Tuttosport. In pista pronti a cambiare tutto

| 29/08/2007 | 00:00
TUTTO era iniziato lo scorso 20 giugno, quando la nostra Federciclo emetteva un co­municato tanto inatteso quanto drastico: “ Il Consiglio di Presidenza della Federa­zione Ciclistica Italiana, riu­nitosi a Milano, ha attivato un’analisi delle attività svolte a livello tecnico e organizzati­vo, incontrando il Direttore Tecnico Silvio Martinello e il Commissario Tecnico Sandro Callari, per una verifica sul progetto Pechino 2008. Ha confermato la validità dello stesso che ha sortito i risulta­ti individuati. Ha preso, inol­tre, atto della attuale incom­patibilità fra i due responsa­bili nella corretta esecuzione del progetto stesso. Ha preso atto delle rispettive relazioni e li sospende dalla loro atti­vità con effetto immediato, e dà incarico al Presidente Fe­derale di garantire la gestio­ne ordinaria, in attesa della convocazione del Consiglio Federale”. I due tecnici ven­nero successivamente reinte­grati a tempo determinato per permettere loro di prose­guire l’attività in vista dei prossimi Giochi Olimpici. Ma risultava evidente che la ria­bilitazione definitiva di en­trambi sarebbe stata assai difficile, anche perché nel frattempo lo stato di salute della nostra pista è peggiora­to ulteriormente e i risultati hanno palesato una realtà quantomeno improduttiva. Insomma, se la Fci dovesse stilare oggi un nuovo comuni­catoi termini e i noti in meri­to al cosidetto “ progetto Pe­chino” sarebbero molto diver­si. Dunque, che cosa capiterà in futuro? A Dalmine, dove in questi giorni si stanno svol­gendo i Campionati Italiani, abbiamo raccolto alcune voci che indicano nell’inizio di ot­tobre il periodo fondamentale per il futuro della nostra pi­sta. Ci spieghiamo meglio. Appena dopo il Mondiale su strada di Stoccarda ( la prova conclusiva dei professionisti su strada è programmata per domenica 30 settembre), il presidente federale Renato Di Rocco incontrerà Silvio Mar­tinello e Sandro Callari. Valu­tata e confermata come in­compatibile la coesistenza fra i due, molto probabilmente si procederà a una rivoluzione tecnica, con la rinuncia di en­trambi, anche perché nel frat­tempo - come abbiamo sottoli­neato - la pista non ha pro­dotto risultati interessanti. Insomma, il progetto Pechino diventerà di fatto un “ proget­to Londra 2012”, con largo spazio agli juniores in prima squadra. Per i prossimi Gio­chi cinesi, l’Italia dei velodro­mi si presenterà con i più gio­vani e magari con la conferma di pochissimi atleti seniores che in questi anni hanno di­mostrato fedeltà ( Chiappa su tutti) o competitività assolu­ta ( la Carrara). Per il resto, lo staff tecnico sarà rivoluzio­nato, anche se a Martinello si riconosce un grosso apporto organizzativo mentre Callari resta un allenatore di provate qualità ( ma qualcuno in Fci lo accusa di essersi occupato troppo di strada e assai meno di pista). L’importante, co­munque, sarà chiarirsi senza rancori, perché ciò che preoc­cupa maggiormente è la diffi­coltà del nostro glorioso cicli­smo su pista di guadagnare posizioni che lo riscattino dal­l’attuale anonimato. da Tuttosport del 29 agosto 2007 a firma Paolo Viberti
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