CHI  SALE E CHI SCENDE, LA DELIRANTE CLASSIFICA AGGIORNATA DEI PUNTI

di Cristiano Gatti

Non solo Kooij, Pedersen, Van Uden, non solo i lavoratori specializzati dell'Alta Velocità: no, là davanti ci devono andare anche i braccianti del gruppo, quelli a libro paga delle squadre più piccole.

I tifosi guardano e ci capiscono sempre meno, soprattutto quelli che non vivono a pane e regolamenti. Eppure è proprio il regolamento ad aver creato questa perversione: la delirante perversione dei punti. Prima cosa, sommariamente: ogni corridore vale i punti che mette assieme nelle gare, ogni squadra vale la somma dei punti di tutti i suoi corridori. Di fatto, si crea una classifica tipo campionati a squadre. Le prime 18 sono la seria A, cui è garantito un posto nelle grandi corse. Le altre devono sperare nell'invito, perchè sono di fatto la serie B. La lista delle elette e delle neglette viene stilata ogni tre anni, sulla base dei punteggi totali nel triennio.

Mi scuso per la noia, ma ormai è diventato un'urgenza conoscere la materia, perchè il ciclismo è cambiato radicalmente proprio grazie a questa roba. Nella modernità, tutti i corridori hanno la fregola di raccattare punti, per cui si buttano a pesce in tutte le occasioni utili, comprese le volate. Lì ci vanno per aumentare la propria dote e la propria appetibilità quando poi si andrà sul mercato, lì ci vanno quelli mandati dalle piccole squadre che lottano per non retrocedere, o per essere promosse alla fine del triennio (quest'anno la scadenza '23-'25).

Qui al Giro si sta vivendo una situazione tipo serie A, con un Empoli e un Lecce in lotta feroce per non retrocedere fuori dalle 18. Nel caso specifico, attualmente il Lecce e l'Empoli sono l'Astana, 18esima con 21.528.34 punti, e la PicNic, 19esima con 21.482.83. Siamo sul filo del piazzamento, al momento sarebbe salva l'Astana, ma in squadra si stanno sbattendo come matti per difendere la posizione. Il duello ovviamente continuerà fino al termine della stagione, loro due sperando magari di trascinare nella feroce lotta anche la Cofidis, 17esima con 22.026.25 punti.

Si capisce bene dove porti – dove abbia portato – il ciclismo questa nuova filosofia: in soldoni, dalla filosofia della vittoria alla filosofia del piazzamento, dalla filosofia del campione e degli altri impegnati solo ad aiutarli alla filosofia dell'ambizione individuale ed egoistica, portando al centro soltanto il punteggio stagionale, più ancora del singolo trofeo. Una volta si diceva questo corridore ha vinto 3 gare, adesso di dice questo corridore vale 100, 1.000, 10.000 punti. Oggigiorno valgono di più tanti piazzamenti che poche vittorie, comunque vittorie.

Ed eccoci così agli effetti eclatanti, visibili a tutti di questi tempi. Si vedono due-tre-quattro corridori dei piccoli team che neanche si sognano di fare un trenino per lanciare il velocista, piuttosto vanno tutti per la propria strada a cercare qualche punto, meglio settimo-nono-decimo che uno solo quarto. Si vede e si sente Van Uden vincere a Lecce e rispondere a chi gli chiede cosa significhi questa vittoria “sono 180 punti per la mia squadra” (PicNic).

Certo il discorso non riguarda i Dream Team dell'alta classifica, che di punti ne hanno a camionate, e che se mai possono lottare per il prestigio del primo posto, del cicloscudetto. A titolo di curiosità, aggiungo che attualmente è in testa la Uae con 82.390.77 punti, seguita dalla Visma con 56.461.28, terza la Lidl-Trek con 43.549.46.

Domanda finale: è davvero migliore questo ciclismo? E' davvero il modo giusto di classificare le squadre e formare la serie A delle 18? Ciascuno può rispondere con la propria testa. Un criterio deve esserci, innegabile, ma l'impressione è che questo sia il peggiore, perchè snatura l'anima stessa del ciclismo, in cui da sempre conta solo il primo posto e il resto è sconfitta.

In ogni caso, abbaglia l'effetto insindacabile: per almeno tre quarti dei corridori, il primo obiettivo non è più la vittoria, ma i punti. E allora ti spieghi perchè sempre più spesso corrano accontentandosi del piazzamento, anziché rischiare tutto inseguendo l'eterno sogno della vittoria. Abbiamo voluto il ciclismo moderno, teniamoci il ciclismo moderno. Amen.

Ps: A Viadana “Processo” sprint, due minuti sulla tappa e tre su Guareschi. E' il miglior “Processo” di questo Giro. Alla perfezione assoluta manca pochissimo: nessun minuto.



 

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