Cameron Wurf, l'Australia lancia l'ex canottiere

| 22/09/2007 | 00:00
Cameron Wurf: chi era costui? Verrebbe da chiederselo, anche a molti addetti ai lavori del mondo del ciclismo internazionale… Un punto interrogativo più che legittimo se consideriamo che questo ragazzone di 184 centimetri per 72 chili di peso, dai capelli rossicci e nato a Sandy Bay/Hobart in Tasmania il 3 agosto 1983, ha preso parte alle Olimpiadi di Atene 2004 con la nazionale australiana sì, ma di… canottaggio, nella specialità del due senza e piazzandosi alla fine 16°. Ma, almeno indirettamente, Cameron conobbe il ciclismo proprio ad Atene 2004, quando alzò un pò il gomito per festeggiare degnamente il quartetto Aussie vincitore della medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre, brindando e familiarizzando con Brett Lancaster, Graeme Brown & C. Nel novembre 2006, preoccupato dal principio di tendinite ad un polso che lo aveva costretto ad abbandonare temporaneamente il canottaggio, Wurf scoprì la bicicletta giusto per provare a tenersi in forma e quindi, a metà gennaio 2007, indossando la maglia celeste e nera del team TIS (Tasmanian Institute of Sport) , decise di prendere parte ai campionati australiani in programma a Ballarat. Concludendo al quarto posto assoluto nella prova a cronometro Elite e Professionisti vinta dallo specialista Nathan O’Neill, l’atleta proveniente dalla Tasmania sbalordì se stesso e tutti gli osservatori: alla fine il dado era tratto e la decisione di cimentarsi con più convinzione in questo sport era ormai presa. Cameron finì 16° nel campionato australiano su strada e successivamente, ad aprile, prese parte al Tour de Georgia (USA) piazzandosi 68°. Tornato in patria a inizio maggio, dominò la prova a cronometro della categoria Elite ai Giochi dell’Oceania, a Brisbane, terminando poi 6° su strada. L’eco delle clamorose imprese del ventiquattrenne Cameron Wurf varcò gli oceani e arrivò fino all’Italia, a Castronno di Varese, dove da due anni è fissato il quartier generale delle squadre nazionali australiane di ciclismo in Europa, sotto la guida di Shayne Bannan e di Brian Stephens. «Cosa posso fare per essere selezionato per il campionato mondiale a cronometro?»: sembra che siano state le prime parole dette dal debuttante Cameron di fronte ai due esperti coach Aussie, più divertiti che irritati da tanta ingenua spavalderia. «Dovrai fare molta esperienza ed essere tra i migliori nei test premondiali che sono già fissati per la nostra squadra». Questa è stata la (probabile) risposta. Dirottato per un paio di mesi alla società ciclistica Gruppo Lupi, con sede a San Marino, Wurf ha sfoggiato spesso una determinazione a prova di bomba, quasi alla… Forrest Gump, piazzandosi 15° nel Giro del Veneto e delle Dolomiti (e 3° nella cronotappa conclusiva), 31° nel Giro della Valle d’Aosta e mostrandosi tra i più tenaci e combattivi al Giro della Toscana. Ma il vero capolavoro, il poderoso ciclista venuto dalla Tasmania lo ha compiuto sbaragliando il campo dei 21 partecipanti alla Chrono Champenois, disputata domenica scorsa a Betheny, nella zona dello Champagne e di Reims: 33 km. e 400 metri volati in 42’41”30 alla media di 46,950 km. orari, precedendo il quotato polacco Taciak e il danese Tronborg, in questa classica francese del tic-tac vinta negli anni passati anche da big del calibro di Laszlo Bodrogi, Tomas Vaitkus e Andrei Kunitski. E adesso tutti prendono finalmente sul serio l’ex-giovane speranza del canottaggio australiano convertitasi al ciclismo, tanto che per il mondiale a cronometro di Stoccarda la sua presenza sembra essere ormai certa (dopo il no di Bradley McGee e la cooptazzione di Michael Rogers, anche Cadel Evans potrebbe scegliere di concentrarsi solo sulla prova su strada: decisione in extremis)… Una bella favola a lieto fine, dunque, che ci insegna come soprattutto nel ciclismo non bisogna mai dire mai. Intanto, Cameron Wurf ha rilasciato una breve dichiarazione che gli fa onore: «Ci sono molti soldi nel ciclismo e niente nel canottaggio, ma il bello per me è proprio il fatto di provenire da questa disciplina così povera, che ho praticato solo per amore e senza fini economici, traendone degli insegnamenti preziosi». L’ultima annotazione riguarda quella vecchia volpe di Riccardo Magrini, l’ex-professionista montecatinese che ha già messo gli occhi su questo ennesimo astro nascente del ciclismo australiano, proponendogli alcuni interessanti contratti di sponsorizzazione. Luogo delle trattative si dice che sia stato un Aero… porto. Stefano Fiori
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