L'ABC DI COSTA | 11/05/2018 | 17:09
di Angelo Costa -
A come antiasmatico. Nel senso di farmaco per trattare l’asma. Nonché uno degli argomenti in gran voga in questa edizione del Giro: c’è chi è convinto che Ventolin e Clenil siano due sponsor della corsa. Altri addirittura pensano che si tratti di un veneto e di un francese che possano ambire al successo finale: trattandosi di terapie inalatorie, meglio dire aspirare. Non bastava l’ormai arcinoto caso di Froome, che da una vita combatte con l’asma e da otto mesi combatte per dimostrare di averla curata senza infrangere i regolamenti: adesso se ne parla per via della maglia rosa Simon Yates, che per l’identica patologia e l’identico ricorso a un medicinale, in passato è stato sospeso per quattro mesi. Anche su questa vicenda c’è dibattito: confondendolo col fratello gemello, c’è chi attribuito la sanzione ad Adam Yates. Anche questo è diventato un caso: di marasma.
O come ottimismo. Nel senso di fiducia in ciò che ti aspetta. Al Giro si spera sempre che il futuro riservi belle sorprese: in particolare, che un italiano vinca una tappa, che un italiano prenda la maglia rosa, che un italiano entri nell’albo d’oro, che un italiano in tv parli bene l’italiano. Maestro di questa particolare filosofia è il britannico Chris Froome, che fin da quando è nato soffre d’asma ed è convinto che verrà perdonato per aver usato un medicinale in eccesso: in pratica, un inguaribile ottimista. Forte del suo passato, si è presentato al via della corsa senza nascondersi, dicendo a chiare lettere di puntare alla vittoria finale: classico esempio di visione rosea. E’ sereno e fiducioso nonostante gliene stia capitando una al giorno: a Gerusalemme, dopo che è caduto durante la ricognizione della crono e si è grattugiato come una forma di grana, ha detto ‘Tutto bene, il mio obiettivo era arrivare’. Il giorno del trasferimento, dopo che compagni e tecnici lo hanno abbandonato in una saletta dell’aeroporto, ha detto: ‘tutto bene, il mio obiettivo era arrivare con gli altri’. A Caltagirone, dopo che ha lasciato per strada 17 secondi rispetto a Dumoulin, ha detto: ‘Tutto bene, il mio obiettivo era arrivare con gli altri della classifica’. Sull’Etna, dopo aver investito un fotografo sul traguardo e trascorso due ore all’antidoping, ha detto: ‘Tutto bene, il mio obiettivo era arrivare con gli altri in albergo’. Di questo passo, nel caso dovesse andargli male il Giro, c’è il rischio che confessi: ‘Tutto bene, il mio obiettivo è arrivare a capire chi me l’ha tirata’.
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