
Passano gli anni, ma la voglia di essere competitivo, quella no, non passa mai. Riccardo Magrini, Magro per tutti, montecatinese doc e classe 1954, ha sempre avuto l’argento vivo in corpo. Nessuno è mai riuscito a tenerlo fermo, battagliero dall’inizio alla fine, nello sport così come nella vita. Nonostante il suo cuore ballerino, questa mattina era in sella alla sua bici per il prologo del Giro d’Italia Legends, felice ed emozionato come un bambino.
In questa Pasqua anomala, nella quale siamo tutti chiusi in casa, Riccardo alle 7.30 di questa mattina era già in piedi, colazione abbondante con caffè e biscotti, sgarrando per oggi la sua dieta, qualche intervista e via, pronto a pedalare, per lui cosa naturale e necessaria. Quando comincia ad avere anche solo la mente in sella è difficile persino potergli parlare, con la tensione alle stelle. Già prima di iniziare la tappa la Giovinazzo-Vieste, sul Gargano, ha messo le mani avanti sapendo di non essere in perfetta forma: «Mi fermo prima, non riesco a finire tutta la tappa, sono circa 38 km. Speravo di poter correre con la mia bici assistita (la Pinarello Nytro, ndr) ma purtroppo avendo il freno a disco non avevo gli adattatori per i rulli. Mi è toccato usare una mia vecchia Tommasini, degli anni Novanta».
Insomma un Giro d’Italia vintage improvvisato, giusto per dare quel tocco di suggestione e imprevedibilità in più; come a dire che tutto, in fondo, non è mai cambiato. E finalmente eccolo, il Magro ciclista: divisa "veglione del tritello" regolamentare, cappellino alla belga ben calcato sulla testa, computer davanti agli occhi nel salotto di casa, asciugamano appoggiato sul manubrio (non da corsa...).
Riccardo ha superato le sue aspettative: «Ho fatto 19 km, mica male eh? Era un percorso bello duro ma in discesa andavo bene, avevo la giusta gamba. È stata sicuramente una gran bella esperienza. Devo ammettere però di non essere stato fortunato: ho anche forato e sono stato costretto a fermarmi, altrimenti avrei fatto anche qualche chilometro in più, ci stavo prendendo gusto. D'altra parte quella di oggi è una domenica speciale per il ciclismo. In un momento in cui è tutto fermo causa coronavirus e il Giro d’Italia è stato costretto alla sospensione, penso che questa iniziativa promossa dal "Re Leone" Mario Cipollini e da Gianni Bugno - con il supporto della Gazzetta dello Sport, Rcs Sport e Garmin - sia una gran bella idea». Il tutto finalizzato naturalmente alla raccolta di fondi a favore della Croce Rossa Italiana.
Il ciclismo, ancora una volta, scende in campo per fare del bene. Ci riesce dopo una bella sudata e qualche chilometro percorso. Anche grazie alla presenza del Magro, che si è così meritato il pranzo di Pasqua: risotto alla milanese con ossobuco.