardia anticipando in...


Sulla scia dell’Eroica Nation’s Cup a tappe vinta dallo spagnolo Hector Martinez Alvarez, un altro evento importante e di prestigio in Toscana per gli juniores, il 48° G.P. Liberazione Città di Massa con ritrovo e partenza ufficiosa nella splendida Piazza...


Slitta alle 21.50, in questo giovedì di festa, l'appuntamento settimanale con Radiocorsa su Raisport. In collegamento ci sarà Fabio Baldato, direttore sportivo della UAE Team Emirates, per capire meglio il capolavoro messo in piedi da Tadej Pogacar alla Liegi-Bastogne-Liegi di...


Simone Buda si è imposto nella Coppa CadutI Nervianesi. Il 24enne della Solme Olmo, già vincitore in stagione del GP De Nardi, ha regolato in volata Cristian Rocchetta della UC Trevigiani - Energiapura Marchiol e Lorenzo Ursella, 21enne della Zalf...


Tobias Lund Andresen ci ha preso gusto e firma il bis nella quinta tappa del Giro di Turchia, la Bodrum - Kusadasi di 177, 9 km. In una volata lanciata lunghissima da Luca Colnaghi e poi da Danny Van Poppel,...


Ancora una giornata ricca di soddisfazioni per il Team F.lli Giorgi. La squadra del presidente Carlo Giorgi, oggi, 25 aprile, era impegnata su due diversi fronti. Cominciamo dalla splendida vittoria, la seconda personale della stagione, ottenuta dal trentino Elia Andreaus...


Le strade di Camignone regalano il primo storico podio alla formazione juniores del Team ECOTEK. A ‘impacchettare’ questo regalo alla formazione guidata dall’ex professionista Marco Zanotti è stato Paolo Nica, che ha chiuso al terzo posto il 60° Trofeo Caduti...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi