DOPING | 19/10/2017 | 07:40 Come da tradizione, i membri del MPCC - il Movimento Per un Ciclismo Credibile - si sono riuniti a Parigi alla vigilia della presentazione del Tour de France.
Oggi il 65% delle formazioni di prima e seconda serie del ciclismo professionistico sono membri del MPCC: un’adesione volontaria che è sinonimo di unità di intenti per un ciclismo sempre più pulito.
Questa volontà condivisa di lavorare per la credibilità del ciclismo è sfociata pochi giori fa nell’iniziativa intrapresa dal Consiglio Direttivo del MPCC (del quale fa parte, unico dirigente italiano, Gianni Savio) di indirizzare una lettera aperta alla Wada per rinnovare la richiesta di vietare l’assunzione di corticoidi e del tramadol. Una lotta peraltro che il MPCC porta avanti ormai da anni.
Bene, il MPCC ha ricevuto dalla Wada una risposta che i membri del Movimento giudicano irresponsabile, firmata da Olivier Niggli, direttore generale della Agenzia Mondiale di Lotta al Doping.
La letteratura internazionale e tutti gli esperti endocrinologi consultati dal MPCC affermano che i corticoidi migliorano la prestazione. Ma il direttore Niggli, risponde alla lettera aperta sostenendo una teoria opposta: «Gli esperimenti scientifici indicano che gli effetti sulla performance dei cortocoidi sono piuttosto limitati e che, nella maggior parte dei casi, l’utilizzo di queste sostanze è addirittura negativo per le performance».
Ma lo stesso Olivier Niggli dichiarava, non più tardi dell’8 marzo scorso: «Siamo arrivati al punto in cui bisogna aprire un dibattito sui corticoidi». Evidentemente la necessità di questo dibattito non è più avvertita in seno alla Wada.
Il MPCC deplora inoltre che la Wada abbia deciso di non vietare il Tramadol «per ragioni pratiche», non meglio specificate.
Infine il MPCC segnala che non c’è stata alcuna risposta della Wada riguardo a quanto emerso dall’Operacion Puerto.
Si legge nel comunicato MPCC: «Non abbiamo ricevuto alcuna risposta chiara alle nostre domande, non possiamo accettare questa presa di posizione, la giudichiamo incomprensibile e la consideriamo un affronto: - per i nostri atleti che si sono sottoposti in dieci anni ad oltre 3.000 controlli volontari della cortisolemia; - per i nostri medici che sono unanimi nel sostenere le posizioni del Movimento; - per le aziende che ci affiancano ormai da anni nelle nostre battaglie; - per tutti i membri del Movimento.
In questo contesto, il Movimento accoglie con grande speranza l’elezione di David Lappartient alla presidenza dell’UCI. Nel suo programma figurano due misure che da sempre fanno parte della filosofia del MPCC e dei suoi membri: • Una cortisolemia anormalmente bassa necessita di almeno otto giorni di stop alle corse; • Vietare i corticoidi in corsa dal 1° gennaio 2019».
Il comunicato del MPCC punta poi la sua attenzione sulle frodi tecnologiche: «A questo riguardo, il MPCC ribadisce che tutti i mezzi a disposizione debbano essere adottati e tutte le tecnologie possibili esaminate, ma anche che questi sforzi debbano essere costantemente illustrati all’opinione pubblica per offrire la miglior immagine possibile del nostro sport. Il Movimento chiede inoltre che siano effettuati controlli efficienti e sistematici a fine corsa anche sulle biciclette dei corridori chiamati all’antidoping (i primi tre, due scelti a sorte e il leader nelle corse a tappe).
Consentitemi la citazione fantozziana.
L\'antidoping va regolamentato a livello mondiale e su tutti gli sport con gli stessi criteri. Iniziative in ordine sparso non fanno il bene dell\'antidoping.
Le sostanze da vietare sono quelle che fanno male alla salute, o nei dosaggi che fanno male alla salute. Se no a rigore anche gli integratori salini migliorano la performance e quindi andrebbero vietati.
Informazione, per favore!
19 ottobre 2017 12:52spaccabici
Condivido la missione è gli obiettivi del Mpcc, però credibilità per me vuol dire apertura. Bollare come irresponsabile l\'unica realtà che negli anni ha fatto qualcosa per migliorare le cose (non tutte le squadre del mpcc lo hanno fatto) solo perché la risposta che hanno dato non è quella attesa non è costruttivo.
Per altro mi chiedo perché le squadre non procedano a sospendere i corridori che sono sotto terapia farmacologica e perdano invece tempo a screditare che ha i loro stessi obiettivi. Mi sembra che il Movimento per un ciclismo credibile si occupi molto della propria credibilità e poco di quella del ciclismo. Gli atleti di quelle squadre continuano ad essere trovati positivi, ma tanto è colpa della Wada e dei corridori.
proibizionismo
20 ottobre 2017 09:57siluro1946
Perché non proibire anche le diete, essendo certificato che dopo alcuni giorni 3/4, passati ad alimentarsi solo con proteine, il giorno precedente la gara ci si alimenta solo con carboidrati e pochi grassi il giorno dopo si è più "esplosivi", quindi si hanno dei benefici. Per il comportamento e i risultati ottenuti da MPCC leggere sopra AleC.
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