| 11/08/2007 | 00:00 Alessandro Petacchi davanti alla Commissione d'appello della federciclismo. Il corridore della Milram, positivo al salbutamolo durante il Giro d'Italia, e' stato prosciolto dalla Commissione disciplinare che non ha comminato la squalifica di un anno chiesta dalla procura antidoping del Coni. La Commissione d'appello, presieduta dall'avvocato Salvatore Minardi, deve valutare la competenza dell'organismo.
Duro l'intervento del capo della Procura Antidoping Ettore Torri.
«Le mie non sono vocazioni punitive. Faccio solo il mio dovere e, per me, Alessandro Petacchi ha commesso una violazione. Voglio sapere se un atleta ha il diritto di oltrepassare un limite». E ha aggiunto nel suo intervento davanti alla Caf: «La mia richiesta di un anno di squalifica si basa sulla considerazione di un'assunzione di salbutamolo in eccesso non specifico. Se l'assunzione dovesse essere invece ritenuta specifica, accoglierei positivamente anche una sanzione minore».
Al procuratore interessa l'affermazione del principio secondo cui «non bisogna superare un limite» relativo ad una sostanza proibita anche «in presenza di un'esenzione».
Il capo della procura antidoping del Coni ha lasciato intendere che se l'assunzione di salbutamolo risultasse dovuta all'uso specifico (la cura dell'asma da sforzo, ndr), si potrebbero configurare pene inferiori ad un anno o anche un'ammonizione. Per uso specifico va inteso un farmaco usato effettivamente per curare un determinato sintomo: «Sulla sanzione abbiamo chiesto un anno perchè abbiamo ritenuto l'eccesso di salbutamolo non specifico», ha spiegato Torri. «Voglio solo che venga stabilito il principio della non superabilità dei limiti». Il rappresentante legale di Petacchi, Agostino Gurdamagna, ha voluto sottolineare che «non vi è stato alcun uso al di fuori di quello terapeutico. Petacchi non ha inalato la sostanza per doparsi». Al termine dell'udienza è stato lo stesso ciclista spezzino a ribadire ad aver usato la sostanza soltanto per una necessità effettiva: «Ho assunto quel prodotto sia quando vincevo le trappe sia quando arrivavo a mezzora di distacco. Ne avevo bisogno e posso assumerlo solo per via inalatoria», ha detto il corridore.
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