L'ORA DEL PASTO. GRANFONDO, RITORNO AL PASSATO

GRAN FONDO | 15/07/2019 | 07:37
di Marco Pastonesi

 


Fine delle classifiche assolute per gli uomini e per le donne. Fine del primo-secondo-e-terzo, fine del podio, fine dei premi. La Granfondo Bike Division di Peschiera del Garda, in programma il 21 e 22 settembre, cambia rotta, registro, filosofia, mentalità, gerarchie, e cancella le classifiche assolute.


Era ora. Nate come competizioni non competitive, cioè con percorsi pensati e organizzati quasi come quelli per professionisti e dilettanti ma vissuti interpretati quasi come quelli per cicloamatori e cicloturisti, le granfondo sono diventate manifestazioni aperte a tutti e a tutto, frequentate da appassionati e frustrati, da puristi e dopati. L’esasperazione dell’agonismo (e l’inutile spargimento di premi e moltiplicazione di interessi) ha poi allontanato gli appassionati e i puristi, e alimentato i frustrati e i dopati. Fino al caso Zen: non l’arte della contemplazione e della meditazione, ma l’ex professionista Enrico scoperto positivo alla terza vittoria consecutiva nella Granfondo Sportful. Truccare il proprio corpo, e aggirare le regole, è una distorsione egoistica, narcisistica, economica, e un tradimento etico, morale, culturale.

Gli organizzatori della Bike Division hanno comunicato che “i premi riservati agli assoluti saranno ripartiti come premi di partecipazione di società”, invece “si vuole premiare il lavoro e lo spirito di squadra”, tant’è che “saranno premiate non più solo le prime tre, ma fino alle prime cinque società con il maggior numero di partecipanti”, e che “due premi saranno destinati a una premiazione a sorteggio fra tutti gli atleti che parteciperanno alla granfondo”, così che “per la prima volta il vero vincitore non sarà chi taglierà il traguardo a mani al cielo, ma saranno tutti i partecipanti che pedaleranno in uno spirito di sano sport e divertimento”. Rimarranno invece le classifiche di categoria. Comunque questo potrebbe essere l’inizio di un ritorno al passato, o forse solo il tentativo di ritrovare quei ciclisti emigrati verso le “randonnée” e le pedalate d’epoca.

L’importante è vincere o partecipare? L’importante è fare sport. Pedalare, correre, remare. Nuotare, tirare, placcare. Saltare, tuffarsi, lanciare. C’è un tempo per gareggiare e vincere, e certi risultati (penso alla maglia gialla conquistata da Giulio Ciccone) appartengono a tanti, se non a tutti (i francesi, per esempio si saranno dissociati). Poi però c’è anche un tempo per partecipare e arrivare. Con allegria, serenità, tranquillità. Con tenacia, fatica, sudore. E con la giusta, regolare, naturale lentezza.

Da piccoli, quando ci si accordava per una gara (“chi arriva primo”), ogni volta ci si chiedeva che cosa ci fosse in palio. A tasche vuote, ma con orgoglio e solennità, si rispondeva: la soddisfazione.

 

 

 

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COMMENTI
Bravo Pastonesi!
15 luglio 2019 11:48 andy48
Pezzo da incorniciare. D'accordo al 150%

Occasione mancata
15 luglio 2019 15:44 HerrPiter
Tutto vero (forse...) tranne il fatto che le classifiche di categoria restano e quindi cambia ben poco...e la migrazione temporanea di tanti granfondisti alle randonnée sta trasformando queste stesse in Granfondo visto lo spirito agonistico con cui i succitati fenomeni vi partecipano..

Finalmente cominciamo a capirlo
15 luglio 2019 17:05 59LUIGIB
Negli ultimi anni c'è più amore per il ciclismo visto come attività sportiva nelle Randonne e nelle ciclostoriche per bici d'epoca che nelle gran fondo era ora che qualcuno iniziasse a prendere posizione contro l'esasperazione i bari ed i "Cicloodiatori"

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