RICCÒ SI RACCONTA IN "CUORE DI COBRA"

LIBRI | 07/05/2018 | 12:05
Arriva domani in libreria in concomitanza con la prima tappa del Giro d'Italia e la sua copertina rosa è un chiaro richiamo alla corsa. «Cuore di cobra» è il secondo libro in cui Riccardo Riccò racconta la sua storia e la sua verità, stavolta in tandem con il giornalista Dario Ricci di Radio24 (edizioni Piemme, euro 17,90, euro 6,99 in versione ebook).

Confessioni di un ciclista pericoloso recita il sottotitolo: «Racconto il ciclismo, sperando che la verità, che non può cambiare ciò che è stato, possa almeno contribuire a cambiare ciò che sarà».

Qualche passaggio: «Pensate che i grandi che hanno scritto la storia del ciclismo e che sono stati coinvolti a vario titolo in scandali doping fossero diversi dal resto del gruppo? Che fossero migliori o peggiori degli altri? Credete che, prima di loro, di quegli anni, la situazione fosse diversa, o che possa essere cambiata negli anni successivi? Pensate che si possano fare 200 chilometri al giorno per tre settimane tra sole, gelo, pioggia, vento e neve solo a pane e acqua? Pensate che si possa davvero vincere così, o che ci sarebbe mai una tv disposta ad aspettarti al traguardo in diretta per 7, 8, 10 ore, cioè il tempo fisiologico per un tappone di montagna con 4.500 metri di dislivello? E, una volta arrivati, essere pronti già il mattino dopo a rifare la stessa cosa? Vi siete mai chiesti perché ogni tappa di un grande giro arriva d'abitudine tra le 17 e le 17,30? Perché in quell'orario si deve arrivare, se no "non ci stiamo con il palinsesto, e addio a pubblicità e spot."
Per farci coraggio, per sopportare quella fatica immane, ci chiamiamo El Diablo, o il Killer, o il Re Leone. O il Cobra, come me. Per darci forza, perché così ci vogliono le persone che ci aspettano anche per giorni accampati su una curva.
E, allora, come polli d'allevamento, ci alleniamo e ci "curiamo", qualcuno per vincere, i più semplicemente anche solo per tenere il passo, stare a ruota.

Solo col doping non vinci. Senza doping non vinci. Questa è la regola aurea del gruppo.
Forse avrei dovuto rinunciare a quel soprannome, Cobra, troppo minaccioso, infido. Roba da far paura agli avversari, ma quasi anche a me. In fondo, ero soltanto uno del gruppo».
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COMMENTI
caro Cobra
7 maggio 2018 12:44 noccio
Caro Riccardo, magari poi saranno anche affermazioni tutte vere (ma io voglio credere di no)....magari sarano tutti dopati....ma ti dico due cose:
1) primo: con la tua affermazione allora dai ragione a chi non è del mestiere o un grande appassionato come me che dice "ciclisti tutti dopati", mettendoci dentro anche quelli che si svegliano alle 5 per pedalare prima del lavoro o come me che amano questo sport e che quel poco che pedalano lo vivono con grande gioia
2) Dici che sono tutti dopati i prof? Bene, tu sei stato in quel mondo e io solo un umile amatore, quindi non posso smentirti a priori. Ma se amavi davvero questo sport, parlavi prima. non l'hai fatto perchè altrimenti non avresti potuto più correre? bene, lo capisco e in parte lo posso anche condividere, ma mi spieghi il senso di parlare ORA di tutto questo? Cosa fai aiuti il ciclismo? Aiuti a debellare il doping?....non credo proprio. A mio parere tutto questo non serve a nulla, se non forse a riempirti un pò di più il portafoglio....
Purtroppo questo è quello che porti a pensare.

E in ultimo: ripeto, capisco i motivi per cui una persona possa arrivare al doping per non perdere il sogno di fare quello che ama (a prescindere che sia sbagliato), ma una persona che è stata così stupida e incosciente a rischiare di morire, forse dovrebbe solo che riflettere e stare zitto.
Ma guai a impedirtelo, esiste la libertà ci mancherebbe...come la libertà di scegliere di rischiare di perdere la vita....

G.B.

..
7 maggio 2018 13:34 Legend
Talmente interessante che non farò neanche la fatica di cercarlo online. Diciotto euro, non so se ridere o piangere

m'ha!!
8 maggio 2018 11:42 paoletta
Perchè dare spazio ancora a un personaggio del genere

Complimenti alla Casa editrice...
8 maggio 2018 15:49 mdesanctis
... dopo il libro di Danilo Di Luca pubblicano quest'altro capolavoro da Premio Pulitzer (ma solo perché quest'anno il Nobel della Letteratura non viene assegnato), che getta fango sul movimento anziché sugli stessi autori.
Vergogna!!!
mdesanctis

Un altro protetto
8 maggio 2018 19:54 9colli
è si ho scoperto un altro protetto.......mai dire qualcosa sui protetti !!!

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