Wada: squalifica di 4 anni per chi assume steroidi

| 24/07/2007 | 00:00
Aumentare fino a quattro anni la sanzione in caso di positivita' agli steroidi e ridurre la pena prevista per chi fa uso di altre sostanze vietate come gli stimolanti. E' quanto proporra' Richard Pound, presidente dell'Agenzia Mondiale Antidoping (Wada), in occasione della terza Conferenza Mondiale Antidoping in programma a Madrid dal 15 al 17 novembre. In caso di accordo, la modifica all'attuale codice Wada potrebbe entrare in vigore gia' dal primo gennaio del 2008. "Nel 1999 -dice Pound in un'intervista all'agenzia tedesca Dpa- c'era chi considerava eccessiva una pena di quattro anni. La Fifa, la Fina e la Fiba", le federazioni mondiali di calcio, nuoto e basket, "ritenevano che con sanzioni di quattro anni un atleta avrebbe potuto rivolgersi alla giustizia e ottenere una sentenza assolutiva. Questo ci fece ripiegare su una sanzione (in caso di prima positivita', ndr) di due anni. Pero' ora abbiamo i dati per dimostrare che se assumi steroidi, ti cacciano e torni dopo due anni continui ad avere vantaggi sportivi. Per questo due anni non sono sufficienti, devono essere quattro. Credo che il mondo sia pronto per questo". In altri casi, aggiunge Pound, "due anni sono troppi. Mi riferisco a sostanze come l'efedrina e gli stimolanti...", il cui utilizzo potrebbe portare in futuro a sanzioni comunque "inferiori a un anno, dipendera' dalle circostanze". Secondo Pound, la prossima conferenza mondiale antidoping rappresenta "una buona opportunita' per illustrare quanto fatto durante gli ultimi otto anni. E per confermare la fiducia nel codice mondiale antidoping. Abbiamo dedicato molto tempo allo sviluppo del codice assieme alle federazioni sportive internazionali, i comitati olimpici nazionali e i governi. Ora abbiamo quattro anni di esperienza e gli strumenti per migliorarlo. A cominciare, ad esempio, dall'introduzione di pene di quattro anni". Recentemente l'atleta Usa Marion Jones, coinvolta nello scandalo Balco sul doping, ha ammesso di essere sull'orlo della bancarotta: "e' una vergogna, ha speso tutto il suo denaro in avvocati e pubbliche relazioni. Ma ha convinto solo quelli dell'Usada (Agenzia antidoping statunitense, ndr), ora deve convincere il mondo". Alcuni atleti hanno criticato il sistema dei controlli in quanto invasivo della privacy: "se si avvisa 30 minuti prima di un controllo si possono fare molte cose...Questo e' il prezzo che si paga se sei un atleta famoso".
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