Ballerini: «Come è difficile il tutti per uno, uno per tutti».

| 29/03/2007 | 00:00
«Il lavoro sugli altri è molto più articolato e complesso. Il ciclismo è uno sport individuale dove però l'individuo non emerge e non può vincere senza la squadra». Lo ha detto oggi, durante l'incontro alla Facoltà di Scienze Motorie dell'Università di Chieti nell'ambito dell'iniziativa «A lezione con i campioni», progetto ideato dal Cus Venezia con il sostegno di Intesa San Paolo, il commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo, Franco Ballerini. Il Ct ha spiegato il cambiamento che c'è stato nel suo passaggio da atleta a allenatore: «Da Ct bisogna saper adattare il proprio pensiero a chi hai davanti. Il fatto poi che tra me e gli atleti la differenza di età non sia tanta, mi aiuta nel comunicare ma loro devono avere stima e riconoscere il capo gruppo e quindi il leader». Ballerini si è espresso sui principali valori dello sport, tra cui la sconfitta: «Dalle sconfitte quando corri prendi le misure su te stesso per poter affrontare la sfida seguente e la sconfitta ti aiuta a crescere, perchè altrimenti, visto solo da vincente, lo sport puo' anche confondere il tuo percorso di crescita come individuo». La più grossa difficoltà di un commissario tecnico di ciclismo è quella di dover comunicare alla squadra il 'leader', colui per la quale la squadra deve gareggiare, per cercare di farlo vincere. Ballerini spiega che da sempre, correre per la propria squadra, è una delle più grandi nobiltà di questo sport: «Convincere un gruppo a gareggiare per la vittoria di uno solo, consapevoli che tutti si è importanti ma che il titolo andrà a uno solo, è un lavoro complesso e solo un ottimo rapporto tra il ct ed i suoi atleti da ottimi risultati perchè chi pedala per un altro deve essere convinto di ciò che fa. Fare fatica per la gloria di un altro, nasce solo dal concetto di gruppo».
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