Zomegnan: non possiamo tradire la magica gente del ciclismo
| 29/07/2007 | 00:00 Angelo Zomegnan, direttore di RCS Sport, parla ai microfoni di RaiSport ed il suo è insieme un atto d'amore per il ciclismo e un atto d'accusa per l'Uci.
«Arrivando qui in metropolitana, ho percorso due volte su e giù i Campi Elisi e ho incontrato ancora una volta il meraviglioso popolo del ciclismo: A loro dobbiamo delle risposte, a loro dobbiamo indicare la strada: noi sappiamo dove vogliamo andare mentre purtroppo chi guida la federazionemondiale questa certezza non ce l'ha».
Sul Tour per nazionali: «È un'idea che ho in testa fin dal 2004, quando ho assunto la responsabilità del Giro d'Italia e sarebbe bello riuscire a realiuzzarla in occasione del Giro del Centenario, nel 2009, per fare qualcosa che sia realmente diverso e che resti nella storia. Sarebbe bello inaugurare proprio in quella occasione una sorta di turnover tra i grandi giri. Anche perché il ciclismo è il solo grande sport al mondo che vede impegnata la nazionale un solo giorno all'anno, nazionale che comunque continua ad essere amata nonostante l'Uci, a partire dal 1995, stia facendo di tutto per ucciddere il mondiale in data unica».
Sull'Uci. «Mi piace precisare che all'inizio della primavera Uci, squadre e grandi giri hanno sottoscritto un accordo, dandosi tempo fino al 21 settembre prossimo per cercare nuove soluzioni che potessero risaolvere il problema di un ProTour che noi grandi organizzatori non abbiamo mai voluto. Invece di discutere, ci troviamo iscritti senza averlo chiesto, nel calendario ProTour del 2008».
Su Rasmussen. «McQuaid e l'Uci non hanno applicato le regole. C'è un articolo che dice chiaramente come un corridore, che nei 45 giorni che precedono un grande giro salta un controllo antidoping, non può partecipare a quel Giro. È successo con Rasmussen prima del Giro e l'Uci non ci ha informato, è successo ancora con Rasmussen prima del Tour e l'Uci non ha detto nulla. Ricordo che io ho scritto due lettere a McQuaid per sapere chi poteva partire per il Giro e a quelle lettere non ho mai ricevuto risposta. E se anche McQuaid vuol far cambiare quall'articolo del regolamento, almeno fino a settembre è costretto ad applicarlo, ma non lo ha fatto».
Su Contador. «Un altro caso clamoroso, con un corridore prima coinvolto e poi scomparso dalle liste senza che se ne conoscesse il motivo. Le seimila pagina da leggere? È incredibile, sono passati 14 mesi e non abbiamo ancora risposte sull'Operacion Puerto. Io credo che se portassimo le seimila pagine alla redazione della Gazzetta dello Sport, l'indomani sarebbero state lette e si lavorerebbe su uno speciale di venti pagine da pubblicare il giorno dopo. Non è possibile che all'Uci ci mettano così tanto... Non vorrei dover assistere a qualcosa di clamoroso alla vigilia della Vuelta come accade oprmai prima di ogni grande giro».
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