La federazione dell’atletica sta irreggimentando i tantissimi runners o joggers o podisti o chissaccosa, il progetto è una “special card” tutta per loro, pochi soldi da spendere molti vantaggi da acquisire, e comunque denaro fresco in arrivo dal tesseramento nazionalpopolare di una moltitudine di faticatori perlopiù urbani, denaro da destinare alle attività giovanili. Il ciclismo non farebbe niente di male a copiare. Vero che ha già fatto molto, se il movimento cicloturistico è una bella e grossa cosa, ma ci vogliono idee sempre e sempre più nuove per conquistare e preservare l’attenzione, le città, i giornali, le radio, le televisioni, internet e chissà quale altra diavoleria prossima ventura.
Una volta, ad un convegno in quel di Firenze, giustamente mi chiesero di uscire dal classico sarcofago giornalistico comodo in cui spesso noi guazziamo, auspicando e sentenziando (se possibile a posteriori, meno rischio) e dicendoci mai contenti: uscirne proponendo qualcosa di pratico, di concreto. Era di quei giorni la notizia del segretario ciclomane di un partito politico neanche grosso (il partito, ma anche il segretario, uno dal fisico secco di sportivo praticante), comunque molto rappresentativo quanto a idee sane e persino cultura storica, che era stato messo sotto (il segretario, non il partito) da un’automobile mentre pedalava in città. Auspicai allora che nascessero altri eroi di quel tipo, e non importa se col forcipe o col parto cesareo dell’incidente, auspicai che ci fossero persino dei martiri estremi, dei morti insomma, da fare santi subito perché sacrificati per la sacra causa delle piste ciclabili. Sì, con cinismo pratico e provvido nonché provocatorio, augurai allo sport beneamato una qualche morte gloriosa in bicicletta, sulle piste ciclabili cittadine, di un qualcuno che non fosse un nessuno, anzi. Venni trattato abbastanza male, giustamente credo, eppure se adesso ci fosse un santo martire ciclista da venerare il ciclismo avrebbe una buona carta, addirittura una “very special card”, penso proprio ad un santino, da una parte l’immagine del santo martire, o addirittura il quadretto tipo ex voto dell’incidente, dall’altra il ricordo del suo sacrificio.
Scherzavo allora e scherzo adesso, neanche troppo allora e neanche troppo adesso. Sì, perché penso che davvero il ciclismo sia un esempio continuo di sciupio di tematiche popolari facili, sane, tutto sommato anche oneste. Si pensi a come non sa, non vuole giocare tutta la carta dell’ecologia, si pensi a come continua anzi a come insiste nell’enfatizzare lo sforzo da poveri, la santità del sudore, la semplicità spesso coatta, da beoti, il ridicolo delle divise che come bruttezza cosmicomica sono superate soltanto da quelle delle guardie svizzere del Papa, ideate da Michelangelo che proprio quel giorno doveva avere cambiato pusher.
Quasi mezzo mondo va ormai in bicicletta contro la motorizzazione, per ricchezza di idee e non per povertà di mezzi. Quasi mezzo altro mondo approda alla bicicletta come strumento di lavoro, e di progresso rispetto al deambulare a piedi o con l’aiuto di animali. L’Italia sta in un terzo mondo piccolo, ritagliato a stento fra quello del progresso in bicicletta e quello della bicicletta come cavallo metallico (o anche di plastica, ormai) per andare al lavoro.
Per non fare la parte classica del giornalista che scrive che tutto va male, ma non scrive neanche di striscio cosa fare perché qualcosina almeno vada bene, avanzo una proposta. L’Expo milanese del 2015 si ispira la cibo, con le sue problematiche, i suoi culti, le sue miserie ed i suoi eccessi. Il ciclismo agonistico ha col cibo un rapporto speciale, come nessun altro sport: le 32 uova ingurgitate da Alfredo Binda in un Giro di Lombardia sono storia. Il cibo del ciclista, le calorie del ciclista, il metabolismo del ciclista, persino la digestione del ciclista, tutti temi a loro modo intriganti, con pantagruelismo forte. Ecco un must per i giorni dell’Expo. Un rapporto fra cibo e uomo che in corsa si evolve in tante ore, la torta di riso e il panino di prosciutto, il formaggio molle e lo zucchero… Sono temi che meritano dibattiti, tavole rotonde, seminari, saggi pratici, persino risse.
Lo dico per esperienza personale alla maratona di New York, che da fachiro senza allenamento specifico ho cominciato e finito nel 1995, per i miei sessant’anni: il “pasta party” della vigilia, quando da tanti giorni all’insegna del primato delle proteine cioè della carne il podista passa all’abbuffata di carboidrati, la torta della nonna come la semplice divina pastasciutta, è rito, festa, studio, allegria, scienza. A Firenze chiesi sacrifici umani, adesso per Milano/Expo 2015 chiedo una sana attenzione al bipede implume che pedalando sa assumere ed elaborare seimila calorie in un giorno. Giuro che ne parlo al mio amico Carlin Petrini, l’Einstein di Slow Food chiamato a Milano, dalla sua Bra, per dare il tono giusto alla Grande Abbuffata che in modi diversi fa andare avanti il mondo. E che nessuno sa portare in giro bene come i ciclisti.
Arricchimento e networking, formazione e coinvolgimento. Non solo vendita. La quarta edizione della Open House di Beltrami TSA, nel quartier generale dell'azienda di rivendita e distribuzione di materiali da ciclismo di Graziano Beltrami (e famiglia) a Reggio Emilia, ha aggiunto...
Il fenomeno eritreo di 25 anni, già un uomo che ha fatto la storia, maglia verde del Tour de France e vincitore di più tappe, nonché fonte di ispirazione, si unisce al NSN Cycling Team come ciclista di punta in...
Nel weekend la FDJ United – SUEZ ha iniziato il suo avvicinamento al 2026 con un evento che i dirigenti della formazione francese hanno voluto intitolare “Grand Depart”. Sul palco della Futuroscope Arena sono salite le atlete che nella prossima...
A 51 anni Paolo Bettini, oltre ad avere gli occhi più critici e attenti sul panorama ciclistico, con la compagna e attrice Marianella Bargilli sta portando in giro per l'Italia "Pedale Rosso", in cui unisce impegno sociale e cultura con...
Ieri a Montebello Vicentino, è stato Inaugurato un Cippo Funerario dedicato a Davide Rebellin, scomparso tragicamente il 30 novembre del 2022 dopo essere stato travolto da un camionista tedesco. Alla cerimonia sono intervenuti, tra gli altri, i sindaci dei Comuni...
Si parte sempre da lontano. A piedi, in bici, in bus. Dalla culla, dall’infanzia, da casa. In questo libro parto dal fondo, dalla terzultima pagina. C’è una Polaroid, a sinistra “il Berni”, a destra Gino Bartali. Al Salone del ciclo,...
«Trovare una soluzione è difficile, puntarsi il dito a vicenda non serve: cominciamo da noi» Abbigliamento ben visibile, casco ben allacciato, luci ben visibili, evitare distrazioni dovute a cellulari e cuffiette, in gruppo tenere la fila indiana mantenendo comunque dello...
Il Trofeo Triveneto di ciclocross ha fatto tappa in Friuli Venezia Giulia e precisamente a Colloredo di Monte Albano, in provincia di Udine, per il Jam’s Cross Mels, gara valida come campionato regionale. La competizione è stata perfettamente organizzata dalla...
Thibau Nys coglie il bis in Coppa del Mondo di Ciclocross. Dopo Tabor il belga conquista anche il traguardo francese di Flamanville dove stamane è andata in scena la seconda prova riservata agli Elite. Primato in classifica consolidato per Nys...
Colpaccio Van Alphen in Normandia! La olandese del team Seven coglie la prima vittoria in Coppa del Mondo Donne Elite di Ciclocross vincendo per distacco la seconda manche di Flamanville in Francia. All'attacco fin dalle prime battute Aniek Van Alphen...