BOLOGNA, IL SOGNO DI ALAN DIVENTA REALTÀ: ORA IL RAGAZZO AUTISTICO HA UNA BICI

NEWS | 12/09/2019 | 07:03
di Alexander Cerato


Il sogno di un ragazzo disabile e l’appello della madre pubblicato su Facebook per trovare in regalo una bicicletta. È la storia di Alan (16 anni, bolognese e autistico) e della madre Anna che ha pubblicato un annuncio sul web per regalare al figlio la possibilità di una maggiore indipendenza, autonomia e, soprattutto, tanto divertimento.  


L’annuncio è stato lanciato sulla pagina “Salvaiciclisti” e ha raggiunto presto le pagine di Repubblica Bologna. Una storia non certo da tutti i giorni, considerando che non poche persone si sono rese disponibili a donare biciclette inutilizzate o da troppo tempo chiuse in cantina. Si è infatti mobilitata una città intera, mossa dall’amore e dal desiderio di aiutare chi si trova in difficoltà, come una grande famiglia.

Tuttavia i modelli proposti da coloro che si sono fatti avanti non erano adatti alle misure del ragazzo. C’era infatti bisogno di una bicicletta conforme al suo fisico: alto e molto magro. È intervenuta dunque la fondazione bolognese “Sportfund”, associazione che da anni con fatica, sudore e devozione si occupa della promozione di eventi dedicati all’integrazione dei disabili.

Così un paio di giorni fa Alan è andato con sua madre alla Decathlon di Bologna per ritirare la nuova bici: una mountain bike rosso corsa. La madre, estremamente commossa da tutti coloro che si sono prodigati per aiutarla ha commentato: «non mi aspettavo tanto affetto» e ringrazia la pagina “Salvaiciclisti” «che ha sempre manifestato tanta sensibilità e bene sincero nei confronti dei miei figli».

Ma non finisce qui la corsa di Alan: il ragazzo ha infatti intenzione di partecipare anche agli eventi e alle gare promosse dal direttore di Sportfund Alberto Benchimol (che collabora con Uisp), il quale ha definito la vicenda del giovane come «l’inizio di un percorso». La Fondazione ha inoltre proposto ad Alan anche l’iniziativa “Pedalo con te” (che consente a bambini e ad adulti con disabilità fisica o cognitiva di pedalare in compagnia di amici e familiari).

Una storia a lieto fine insomma, che permette di andare oltre con il pensiero e di comprendere quanto sia importante l’integrazione di giovani e adulti affetti da disabilità attraverso lo sport. La gente di Bologna ha compreso che per cambiare una vita a volte è sufficiente una bicicletta, per donare un sorriso un po’ di affetto e di disponibilità. Una vicenda da cui tutta l’Italia dovrebbe trarre ispirazione.

 

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COMMENTI
Bello, ma c'è tanto da fare
12 settembre 2019 08:59 geo
Bello e commovente la vicenda, ma è solo una storia di tante altre che non riescono a trovare una svolta. Non aspettiamo un evento sensazionale, giornalistico per svegliare la nostra sensibilità: guardiamoci attorno e non aspettiamo un gesto disperato di una madre per rispondere al bisogno di aiuto che c'è, è sempre presente e costantemente ci chiama. Apriamo gli occhi e le orecchie e ci accorgeremo di quanto bisogno c'è e di come possiamo essere tanto utili al prossimo.

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