DONNE | 06/12/2017 | 07:40 «Il pensiero di poter tornare in bici, anche per un solo giorno, mi ha salvato la vita». Il ciclismo è pieno di storie da raccontare, di aneddoti, di sudore, lacrime e gioia; quello che è successo a Sofia Cilenti, però, rasenta il miracolo e merita un'attenzione particolare.
Sofia, 22 anni, torinese di nascita, inizia a correre da giovanissima nel Velo Club Eporediese; le piace pedalare, si diverte, vince o comunque si difende egregiamente: “Di quegli anni – dice – mi piace ricordare il secondo posto ai campionati italiani di velocità in pista”. E' brava la Cilenti e non è una che molla facilmente così prosegue nella sua scalata, nelle varie tappe di avvicinamento al suo sogno: quello di arrivare un giorno ad essere una professionista. Passa nelle allieve con la Canavesi Ornavasso (“grande vittoria a Marcallo Con Casone”), poi nelle junior con la Ju Sport con la quale ottiene diversi piazzamenti. Nel 2012, però, in un giorno apparentemente normale, le crolla il mondo addosso. Una stanchezza prolungata e inspiegabile la costringe ad una serie di analisi i cui risultati sembrano una sentenza: linfoma del sangue, un tumore raro per una ragazza appena 17enne; una mazzata che avrebbe steso chiunque, figuriamoci uno “scricciolo” come lei.
Neppure il tempo di prendere confidenza con il mondo che Sofia è già ad un bivio: da una parte la brutta bestia che troppo spesso ti disintegra costringendoti alla resa, dall'altra l'idea di libertàchiamata bicicletta.
“In quei momenti bui – ricorda la Cilenti – dove le cure ti mangiano pian pianino, i dolori e la debolezza sono all'ordine del giorno e i viaggi da casa all'ospedale ti paralizzano la mente... ho trovato la forza di aggrapparmi a quello che più amavo: il ciclismo. Volevo tornare in sella a tutti i costi”.
Ed è proprio questa volontà che sembra aver favorito la reazione di Sofia alle medicine. Due anni di terapie durissime e poi la luce in fondo al tunnel: “Ricorderò per sempre il momento in cui sono risalita in bici – racconta una entusiasta Sofia – pochi km ma fantastici, da sola anche se mio papà mi seguiva a distanza; un'emozione unica. Ecco perchè posso dire di essere stata salvata dal ciclismo”.
Il resto è storia di oggi con l'approdo alla Conceria Zabri di Manuel Fanini dopo una parentesi con la Servetto Footon. “Ho molti obbiettivi per la prossima stagione – ha sottolineato Sofia Cilenti – per prima cosa voglio migliorarmi così da ottenere qualche buon piazzamento e mettermi quindi in evidenza; poi, soprattutto, voglio essere d'aiuto alle mie compagne. Mi piacciono i percorsi saliscendi; sono piccola fisicamente ma scattante”.
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