L'ORA DEL PASTO. PAOLA E UN GIRO PER LA SICUREZZA

NEWS | 26/04/2019 | 07:45
di Marco Pastonesi

 


Un giorno di vantaggio sul gruppo, sulla carovana, sulla corsa. Ma le stesse tappe, le stesse strade, gli stessi chilometri. Paola Gianotti, la giramondo, è pronta ad affrontare il suo secondo Giro d’Italia, 24 ore prima dei 176 corridori, dei 1500 addetti ai lavori, dei milioni di spettatori, prima di tutti.


Perché?

“Per la sicurezza. E’ il mio giro, o la mia campagna, per ricordare il rispetto dei ciclisti sulla strada. L’Italia, in percentuale rispetto agli abitanti, è il Paese con il maggior numero di auto, con il minor numero di ciclisti e con il maggior numero di morti in bicicletta. Uno ogni 35 ore. Una strage silenziosa. E’ il Paese in cui i bambini non vanno più in bici per paura, ma anche quello in cui la bike economy è in maggiore crescita. Oggi ha raggiunto i sette miliardi l’anno”.

L’anno scorso?

“Fu una novità, una scoperta, una sorpresa. Fu un’esperienza molto positiva. Le mie pedalate – di solito - mi portano fuori dal mondo: nella natura, nella solitudine, nel silenzio. Mi portano agli estremi. Invece quel giro d’Italia mi proiettò fra la gente, con la gente, nella vita di tutti i giorni. Non ci fu un solo giorno in cui pedalai da sola”.

Poi?

“La possibilità di vedere, conoscere, esplorare non il mondo selvaggio, ma quello quotidiano. Che per i ciclisti significa rischi, pericoli, incidenti, vite spezzate, limitate, ridotte. E ancora gli incontri: con la famiglia Pantani, con la famiglia Scarponi, e con ex corridori che continuano, a loro modo, a essere ambasciatori della bicicletta e del ciclismo, come Maurizio Fondriest, Cristian Salvato, Alessandro Ballan…”.

L’Italia?

“Ancora bella, bellissima, di una bellezza a volte travolgente. Fisicamente, fu dura. I chilometri, le distanze, le montagne… Non c’è villaggio, borgo, paese, che non abbia una salitella micidiale. E il Giro le comprendeva tutte”.

Stavolta?

“La stessa filosofia del 2018. Il mio staff, con fisioterapista, psicologo, uno specialista per i social e uno per l’organizzazione logistica. E il camper, dove dormire, anche se nel 2019 una tappa partirà da Ivrea, dove abito. Poi tanti ospiti, tutti quelli che si uniranno per un breve o un lungo tratto, o per un’intera tappa. Infine i miei appuntamenti con bambini e adulti, minitraguardi ed eventi, e sempre una squadra che mi accompagna negli ultimi chilometri di ciascuna tappa fino all’arrivo. In più, la speranza di poter pedalare non solo con gente del ciclismo, ma anche con quella fuori dal ciclismo, ma che si riconosce nei valori della bicicletta”.

A quali pensa?

“Il rispetto dei ciclisti, il rispetto dell’ambiente, il rispetto dell’umanità”.

Sulla strada, che cosa si può fare?

“Se nel 2018 la mia era una campagna di sensibilizzazione, nel 2019 lo sarà per azioni più concrete. A cominciare dalla distanza minima, quella di un metro e mezzo, nel momento in cui si sorpassa chi va in bici. Nelle scuole-guida non lo insegnano, ma quando un’auto o, a maggior ragione, un camion o un pullman superano, è come se aspirassero, come se risucchiassero fino a inghiottire chi va in bicicletta. Da quando ho applicato il cartello di un metro e mezzo nella parte posteriore dei miei pantaloncini, mi sono accorta che la situazione è cambiata: gli automobilisti rallentano, leggono, allargano, guidano con molta più attenzione e prudenza. Non mi era mai successo prima”.

Altrove?

“Recentemente sono stata a Gran Canaria. Là non esiste strada dove non ci siano spazi e segnaletica per proteggere i ciclisti. Di ritorno, volevo fare il giro del Lago di Garda: ma dopo una cinquantina di chilometri, sono tornata indietro, spaventatissima”.

Morale?

“Non è vero che i ciclisti sono i buoni e gli automobilisti sono i cattivi. Esistono ciclisti e automobilisti educati così come esistono ciclisti e automobilisti maleducati. Con una differenza sostanziale: il ciclista maleducato fa del male a se stesso, l’automobilista maleducato lo fa agli altri”.

Per chi va in bici?

“Come si diceva per chi va in moto: casco in testa, ben allacciato; e luci accese, anche di giorno. Meglio quelle lampeggianti: si notano e durano di più”.

 

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Bella medaglia d'argento di Sara Fiorin ai campionati europei su pista di Anadia. L'azzurra-brianzola della Ceratizit WNT Pro Cycling conquista il secondo posto nello Scratch riservato alla categoria donne under 23 dove si è vista superare soltanto dalla tedesca Messane...


Quello dell’undicesima tappa del Tour de France con arrivo a Tolosa è stato un finale palpitante non solo per l’appassionante contesa tra i pretendenti alla vittoria parziale ma anche per quanto accaduto nel gruppo dei big della generale. Qui...


Dalle lacrime in ospedale un mese fa alla vittoria al Tour de France: Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility) ha realizzato l’impresa più incredibile della sua carriera.  Oggi il norvegese, appena un mese dopo l'incidente e la frattura della clavicola al Giro...


Jonas ABRAHAMSEN. 10 e lode. Vittoria storica e meritata per il 29enne norvegese della Uno X Mobility. Corsa presa di petto, dove alla fine gli appuntano una medaglia. Corsa d’attacco, in una tappa breve ma spezzagambe, che alla vigilia dei...


È ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Umberto Parini di Aosta il ciclista imperiese Samuele Privitera, di 20 anni, della squadra Hagens Berman Jayco, caduto a Pontey, durante la prima tappa del 61° Giro Ciclistico della Valle d'Aosta - Mont Blanc,...


Prima di salire sul bus, gettarsi sotto la doccia e affidarsi alle cure del medico, Tadej Pogacar ha rilasciato qualche dichiarazione al termine di una tappa nervosa e alla fine anche complicata. «Un corridore della Uno-X Mobility (Tobias Johannessen, ndr)...


Un grande brivido a cinque chilometri dalla conclusione. Accelerazione sulla destra dei corridori della Visma Lease a Bike, scarto di Tobias Johannessen per cambiare traiettoria e arrotamento con Tadej Pogacar (solo loro, in realtà, sanno se uno dei due ha...


L'UCI annuncia che il Tribunale Antidoping dell'UCI ha emesso una decisione nei confronti del corridore olandese Antwan Tolhoek. Il Tribunale ha ritenuto il corridore colpevole di una violazione delle regole antidoping (presenza di steroidi androgeni anabolizzanti*) e ha imposto un...


Giornate noiose al Tour? Mai. E anche la tappa numero 11 - la Toulouse-Toulouse di 156, 8 km - non ha tradito le attese. Si diceva potesse essere una frazione da fughe e così effettivamente è stata con la vittoria...


Questa volta Filippo “Ago” Agostinacchio ce la fa e a meno di dieci chilometri dal traguardo di Aosta se ne va in stile “finisseur”. Una crono tutta casalinga per lui che vive nei pressi della via dello struscio aostano e...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024