DONNE | 26/07/2017 | 14:49 Chi la conosce sa che la caratteristica più importante di Chiara Consonni è il suo grande cuore. Agonista vera dal primo all’ultimo minuto di corsa, non esita mai nel mettersi a disposizione delle compagne di squadra e di nazionale. E proprio in nazionale il suo carattere estroso ed allegro è il miglior collante per unire tutte le atlete provenienti da squadre diverse, così come testimoniano le sue “pazze” Instagram Stories. Ma quando sale in bici, Chiara si trasforma e diventa una delle atlete più determinate e coraggiose del panorama ciclistico femminile. Così forte e coraggiosa da essere finita sul podio in una gara di professioniste in Belgio. Ecco le sue parole dopo i due ori vinti ai Campionati Europei di Anadia nella madison e nell’inseguimento a squadre.
Chiara, per due anni hai corso nel quartetto e per due anni consecutivi hai vinto l’Europeo nell’inseguimento a squadre. “Siamo contente di esserci ripetute. Ci tenevamo a fare bene, perché volevamo difendere il titolo europeo conquistato l’anno scorso a Montichiari e quello mondiale vinto ad Aigle. Ci siamo preparate sin da questo inverno e abbiamo lavorato per mesi per raggiungere questo obiettivo. Il gruppo è sempre stato unito. Quest’anno è entrata a far parte anche Martina Fidanza: ci troviamo davvero bene ed è arrivato un bel risultato. Per quanto riguarda la gara, siamo contente anche perché nella finale siamo andate vicine al record mondiale. Fare un tempo così ci fa ben sperare per i prossimi Mondiali”.
Raccontaci se c’è stato qualche cambiamento tra la Chiara Consonni del 2016 e quella del 2017. “Se parliamo dal punto di vista fisico, mi sento meglio. Ma non è questo il solo cambiamento. Dato che quest’anno sono una junior 2°anno, mi sentivo molto più responsabile di come sarebbe andata poi la gara. Anche il solo fatto che lo scorso anno fossi la quarta nel quartetto, mentre quest’anno la seconda, mi ha fatto sentire molto più responsabile. E queste responsabilità ci vogliono, mi aiutano a crescere”.
Se fare l’inseguimento a squadre era qualcosa che avevi già provato, completamente diversa è stata l’esperienza dell’americana. “Sì, è vero. Era la prima volta che questa disciplina veniva introdotta in un campionato europeo e non sapevamo quale potesse essere il livello delle nostre avversarie. Letizia Paternoster ed io l’avevamo preparata bene a Montichiari, Torino e Fiorenzuola d’Arda, ma finché non gareggi non sai davvero quanto forti possano essere le avversarie. La gara è stata emozionante e c’è stato anche l’imprevisto della caduta, visto che sono entrata accidentalmente nel cambio delle inglesi. Ma non è successo niente e insieme a Letizia abbiamo portato a casa il titolo”.
A proposito di cadute, come hai vissuto queste settimane dopo la bruttissima caduta di Claudia Cretti? “Mi è dispiaciuto moltissimo non essere potuta andare a trovarla per via dei vari impegni di gara. Certo, è stata una notizia che mi ha colpito, ma viverla in gruppo in gruppo mi ha aiutata. Sai, vivendola insieme alle nostre compagne di squadra, succedeva che piangevamo e poi rincuoravamo a vicenda. Molto meglio viverla in gruppo che da soli. Poi quando abbiamo saputo che non era più in pericolo di vita, ci siamo tranquillizzate. Ma a questi europei non potevamo fare finta di dimenticare, ed è anche per questo che abbiamo scritto quel “Forza Claudia” sulla bandiera italiana. Per fare sentire a Claudia la nostra vicinanza”.
Parole che meglio di ogni altra cosa raccontano come sei, Chiara. Tornando al piano agonistico, prossimi impegni? “Beh, nel prossimo weekend correrò insieme alle elite in Germania e sarà bellissimo ritrovarle. Mi piace correre anche insieme a loro. E poi si dovrà onorare al meglio la maglia azzurra in vista dei prossimi campionati europei su strada e ai campionati mondiali su pista. Ce la metteremo tutta”.
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