| 01/03/2008 | 00:00 Carissimo Direttore ci risiamo, sono trascorsi 10 mesi dalla fine del Giro d’Italia, ed ecco che la Procura antidoping chiede 2 anni di squalifica per il vincitore Danilo Di Luca. E’ mai possibile, qualora Di Luca abbia commesso delle colpe, arrivare a due mesi dalla partenza del prossimo Giro d’Italia e richiedere una sospensione così assurda? Vogliamo iniziare una stagione nuova senza tante pippe mentali? Sicuramente la Procura antidoping ha molto da fare, ma è mai possibile che si debba partire ogni anno con situazioni vecchie di un anno? Il ciclismo ha bisogno di figure nuove, basta con il passato, basta con chi non sa assumere posizioni: cosa vogliono dimostrare questi dirigenti? Il ciclismo attualmente non ha regole, tutti contro tutti, una Federazione Internazionale ( UCI ) in balia del nulla, le Federazioni Nazionali che prendono posizioni solo perché gli Organizzatori dei Grandi Giri ( giustamente ) hanno avuto la forza di schierarsi contro l’UCI. I corridori disponibili a tutto ( Passaporto Biologico, Controlli a sorpresa, Codice Etico ) cosa devono fare di più? Oggi bisogna prendere in considerazione l’ipotesi di un blocco totale dell’attività. I corridori, non dimentichiamolo, sono i primi attori di questo teatro. Non capisco perché quando sono i corridori ad infrangere le regole tutti sono pronti a puntare il dito accusatorio, mentre quando sono i dirigenti ad infrangere le regole della privacy, nulla viene fatto contro di loro. Un esempio? Controlli mattutini ( Giro d’Italia ) fatti in una Hall di un hotel: credete davvero che sia normale e accettabile tutto questo? Hanno fatto qualcosa a questi fenomeni dell'antidoping? Andiamo avanti così, e in futuro magari gli hotel non saranno più così disposti ad ospitarci. Le regole vanno rispettate da TUTTI, basta con la platealità e la voglia di prima pagina. Altrimenti il ciclismo ha le ore contate.
Antonello Della Corte
ADC Sport & Management
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