Simoni vittima di una truffa

| 24/04/2004 | 00:00
Questa volta non è finito su Scherzi a parte, ma con ogni probabilità è piombato suo malgrado in un brutto giro, lui che i Giri è abituato a vincerli. Visti i contorni che sta assumendo questa vicenda, Gilberto Simoni si trova ad interpretare il ruolo di vittima ma non per scherzo.
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Giorgia Bronzini
e le sue compagne fanno festa
Qualche mese fa finì per fare bonariamente la figura del pollo davanti alle telecamere Mediaset, ma in questa circostanza c'è ben poco da scherzare, perché si tratta di una truffa bella e buona. La vicenda è finita su «l'Adige» di ieri. Argomento: soldi guadagnati e poi finiti nel nulla. Il trentino si dice vittima della società a cui si era affidato per incassare guadagni della sua attività. Per questo la Procura della Repubblica di Trento ha disposto una rogatoria. La vicenda è avvolta ancora da molti punti oscuri, tutti da verificare, ma l'unica cosa certa è che il campione sta cercando in tutti i modi di rientrare in possesso del denaro da lui guadagnato e derivante dai diritti d'immagine. E questo inseguimento è tutt'altro che facile, visto che da quanto risulta agli inquirenti, i liquidi sarebbero stati fatti passare da una società all'altra, da un Paese all'altro.
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Giorgia Bronzini con capigliatura iridata
Indagini, quindi, a tutto campo. Per i titolari della società si ipotizzano i reati di truffa e appropriazione indebita, anche se in questa fase, prima di dare una formulazione delle imputazioni, sarà necessario ascoltare le parti, che al momento non sono state ancora sentite. Ma Simoni a chi si sarebbe affidato? Pare ad un'azienda di diritto portoghese, la Bfm, che dal 1999 al 2001 ha gestito l'immagine del corridore di Palù di Giovo, e che nello scorso mese di dicembre ha deciso di citare in giudizio il corridore chiedendo 2 milioni e 500 mila euro (quasi 5 miliardi di lire) a titolo di risarcimento danni. Questo nasce dalla scelta di Simoni di passare alla Saeco (la sua attuale società), una decisione che, secondo gli avvocati della Bfm, rappresenterebbe una violazione di un contratto di esclusiva che il corridore si era impegnato a rispettare per sei anni. A dicembre attacca quindi la Bfm, lo scorso mese di gennaio risponde prontamente Simoni, che va al contrattacco presentando querela per truffa e appropriazione indebita. Gilberto Simoni, contattato da noi telefonicamente, non ha però voluto rilasciare commenti o precisazioni, non smentendo però di fatto la notizia apparsa su «l'Adige». La situazione è complessa, intricata, con molti lati oscuri. Il corridore assicura però di essere caduto in un imbroglio, uno scherzetto di 735 mila euro (quasi un milardo e mezzo di lire), che potrebbero aver fatto il giro del mondo e di cui ad oggi si sono perse le tracce. Un gioco di scatole cinesi e, forse, di paradisi fiscali, anche se per l'avvocato Cristiano Conte (difensore del corridore), che esercita nel Foro di Roma, questa è un'ipotesi priva di qualsiasi fondamento.




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