LIBERTÉ, ÉGALITÉ, SÈCURITÉ. La crisi sta mettendo in ginocchio tutto e tutti, anche in Francia, dove hanno non poche difficoltà a reperire sponsor ma, soprattutto, a pagare la police che garantisce la sicurezza nelle competizioni. I costi pare che siano esorbitanti e difficilmente sopportabili. Molti organizzatori stanno alzando bandiera bianca e anche la fortissima Aso, organizzatrice del Tour de France, ha evidenti problemi ad allestire le cosiddette manifestazioni minori. Qualche settimana fa, a Cotignola (Ra) ho preso parte alla “Giornata della Scorta”, organizzata per il 22° anno dal Gs Progetti Scorta di Silvano Antonelli. C’erano Gianni Bugno e Riccardo Magrini, quest’ultimo nominato nuovo ambasciatore della sicurezza per l’anno 2014 e al quale Antonelli ha chiesto di dar voce ai problemi legati al settore. In quell’occasione si è fatto il punto sullo stato dell’arte della sicurezza, sull’efficacia e sulla professionalità raggiunta dalle nostre scorte tecniche che vanno, in molte occasioni, in soccorso degli organizzatori, sostituendosi e in certi casi affiancandosi alla Polizia Stradale che in ogni caso fa quello che può: sicuramente tanto. Bene, in quella domenica di metà dicembre abbiamo vissuto una bella giornata di ciclismo, dove l’Italia ha dimostrato di essere avanti anni luce in materia di sicurezza. In Francia, dove ora sono in gravi difficoltà, le scorte tecniche non esistono e stanno chiedendo lumi a noi italiani. Per fortuna sarà una nuova rivoluzione: Liberté, Égalité, Sécurité.
RETROCESSI. Ci stanno lavorando, ma si sono presi un po’ di tempo per vedere di raddrizzare il tiro. La riforma del ciclismo mondiale ci sarà (probabilmente dal 2016/2017), ma si spera possa essere il meno penalizzante possibile per il nostro movimento. La prima stesura, quella presentata a Firenze lo scorso mese di settembre alla vigilia dei mondiali, era a dir poco imbarazzante. Importanti correttivi erano già stati apportati, ora si spera che ne vengano fatti altri. Brian Cookson, il nuovo capo mondiale della bici, ha detto chiaramente che vuole un ciclismo che sappia difendere la storicità delle corse europee, non vuole sovrapposizioni di gare, e pretende classifiche trasparenti e chiare. Sogna un ciclismo che si basi su graduatorie sportive, con promozioni e retrocessioni: speriamo solo che non passi la proposta del budget minimo da 15 milioni di euro per ogni squadra di World Tour. In questo ciclismo da sceicchi o magnati russi, il prezzo più caro potrebbe pagarlo proprio il nostro movimento, che rischierebbe davvero la retrocessione.
L’ETA’ DEL VETRO. Nel maggio del 1995 tuttoBICI è venuto al mondo: era da poco apparsa nel firmamento del ciclismo la stella di Marco Pantani. Quasi tre anni fa (quello che state sfogliando sui vostri tablet è il numero trenta), tuttoBICI è entrato nell’era digitale. Qualche anno prima, agli inizi del nuovo Millennio, avevamo anche lanciato tuttobiciweb.it, per quattro anni pochi ne conoscevano l’esistenza ma nel 2004 ha cominciato a recitare un ruolo importante nel ciclismo non solo italiano, ma mondiale. Oggi tuttobiciweb è una realtà consolidata e tra non molto sarà affiancato da un fratellino che ci auguriamo possa avere uguali fortune. Da questo numero, tuttoBICI sarà invece solo e soltanto digitale e andrà solo e soltanto sui tablet e nei kioski virtuali di tutto il mondo. Lasciamo l’edicola, abbandoniamo la carta. Per tuttoBICI da oggi inizia una nuova età o era: quella del vetro. Molto più trasparente.
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