PROFESSIONISTI | 25/07/2017 | 07:54 Ai Giochi di Mosca 1980il tracciato della prova su strada era di tipo nuovo e interessante, e infatti a priori non piacque ai parrucconi che ancora comandavano il ciclismo mondiale, con il valido contributo statico di noi italiani. Era un circuito che talora si avvitava su se stesso, persino con un “gioco” di sottopassaggi e sovrappassaggi, e che stava tutto in pochi chilometri quadrati. E poteva persino accadere che uno spettatore, sostando ai bordi della strada e semplicemente facendo perno su se stesso e ruotando di 180 gradi ed anche meno, potesse vedere, su una strada vicina e magari parallela, un’altra fase della corsa. Era un circuito concepito per la televisione, si disse, che, con poca spesa di telecamere fisse in posti bene studiati e dunque con pochi uomini addetti, poteva riprendere tutta la corsa, senza complicazioni costose e ingombranti e perigliose di troppe auto e motociclette e macchine volanti equipaggiate ad hoc. Vinse la medaglia d’oro, per la cronaca più che per la storia, un russo dal nome troppo lungo per ricordarlo qui adesso, vinse con buon distacco, con una fuga a 35 chilometri dalla conclusione.
Il film Truman show è di diciotto anni dopo. In quel film, straordinaria interpretazione del canadese Jim Carrey, si raccontava la vita qualunque di un borghese qualunque in una città qualunque. Ma lui non sapeva di essere seguito segretamente dalle telecamere, passo dopo passo e attimo dopo attimo, circondato e anche aggredito da pubblicità occulte, controllato anzi spiato nei movimenti e anche nei gesti minimi, spinto a fare così anziché cosà, in quanto designato da una sorta di Grande Fratello per un esperimento neanche troppo fantascientifico. E cioè mostrare come la televisione potesse avvolgere controllare condizionare comandare un uomo, senza che neppure lui se ne accorgesse, e diffondere poi il suo show incoscio. Per ragioni tecniche, sul mondo quotidiano di questo uomo era stato eretto un gigantesco tendone, da circo immenso, cosmico, a racchiudere tutti e tutto, un maximaxitendone utile fra l’altro per le riprese televisive, con innumeri telecamere ben sistemate, e intanto decisivo per delimitare in qualche modo l’habitat della stessa persona, onde non creare problemi di - diciamo - inseguimento ai cameramen e agli attori (tanti, tutti, anche i famigliari di Jim Carey), impegnati a riprender e ad ammannirgli il mondo costruito dagli autori. Film splendido, inquietante, appassionante, e talora più divertente che angosciante, specialmente allorché il nostro non eroe finisce per accorgersi di essere soltanto un attore in uno show dove tutti conoscono la loro parte e la recitano bene, tutti fuorché lui.
Ma cosa c’entraTruman showcon il ciclismo? C’entra, perché ormai i cosiddetti tracciati, anche e specialmente di prove importanti o comunque di sagre ciclistiche stradali in zone assai abitate, si dipanano in sempre meno chilometri quadrati di superficie, di territorio. Circuiti brevi, e specialmente nelle città frequenti andirivieni su rettilinei divisi da un nastro di plastica. Meglio veder e rivedere da vicino che attendere tanto tempo un arrivo da lontano. Anche montagne risalite da due versanti (persino parzialmente lo Stelvio, all’ultimo Giro d’Italia). Ma in fondo la stessa mitica & mistica Parigi-Roubaix propone e conserva e difende un pavé ormai di pochi chilometri ferrignamente difesi dall’asfaltatura, preservati come reperti museali, omaggiati dallo sforzo tremendo ancorché spesso lotteristico degli atleti, e visitati dalla corsa tutta con una sorta di zigzagare onde sfruttare tutte le porzioni della pavimentazione voluta da Napoleone III: la cosa infatti che ormai parte lontano assai da Parigi, per potersi permettere quello zigzagare prima dell’arrivo nello storicissimo velodromo.
Sempre meno conquista pedalata dello spazio in senso chilometrico, sempre più occupazione degli spazi anche ridotti. Molti i campionati nazionali organizzati in circuiti più o meno lunghi, forse anche pensando a possibili incassi. Per semplificare e intanto esemplificare, diciamo sempre più minigolf, sempre meno golf. Se del caso sotto l’immane cosmotendone del Truman show. E si comincia a parlare di un’attività su pista postmoderna, con i velodromi, riscoperti o ricostruiti, offerti come posti ideali, oltreché ormai obbligatori se si vuole pedalare in città evitando i rischi del traffico: più centri-benessere che contenitori di tesa ed impegnata attività sportiva, ma pazienza. Siamo andati troppo lontano, partendo dal circuito olimpico dei Giochi di Mosca 1980? Forse sì, ma chi ha deciso che andare lontano significhi sbagliare strada? E poi siamo casomai andati lontano pedalando in avanti, non all’indietro. Ma magari chi scrive queste righe sta in un nuovo Truman show e molto semplicemente non se ne è accorto. E allora, chi siete voi che leggete? Attori, cospiratori, cospirattori?
caro GPO, siamo ESTIMATORI di un Giornalista (con la G maiuscola) che scrive di ciclismo, di calcio, di ippica, di pugilato, di eroi, di vita vissuta …. e, volendo, potrebbe scrivere di allevamento degli struzzi, anche senza mai averne visto una piuma.
Per poter commentare i post devi esser registrato.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.
Un’altra corsa antica la Coppa Ciuffenna nella località valdarnese in provincia di Arezzo. La 97^ con la denominazione Coppa Antica e la 84^ da quando la corsa ha avuto il suo svolgimento in maniera regolare e costante. L’edizione 2025 allestita...
Remco Evenepoel va a caccia di maglie e si prepara ad affrontare un filotto di appuntamenti: dopo il doppio impegno mondiale di Kigali, infatti, il venticinquenne talento belga guiderà la sua nazionale anche ai campionati europei che si svolgeranno in...
Si è spento questa notte Tullio Rossi, ex professionista romano, classe 1948. È il sito della Cicli Rossi che ci racconta la sua storia. Atleta filiforme, con buone doti sia sul passo che in volata, quanto debole in salita. Un...
L'ex professionista Giampaolo Sigurotti ci ha lasciato: si è spento oggi all'età di 70 anni. Nato a Pellaloco di Roverbella il 6 giugno del 1955, ha corso da dilettante con le maglie del Gs Calzificio Franco Bombana, del Gs Mariani...
Miche ha appena annunciato il lancio della nuova gamma Kleos 2026, ruote in fibra di carbonio che vanno a posizionarsi decisamente nell’alta gamma. Ma c’è di più, le nuove ruote, disponibili nei profili da 42 mm, 50 mm, 67 mm...
Di traguardi Paolo Guerciotti ne ha tagliati tanti: come ciclista e ciclocrossista, come imprenditore (la sua azienda ha festeggiato i 60 anni di attività) e come manager di formazioni prestigiose in campo ciclocrossistico. Quello che taglia oggi è un traguardo...
Nel plotone c’è chi preferisce non parlare dei manifestanti alla Vuelta di Spagna e chi invece, come l'ex campione del mondo Michal Kwiatkowski, ha voluto esprimere il proprio dissenso, sottolineando come a perdere sia stato l’intero movimento ciclistico, incapace di...
Jonas Vingegaard è il 63° ciclista a vincere la Vuelta di Spagna ed è il primo danese a scrivere il proprio nome nell'albo d’oro della corsa iberica, giunta all’80ª edizione. Le nazioni con almeno un successo diventano così 15. In...
Prologo ha vinto il suo terzo grande giro di stagione per merito di Jonas Vingegaard. In sella a Scratch M5 PAS e Predator 01TT CPC il fuoriclasse danese è stato in grado non solo di conquistare la prima maglia rossa della sua brillante...
Il 2025 non è stato l’anno del miglior Filippo Zana. Le ultime gare, però, ci stanno restituendo il vicentino in buone condizioni, in Top 10 al Giro di Polonia e pimpante in Canada, prima mettendosi a disposizione di Michael Matthews...