Santi: impossibile oggi conciliare pista e strada a livello top
| 18/01/2008 | 00:00 Sull'aereo che lo portava in Argentina per il Tour de San Luis, l'organizzatore della Sei giorni di Fiorenzuola, Claudio Santi, ha espresso a Tuttobiciweb le sue idee riguardo ai grandi campioni del ciclismo su strada che, nell'anno olimpico, si dicono pronti, in linea teorica, a partecipare all'olimpiade su pista.
«Nel ciclismo degli anni Duemila, ciclismo di grande specializzazione, non è possibile per nessuno primeggiare sia su strada che su pista. Per fare bene in un evento come l'Olimpiade ci vogliono due anni di preparazione specifica e voglio vedere quale campione della strada sarebbe disposto a rinunciare a due anni di guadagni e di visibilità per inseguire un risultato che non è nemmeno scontato. Ci sono movimenti - in Australia, Gran Bretagna e Russia per dirne alcuni - che si concentrano prevalentemente sulla pista ed è difficile che sbaglino un appuntamento importante come quello dei Giochi. In Italia siamo indietro e per certi versi anche presuntuosi sotto questo punto di vista: sbagliano alcuni grandi vecchi a vedere il ciclismo come era più di trent'anni fa, quando si poteva fare bene in tutti e due le specialità. È bene ricordare, infatti, che con i tempi con cui trent'anni fa si vincevano i mondiali oggi non si andrebbe in finale nemmeno nella rassegna iridata per juniores. Bisogna riconoscere che siamo davanti a due discipline del tutto diverse e incompatibili ad altissimo livello».
Francesco Cerruti
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