Fanini chiede un inchiesta sul caso Cox

| 02/08/2007 | 00:00
Ivano Fanini è sconvolto per la tragedia che ha colpito ancora il ciclismo e commenta atterrito: «il sudafricano Ryan Cox è stato un mio corridore, era il 2000 quando l’ho lanciato 19 enne nel professionismo e dall’anno successivo è stato un crescendo fino all’arrivo nella Barloword di Claudio Corti. Spero che si tratti di un problema che non abbia a che fare con il doping. Anche se una vicenda così invita sempre a riflettere. E pensare ad esempio a quanti corridori fanno ricorso all’epo che rende il sangue denso come la marmellata e può provocare seri problemi vascolari. E il sistema, come provano le recenti confessioni e i fatti accaduti al Tour, è ampiamente diffuso. Con rischi evidentissimi. Mi auguro che non sia così, ma se per Ryan, avesse avuto un ruolo decisivo la sua fragilità congenita? Se ci fosse questo dietro ai problemi alle arterie? Adesso qualcuno dirà che sono sempre il solito, che parlo a sproposito quando muore un atleta ma non è così. Di tutti gli scandali e purtroppo anche delle morti, bisogna parlarne perché devono servire per cambiare le cose una volta per tutte. Questa volta faccio appello all’UCI perché venga aperta immediatamente un’inchiesta che chiarisca le vere cause di questo decesso. E’ il momento per continuare con forza l’opera di pulizia, andando in fondo a questa storia perché l’UCI non può far passare queste morti sotto silenzio, senza fare tutto il possibile per stanare gli eventuali responsabili e la loro omertà. Gli atleti passati nelle mie squadre negli ultimi 25 anni, tra dilettanti e professionisti sono stati centinaia e già cinque sono morti prima ancora dei 30 anni, a parte Galletti, 38 anni. Non mi sembra una cosa normale. Nel mondo credo che i morti siano centinaia. Gli atleti della mia squadra correranno in memoria di Ryan Cox da domani in Francia al tour di Alsazia con il lutto al braccio . In questo momento siamo tutti vicini alla sua famiglia, uniti al loro dolore, ogni nostro risultato sarà dedicato a lui».
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