SI È SPENTO VINCENZO DI CUGNO, PAPÀ DEI GIUDICI

LUTTO | 17/11/2017 | 09:04
Si è spento questa mattina, nella residenza milanese che lo ospitava, Vincenzo Di Cugno. Classe 1919 - «come Coppi» amava sottolineare - è stato il fondatore dei giudici di gara e molto ha fatto in ambito ciclistico. Per ricordarlo, vi proponiamo il ritratto che il nostro Giuseppe Figini gli aveva dedicato sul far della primavera.
Alla famiglia Di Cugno giungano le nostre condoglianze.



Sono sempre un piacere, sempre motivo per approfondire conoscenze e apprezzarne la preparazione, anzi la cultura ciclistica (e non solo) di un signore la cui nascita è stata registrata all’anagrafe il 3 gennaio 1919, le visite a Vincenzo di Cugno. Ricordando l’anno di nascita è solito soggiungere, con un arguto sorriso, “1919, l’anno di nascita di Fausto Coppi”.

Il secolo è vicino ma la memoria, l’eloquio, la conoscenza della materia ciclistica nei suoi fondamenti di base, comunque sempre attuali, non tradiscono assolutamente gli anni prossimi alla tripla cifra.
E’ un personaggio che ha avuto un ruolo di primo rilievo nella strutturazione dell’impianto delle regole ciclistiche, soprattutto nel secondo dopoguerra, quando è stato fra i fondatori della categoria dei Giudici di Gara di ciclismo dei quali è stato il primo presidente.

In una recente e sempre istruttiva visita nella sua bella casa milanese che si affaccia sul Parco Solari, distraendolo dall’ascolto della sua amatissima musica operistica della quale è un assiduo e competente cultore, Vincenzo di Cugno – purtroppo limitato nei movimenti degli arti inferiori da una forma artritica che, comunque, affronta con coraggio e grinta – ha ripercorso un po’ la sua vita sportiva.
E’ nato a Trani, in Puglia, Vincenzo di Cugno, conte di Molviano ma già all’età di tre anni è milanese, milanese con residenza della famiglia in Via Gluck, al civico 9, la via nei pressi della Stazione Centrale resa famosa da una canzone di un altro con famiglia d’origine pugliese come Adriano Celentano.
Giovanissimo, attratto dalla bicicletta, inizia a correre con i colori del glorioso Sport Club Genova 1913, che ha avuto fra i fondatori Adriano Rodoni poi presidente per moltissimi anni. Ricorda la sua prima bicicletta, una Dalcerri, un costruttore della vicina Opera, comune nella prima cintura milanese. Tanta passione, tanto impegno ma pochi risultati. A sua “discolpa” Vincenzo di Cugno ricorda che aveva iniziato a lavorare giovanissimo e, la sera, frequentava corsi di studio. Una di queste sere, rientrando dall’allenamento, fra il lusco e il brusco, in zona Solari, una Balilla non rispetta la precedenza e Di Cugno, con la sua Dalcerri, ci finisce contro, in pieno, rompendo i vetri e riportando pure notevoli danni fisici. Conseguenza è che il papà, che già non vedeva di buon occhio la passione del figlio per la bicicletta, gliela sequestra “manu militari”. Finisce così la carriera di corridore ma continua la passione per le due ruote frequentando la sede dello Sport Club Genova, in Via Olona, vicino alla zona della basilica di S. Ambrogio, ritrovo animato – come usava allora – con bar, biliardo, segreteria e varie attività per i soci e le loro famiglie. Un inciso, a questo proposito. L’ultima iniziativa del genere, nell’area milanese, è stata fino a quattro/cinque anni fa circa, il ritrovo della Zanazzi, in Via Dezza, sempre in zona Solari, animato dalla vivacità del compianto Renzo Zanazzi e che Vincenzo di Cugno frequentava assiduamente. Altri tempi…

Nello Sport Club Genova incrocia la figura di Adriano Rodoni e cura, quale direttore sportivo, la categoria degli “aspiranti”, ora paragonabile a quella degli “esordienti” per passare poi a quella degli “allievi” dove alleva vari corridori di nome e frequenta molti personaggi del ciclismo. Fra questi ricorda con particolare affetto il friulano Oreste Conte, Ugo Bianchi, telaista principe che abitava in una villetta della vicina Via Foppa, Ernesto Vigna, il papà di Marino Vigna, oro nell’inseguimento a squadre alle Olimpiadi di Roma 1960, anche lui tesserato per il Genova e tanti altri.

Da tempo aveva iniziato a lavorare alla CGE, in Via Bergognone, vicino all’abitazione di Via Solari dove nel frattempo si era trasferito. Resterà alla CGE, ininterrottamente, per quarantasei anni, raggiungendo posizioni di alta responsabilità. La struttura ora ospita i laboratori per gli allestimenti scenici e i magazzini del Teatro alla Scala.
Nel secondo dopoguerra Vincenzo di Cugno è il volano della creazione dell’A.N.U.G.C. (Associazione Nazionale Ufficiali di Gara del Ciclismo), allora con autonomia funzionale e tecnica, organismo regolato per i ruoli direttivi da votazioni espresse dagli affiliati, con peso specifico e innovativo per il ruolo, la figura e la “statura” degli associati. Non proprio come adesso, certamente, verrebbe da dire.

Vincenzo di Cugno è il primo presidente della struttura nazionale creata soprattutto con l’apporto e l’impegno del nucleo di dirigenti lombardi e, in questa funzione, si avvale della competenza d’indirizzo specifica del ciclismo e intellettuale (che non guasta mai) di Armando Cougnet, Giuseppe Ambrosini, Aldo De Martino, Nino Nutrizio, Mario Fossati, Aldo Zambrini, Vittorio Strumolo, Bruno Raschi, nomi che non hanno bisogno di molte illustrazioni e/o spiegazioni. E’ nella giuria del Giro d’Italia 1946 e riesce ad ottenere che sia l’ANUGC, in esclusiva, a nominare la giuria della corsa rosa, dall’edizione 1948. Viaggia, osserva, propone, prepara programmi e nuovi giudici di gara formati per il ruolo. Quest’attivismo non è vissuto bene dal suo amico, il “presidentissimo” Adriano Rodoni, che lo vede, a mano a mano, come un competitore temibile e ne determina un lungo e pesante “stop”. Neppure la successiva reintegrazione, determinata da una sentenza del Consiglio di Stato, ha mai rimarginato completamente questa ferita di Vincenzo di Cugno.

E’ stato poi per sedici anni il vice-presidente dell’UNVS (Unione Nazionale Veterani Sportivi)
, a contatto con grandi personaggi dello sport italiano, di tutti i settori, molti dei quali sono stati suoi amici.
E ogni volta, a ogni incontro, ricorda sempre nuovi episodi, nuovi aneddoti – come può testimoniare anche l’amico Marco Pastonesi che va a trovarlo – di un passato speciale, vissuto sempre con entusiasmo, nel mondo delle due ruote.
E ci saranno altre occasioni per ricordarne alcuni che la freschissima memoria di Vincenzo di Cugno conserva con lucida vivezza e abbondanza di particolari.
La memoria, materia non sempre valorizzata come merita, anche nel ciclismo, così come in altri settori, purtroppo.
Questi sono i tempi, piaccia o no.

Giuseppe Figini
Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il numero diciassette non porta sfortuna al Team Biesse Carrera Premac, con la formazione Continental bresciana che centra la seconda vittoria negli ultimi due giorni e porta proprio a 17 i centri di un esaltante 2025 sui pedali per la...


Alessio Magagnotti non si ferma più e dopo 24 ore centra il secondo successo di uno splendido weekend. Il trentino della Autozai Contri ha regalato un’altra gioia a patron Nicola Vighini e allo staff del team veronese imponendosi nel 5° Giro...


Settima vittoria stagionale, sesta in poco più di un mese, terza consecutiva dopo Wallonie e Super 8, la numero 32 in carriera per Arnaud De Lie: il talento della Lotto si aggiudica una volata imperiosa in Francia alla Paris-Chauny sulla...


Tadej POGACAR. 100 e lode. A 104 chilometri dal traguardo, sul Mont Kigali, accende la corsa. Lo sapevano anche i muri che lì avrebbe cominciato il suo lavoro di demolizione e forse nemmeno lui si attendeva così tanti inerti alle...


Il primo Mondiale africano ha visto il trionfo di Tadej Pogacar. Il campione sloveno si era presentato al via della prova iridata come il grande favorito e non ha tradito le aspettative. Per Pogacar è il secondo titolo mondiale consecutivo:...


Giulio Ciccone ha chiuso il mondiale al sesto posto e il suo volto è quello di un corridore che davvero non ne ha proprio più: «È stata una delle giornate più dure della mia carriera, una sofferenza atroce. Ed è stata...


Il CT Marco Villa, al suo esordio alla guida della Nazionale in un mondiale su strada, commenta così la prova degli azzurri: «Siamo soddisfatti del risultato, perché siamo stati lì con i primi in una gara durissima. Ho sempre detto...


Il Belgio, nonostante una medaglia d’argento conquistata da Remco Evenepoel, non può definirsi soddisfatto e intanto si cercano i motivi del problema meccanico di Evenepoel e di quel ritardo che si è trasformato in un minuto e ventotto secondi sul...


Anche a Kigali, in Rwanda, Tadej Pogačar mette a tacere qualsiasi discorso e qualsiasi contesa. Lo sloveno si è laureato campione del mondo per la seconda volta consecutiva, distruggendo tutti e garantendosi il diritto di indossare la maglia arcobaleno per...


Thomas Bernardi, diciottenne cuneese di Sampeyre del Team F.lli Giorgi, ha vinto la Olgiate Molgora-Ghisallo inserita nel contesto della 61sima Giornata Nazionale della Bicicletta. Bernardi ha fatto la differenza in salita e si presentato al traguardo in solitaria anticipando il...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024