ADDIO AD AMERICO SEVERINI

CICLOCROSS | 02/04/2020 | 11:16

Era appellato “il Barbarino”, perché nato a Barbara, in provincia di Ancona, su una costola dell’Appennino marchigiano. Era soprannominato “Tetano”, perché si sbucciava sempre le ginocchia. Era detto “il Selvaggio”, perché si arrampicava sugli alberi per rubare la frutta, perché a scuola entrava dalla porta e usciva dalla finestra, perché stava fuori di casa per giorni e non si sapeva dove dormisse di notte. Era chiamato “Micco”, diminutivo affettuoso del più impegnativo Americo. E sarebbe stato definito “l’Eterno Secondo”, perché in carriera ne collezionò un’infinità.


E’ morto anche Americo Severini – ieri, ad Arcevia, aveva 88 anni - in questi giorni neri di lutto, in cui il ciclismo conta e racconta alcuni dei suoi eroi. Lui era un eroe, piccolo solo per quei 155 centimetri dalla testa ai piedi. E a una Eroica, quella del 2006, dove si cimentò nel percorso lungo oltre 205 chilometri (e aveva la bellezza di 75 anni), lo incontrai ancora Barbarino e Selvaggio, sempre Micco, ma finalmente primo nel tramandare le sue mille avventure. Famiglia contadina, quarto di sette figli, terza elementare e già garzone, “sempre di fretta, sempre in movimento, sempre di corsa”. Scampata la guerra, la prima bici – “regalo di un amico” – fuun’illuminazione, “per salirci, dovevo montare su un gradino o su una pietra, per scenderne dovevo essere tirato giù a forza, se fosse stato per me sarei andato avanti fino a esaurimento”. Poi, finalmente, le corse: da allievo a dilettante il passo fu breve, da Barbara a Milano la distanza enorme: “Un’altra vita, un altro mondo, anzi, un altro pianeta”. Ma c’era il ciclismo. E il ciclocross.


Si rivelò la sua patria, il ciclocross: “Ritrovai scale e sentieri, pozzanghere e alberi, la corsa a piedi e quella in bici, era un po’ come entrare dalle porte e uscire dalle finestre, 24 chilometri che nascondevano insidie e tranelli ma accendevano anche magie e incantesimi”. Si accasò al Gruppo sportivo Excelsior, poi da indipendente all’Augustea e alla Cavariese, quindi al Giambellino e alla Gbc. Ma il ciclocross è il parente povero del ciclismo, e per tirare avanti si sono sempre fatti sacrifici, adottati stratagemmi, inventati espedienti. “Per contratto dovevo ricevere 25 mila lire per ogni vittoria dall’Augustea, la casa costruttrice delle mie bici, ma non c’era verso. Allora mi arrangiavo: vendevo la bici prima della gara, la consegnavo dopo la gara, poi comunicavo che mi era stata rubata, e quelli dell’Augustea non dicevano nulla, perché in fondo ci guadagnavano, o almeno ci risparmiavano. La bici gli costava 15 mila lire”. Pare che anche quando adottò le bici Gramaglia – Roberto Gramaglia, artigiano a Baggio, lo zio del “Pepp” Magni:  a ogni vittoria scalava il prezzo della bici -, Severini continuò con il sistema dei furti.

“Il Selvaggio” si rivelò al Gran premio Martini in Francia nel 1955: “Fu Luigi Malabrocca a segnalarmi, convocarmi e portarmi in nazionale. Si correva a Parigi, staccai André Dufraisse, cinque volte campione del mondo, e i francesi scrissero che ero ‘il Coppi del ciclocross’. Troppa grazia”. Dal 1956 al 1967, Severini conquistò tre titoli italiani più cinque secondi posti, ai Mondiali era piazzatissimo (un argento, tre bronzi, più un quarto posto e tre volte sesto in otto edizioni). La sua carriera è narrata in “Americo Severini – campione di ciclocross” di Giordano Cioli e Mirella Meloni (editrice Donchisciotte). Il suo rivale fu Renato Longo, il Merckx del fango: “E pensare che sono stato io a rovinarmi da solo la vita. Renato lavorava come garzone in un panificio, un giorno mi chiese di allenarci insieme, lo portai la sera al Parco Sempione, lì si ritrovava un gruppo di stradisti e pistard, Renato si impegnò a starmi dietro, capii che aveva qualità, alla fine gli proposi di iscriversi anche lui all’Augustea”.

Era un tipo originale, “Micco”. A Milano abitava al Giambellino, un quartiere popolare, quello del Cerutti Gino, frequentato non solo da giocatori di biliardo ma anche da topi di appartamento. Lui allestì un giro di macchine, la sua passione, e fra compravendite e demolizioni aveva il suo bel daffare. Ci teneva all’eleganza e non perdeva occasione per esibire il suo cappello Borsalino. E pazienza se quelli della parrocchia, sospirando, dicevano che se avesse fatto la vita dell’atleta...

 

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Severini era un duro,
2 aprile 2020 17:24 canepari
Severini era un equilibrista, Severini sorrideva con i denti sporchi di terra, Severini era egoista. Severini era un buono e “mise in bici” Longo che poi sarebbe stato il suo giustiziere.
Severini era un campione internazionale e quando il fango e il freddo gli segnano la strada lui scivola sopra agli avversari e si riposa nelle braccia di Parigi che lo ama come si può amare un “macaroni”. Ma a lui non importa e fa del ciclocross una professione, fa della bicicletta una passione infinita e scopre il bello delle cicloprato.
La storia del ciclocross azzurro incominciò con Luigi Ferrando e proseguì quasi per gioco con Pertusi e Malbrocca. L’epica comincia con “Micco” Severini e prosegue con Renato Longo verso l’Olimpo.
Severini era però anche la storia dell’Italia del dopoguerra che arriva alle soglie del boom economico e non se ne accorge se non quando lo perde… Severini era la storia del maldestro sospetto francese nei nostri confronti e della constatazione da parte dei transalpini che tutto sommato non siamo poi così male. W Coppi, W Terruzzi, (i vincenti…).W anche Severini che sa perdere con dignità ed onore anche al Bois de Boulogne dove il cross è leggenda.
Severini era una persona, non un personaggio; in sella alla sua bicicletta, ancora pochi anni fa’, passava gran parte delle sue giornate. Beveva miele col thè, andava a dormire prima di Carosello, attendeva gli amici in difficoltà, li aiutava a cambiare una camera d’aria. Severini faceva l’Eroica e non sfigurava. Severini è stato un duro e nella mia memoria continuerà ad esserlo. Come avrei voluto, da grande, diventare un Severini!


Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Dieci salite lunghe e severe più l’incognita meteo, che dalle temperature rigide al vento e alla pioggia offre un vasto campionario di difficoltà: si spiega così la durezza della Liegi-Bastogne-Liegi, la decana delle grandi classiche in quanto la prima a...


L'UCI e Flanders Classics hanno ufficializzato il calendario della Coppa del mondo di ciclocross UCI 2024-2025. L'edizione 2024-2025 della Coppa del mondo di ciclocross UCI prevederà 12 prove in sei diversi Paesi. La grande novità è rappresenta dalla tappa di...


Proprio dove il Tour of the Alps 2024 ha vissuto il suo ultimo atto, la salita di Palù del Fersina, c'è qualcosa che tutti gli appassionti di ciclismo dovrebbero vedere quando passano da queste parti del Trentino. Unico al mondo,...


Dopo le soddisfazioni dello scorso weekend ed il bel successo di Florian Kajamini, si torna a gareggiare con prove di grande livello. Il Team MBH Colpack Ballan CSB vede all’orizzonte ben 4 gare in pochi giorni, concentrate tra il 21...


E' un fine mese intenso per la Zalf Euromobil Désirée Fior che domenica 21 aprile tornerà a schierarsi al via di una prova del calendario professionistico italiano. Si tratta dell'87° Giro di Romagna che torna dopo 13 anni di assenza...


La General Store-Essegibi-F.lli Curia prosegue la sua primavera agonistica e la prima parte di stagione schierandosi ai nastri di partenza di un altro appuntamento con i professionisti. Domenica 21 aprile il team veronese sarà al via del Giro della Romagna,...


Orgogliosa del terzo posto di Alessandro Greco nella Coppa Maria SS di Gulfi in Sicilia, la direzione della Petrucci Parkpre Team Aries prosegue secondo i programmi stabiliti. Con Greco di rientro dal podio di Chiaramonte Gulfi, nel Ragusano, il lettone...


Mancano poche ore al primo impegno organizzativo della stagione ciclistica 2024 per la Polisportiva Aurora Brian Val. Domenica 21 aprile la compagine lecchese sarà in cabina di regia in occasione del “16° Criterium Riva Logistica” riservato agli Esordienti. Come di...


Torna a disputarsi domenica (21 aprile), dopo alcuni anni di assenza, il Giro della Romagna per professionisti. Si tratta dell’edizione numero 87, alla quale prenderà parte anche il Team Beltrami TSA-Tre Colli, una delle 20 formazioni al via. La gara...


Nove giorni di gara, sei vittorie. Ultimo traguardo tagliato, il 24 marzo a Barcellona: successo di tappa e trionfo nella Volta a Catalunya. Tadej Pogacar torna a correre dopo quattro settimane di assenza e lo fa sapendo di avere il...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi