
Riuscitissima serata di ciclismo, con annessi e connessi, è stata quella vissuta a Piamborno, in valle Camonica, nel comune di Piancogno, nei dintorni di Darfo-Boario Terme, che ha avuto, in primo piano, Giovan Battista Baronchelli, indimenticato campione degli anni 1970/1980, la cui carriera – vittorie e pure sconfitte, amicizie, rivalità e via discorrendo – è sempre nel ricordo degli appassionati delle due ruote. Era la sera prima del Giro di Lombardia, la classica monumento di chiusura della stagione dove G.B. Baronchelli ha trionfato due volte, la prima nel 1977 sul lungolago di Como in una giornata di freddo e pioggia battente, la seconda nel 1986 in piazza Duomo a Milano. Bei ricordi.
Piamborno è costantemente frequentato da Gianni Infantino, attuale presidente della FIFA, la cui madre è originaria del luogo.
Chiusa la breve divagazione di tipo calcistico, torniamo all’iniziativa, auspicata da vari ciclisti praticanti della zona delle due ruote d'ogni tipo, strada e mtb, proprio in linea con l’attività svolta nel settore da Gibì Barochelli. Un’iniziativa che, detto per inciso, ha unito realtà bergamasche e bresciane per la realizzazione. L’incontro è stato voluto e favorito dalla VI.BI. di Vigilio Bigasio, l’ospitale “padrone di casa” della Cantina Bignotti. E’ stata una sorta di partnership collaborativa portata avanti a più mani e voci, in unione con La Lombarda Cicli di Segrate (Milano) e al suo “patron”, Alberto Venturini, nome e figura di lungo corso e specifico rilievo per molteplici motivi nel settore ciclistico della distribuzione della componentistica e altro, con i figli Fabrizio e Andrea, ora “in ditta” con papà.
Fra i presenti c’era anche Alfio Bettoni, conosciuto anche come il “rosso”, titolare di un frequentato negozio di bici nella vicina Costa Volpino, nella provincia orobica, sul lago d’Iseo.
E’ così riuscita una serata piacevole, senza canoni cerimoniali, discorsi e simili, improntata soprattutto allo spirito d’amicizia fra pedalatori e appassionati, con coinvolgimento anche delle famiglie.
L’ambientazione, suggestiva, piacevole, caratteristica e intrigante la sua parte, è stata la sede della Cantina Bignotti, I Cultivar delle Volte, in storiche cantine del Quattrocento, riuscita idea per un progetto indirizzato a fare riscoprire e proporre l’antichissima tradizione vitivinicola del vino di montagna, di varia tipologia, messa in atto più di venti anni fa e che si va affermando sempre più.
E in tema, abbinato al buon vino, dopo l’interessante visita alle storiche cantine rimodernate, il buon cibo: salumi, formaggi e, in tale ambientazione, non potevano mancare varie versioni della tipica polenta.
Così, informalmente ma comodamente e familiarmente, in piacevole e confortevole contesto conviviale, Gibì Baronchelli, ha sciorinato all’attento e numeroso uditorio con il quale ha interagito, ricordi, episodi e personaggi che hanno attraversato la sua carriera, con spontanea sincerità, come del resto sono rilevabili dal libro “Gibì Baronchelli-12 secondi” scritto da un suo appassionato tifoso, Gian Carlo Iannella con prefazione di Marco Pastonesi, edito da Lyasis, che compendia con incisività la carriera e dintorni. E' un libro che ha avuto largo successo editoriale e che, in un certo qual modo, ha “costretto” Gibì a rivelare, un tempo insospettabili, sorprendenti, doti oratorie.
Fra i presenti, con il sindaco di Costa Volpino, Mauro Bonomelli, c’era un altro bergamasco con rilevante e brillante palmarès professionistico, Giuseppe Guerini e un professionista, bresciano di Bornato, Alessandro Tonelli della Bardiani CSF, in buona ripresa dopo la lunga degenza in un ospedale della Cina – 45 giorni – per le conseguenze di un incidente in corsa capitatogli il 19 luglio scorso.
La torta (squisita) celebrativa di prassi presentava la scritta “per quei dannati secondi”, chiaramente riferiti ai 12 minuti secondi conservati dal grande Eddy Merckx alle Tre Cime di Lavaredo, nel 1974, nella classifica generale – e poi finale – del Giro d’Italia d’esordio di Gibì Baronchelli.
Un piccolissimo spazio temporale che da sempre accompagna e “perseguita”, a detta di molti, il Tista. E’ forse la misura della differenza fra storia e leggenda ciclistiche ma che lui accetta e vive con sereno, consapevole, filosofico, distacco e ragionato equilibrio, elementi che rientrano nel suo carattere e nella sua natura.
g.f.
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