Il ciclismo rischia il collasso

| 28/10/2007 | 00:00
Stiamo scherzando con il fuoco, stiamo scherzando da tempo, ma a pochi sembra interessare, di sicuro non interessa all'Uci che del bene del movimento e della storia di questo sport se ne fa un baffo. Guarda ai numeri, al potere da gestire, ai soldi da incassare. Questo sì. Puntuale come la scheda esattoriale anche quest'anno è giunto il nuovo regolamento, con tutte le clausole e le garazie da presentare entro e non oltre la fine di questo mese. Nascosta, molto ben nascosta, ma visibile il giusto per essere pagata, una righetta nella quale l'Uci consiglia un broker assicurativo. Nulla di male, direte voi. Ma non è proprio così. Anche perché le squadre avranno ben il diritto di scegliere l'offerta migliore? Avranno il diritto di rivolgersi al consulente di fiducia? In questo modo l'Uci cerca invece di vincolare sempre di più le squadre, in particolare quelle «Professional», dicendo in pratica che con questa società si è garantiti al 100% nelle corse riconosciute dall'Uci. Concetto sibillino, in quanto domani, dopodomani potrebbe dire che il Giro, la Vuelta e anche il Tour non sono più riconosciuti e le squadre si trovano spalle al muro. E' di ieri, invece, l'ultima «suppostina». Sempre a tutti i team «Professional», l'Uci ha inviato una notta nella quale si chiede ai team manager l'adesione per entrare a far parte di un «paniere» dal quale pescare le formazioni più meritevoli da schierare al via delle corse Pro Tour. Costo dell'operazione 5 mila euro a fondo perso (così, tanto per gradire). L'adesione dovrà arrivare entro e non oltre il prossimo 15 novembre. Anche questa è un'operazione atta a vincolare, e di molto, le squadre «Professional», che da un lato si sentono gratificate perché possono correre nel Pro Tour (anche se oggi non vale assolutamente niente, visto che i Grandi Giri e le corse Monumento sono fuori dal circuito), dall'altra però si concedono mani e piedi all'Uci. Come? Se una squadra sposa l'idea e invia entro il 15 la propria adesione e richiesta per poter correre le corse di Pro Tour, l'Uci domani potrebbe dire: c'è da correre il Giro di Germania, non puoi correre in contemporanea il Giro d'Italia. Insomma, le squadre di Pro Tour sono sul piede di guerra ma loro stesse si aspettano a giorni per non dire a ore la «suppostina» e l'Uci sta preparando il blocco totale dell'attività creando vincoli anche a quelle «Professional». L'obiettivo è chiaro: togliere le squadre ai Grandi Organizzatori. Bloccare tutto: là non si corre. E' fantaciclismo? Probabile, e qualora fossimo smentiti, siamo pronti a rettificare le nostre opinioni. Ma l'esperienza accumulata in questi anni ci dice che qui gatta ci cova. E cova malissimo. Per tutti.
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