IL PASTO AL VAL D'AOSTA. CHICCHI, IL NUOVO MAESTRO

CONTINENTAL | 19/07/2019 | 07:44
di Marco Pastonesi

 


“Da quando ho cominciato a lavorare prima con la Vittoria per il cambio-ruote e adesso per la Dimension Data come direttore sportivo, riesco finalmente a vedere i primi in salita”. Potrebbe aggiungere che, solo da quando le fa in macchina, si sta godendo le Alpi. Perché da corridore, intuendo quanto gli avrebbero fatto male, scrupolosamente le evitava.


Francesco Chicchi al Giro della Valle d’Aosta sgomma, ruggisce, ulula, stride, e si piomba, si precipita, si fionda, si incunea, e chiacchiera, ride, sorride, occhieggia, e incoraggia, esorta, consiglia, comanda. Fra allungare una borraccia ai corridori e allargare la strada con una clacsonata, si racconta. L’inizio: “Mio padre, cicloamatore. La domenica andavo alle corse. Tutto cominciò così. A sei anni la mia prima gara. Poi gareggiai tutte le categorie, ma sempre come se fosse soltanto un gioco. Da dilettante cominciai a fare le cose sul serio, ma mai troppo sul serio”. Le vittorie: “Vincevo, ma neanche tanto, sempre in volata tranne una volta. Era un circuito a Ponzano, al quarto anno da Under 23. Fuga di dieci corridori. A 3 km dall’arrivo fui preso da un inspiegabile raptus e attaccai, nessuno venne a prendermi, così finalmente ebbi tutto il tempo di gustarmi la vittoria”. Le volate: “Ero diviso a metà fra Cipollini e Petacchi. Cipollini credeva in me, mi aveva scelto come suo erede, ancora adesso mi dà consigli e comandamenti. Petacchi per tre anni è stato mio compagno di squadra e mio capitano, anche se quasi mai facevamo le stesse corse. L’unico rammarico della mia vita di corridore è stato quello di non aver ascoltato Cipollini al 100 per cento, e quindi di averlo deluso. Lui non riusciva a capire come potessi essere contento delle vittorie di Petacchi, né tantomeno come potessi essere contento quando, da avversari, Petacchi vinceva proprio su di me. ‘Semplice – gli spiegai -: siamo amici’. Invece Cipollini, chi osava batterlo, lo avrebbe ammazzato”.

Chicchi e il treno: “Ce lo avevo anch’io, alla Liquigas. Pensate: primo uomo Vanotti, secondo Sagan, terzo e ultimo Nibali. Incredibile, no?”. Chicchi e i compagni di stanza: “Da neoprofessionista fui abbinato a Roberto Petito e costretto ad azzerare tutto quello che sapevo e a ripartire da zero, anzi, ancora più sotto, ancora più indietro. Poi ne ho avuti tanti, dallo stesso Sagan fino a Bernal. E, lo giuro, non mi sono mai trovato male con nessuno”. Chicchi e il gruppetto: “Eisel aveva l’orologio incorporato. Era lui che faceva il ritmo, dettava l’andatura, prendeva i tempi. ‘Dai ragazzi – ci diceva -, possiamo rallentare quattro secondi’. La legge del gruppetto imponeva di andare a tutta in discesa, a tutta in piano e, almeno per me, a tutta anche in salita”. Chicchi e le borracce lunghe: “I francesi le chiamano ‘bidon collé’, le mie erano ‘Super Attak’”. Chicchi e se stesso: “Di errori ne ho fatti in quantità industriale. Ma degli errori ti rendi conto solo dopo averli commessi. E non subito, ma anche dopo un po’ di tempo, se credi veramente in quello che fai”. Chicchi e l’inverno: “Quando diventai campione del mondo pesavo 72 kg. Una volta in ritiro mi presentai a 81 kg. Ferròn (Giancarlo Ferretti, ndr), ad alta voce, davanti a tutti, domandò: ‘Ma chi è? Un nuovo meccanico? Un nuovo massaggiatore?’”.

Adesso Chicchi sembra più in forma di allora: “Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 2019 ho partecipato alla Cape Epic, in Sud Africa, in mountain bike, prologo e sette tappe, a coppie. Io avrei dovuto partecipare con Acquaroli, Petacchi con Chiarini, e invece ‘si va noi!’, gli ho proposto. E abbiamo corso insieme. Alla fine della prima tappa, stremati, ci siamo guardati negli occhi per trovare una soluzione. E l’abbiamo trovata: andare più piano. Ma non pianissimo: alla fine siamo arrivati fra le prime 80 di 800 coppie. Di questo passo, magari un giorno farò perfino la Maratona dles Dolomites. Più che una mountain bike, mi ci vorrà una e-bike. Gliel’ho già detto a Petacchi: è il nostro futuro”.

A Chicchi piace fare il direttore sportivo: “Ho 11 ragazzi, intelligenti e volenterosi, che mi ascoltano. Gli dico che nelle corse si può vincere e si può perdere, ma è più facile perdere, perché ne basta uno solo per arrivare secondo. Comunque per una squadra come la nostra non è indispensabile vincere, a me interessa solo che i compagni mettano il capitano in condizione di vincere. Su questo sono molto esigente. Sono quattro italiani e sette stranieri, fra gli stranieri si privilegiano gli africani neri perché più bisognosi. Qui ci sono due etiopi e un ruandese. Pensate: quello che guadagnano, lo mandano a casa. In questo, sono io che imparo da loro”.

 

 

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
I giovani della Biesse Carrera esultano grazie al 13enne Mattia Dolfini che ottiene la sua prima affermazione nella quarta edizione del Criterium Liberazione per esordienti di primo anno che si è svolto a Crema.. Dolfini ha regolato Raisi e Bertacchini. ...


Il Gran Premio della Liberazione, organizzato per il quarto anno dal team di Claudio Terenzi, si è aperto stamattina con la corsa femminile, sponsorizzata da Salumi Coati e assurta quest'anno al rango di categoria 1.1: è stata una festa per l'atteso squadrone UAE, che ha...


In veste di ambassador del Giro d'Italia nella recente conferenza stampa di Livigno, Vincenzo Nibali ha passato cinque minuti in nostra compagnia nei quali ha effettuato una sintetica ma come sempre lucida analisi sulla corsa rosa al via la prossima settimana....


Un campione del ciclismo a Buckingham Palace. Tom Pidcock è stato ricevuto ieri al palazzo reale ed ha ricevuto il titolo di MBE (Membro dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico) per i suoi servizi allo sport. Ad accogliere l'elegantissimo portacolori della Ineos...


La convalescenza di Remco Evenepoel prosegue, il giovane campione belga si sta allenando ma anche lo spitrito vuole la sua parte e allora ecco che Remco si è concesso una serata speciale, accompagnato dalla moglie Oumi. Non una cenetta romantica,...


Jai Hindley e Florian Lipowitz sono due corridori che hanno molto in comune ma sono in fasi diverse della loro carriera, entrambi sono scalatori e corridori da classifica generale che attualmente stanno affrontando il Tour de Romandie. Mentre uno ha...


Si è svolta nel magnifico scenario di Ca’ del Poggio la presentazione dell'8a edizione del Cycling Stars Criterium, l’ormai tradizionale appuntamento che porta i grandi campioni del Giro d’Italia (e non solo) sulle strade delle città venete. Anche...


Una Bianchi da pista. Del 1946. Scatto fisso, misure 90x160, ruote a 32 raggi, gabbiette ai pedali. E quel colore, tra l’azzurro e il verde, acqua, seducente. Apparteneva a Fausto Coppi. Da Coppi in dono a un albergatore, dall’albergatore in...


Gli organizzatori del Tour de France Femmes avec Zwift hanno ufficializzato l’elenco delle formazioni che prenderanno parte all’edizione 2024 in programma dal 12 al 18 agosto prossimi. Quindici sono le formazioni di WolrdTour ammesse di diritto:    AG Insurance - Soudal...


Un piccolo excursus fuori tema, consentitecelo, per raccontare della nuova avventura che coinvolge Mapei. Da sempre legata a filo doppio al mondo dello sport, la multinazionale milanese si prepara a giocare un ruolo da protagonista in uno degli eventi motoristici...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi