PRIMA IL TAPPETO. Forse possiamo dare un calcio ad una legge che penalizza oltremodo lo sport italiano. Forse riusciamo a dare un calcio alla legge 91 (regola i rapporti tra società e sportivi professionisti), grazie al calcio. Ma grazie anche al ciclismo, al ritorno di Vincenzo Scotti nel mondo delle due ruote, come presidente di Lega. Per il momento un lavoro sotterraneo, fatto di mediazioni e consultazioni, in attesa di sferrare l’attacco finale. Un percorso finalizzato alla revisione della legge nr.91 scattato con un workshop tenutosi a metà giugno presso la biblioteca Link Campus University di Roma. Da quella giornata studio, molto importante e significativa, è uscita la creazione di una commissione che vede sedute allo stesso tavolo le federazioni di vari sport (calcio, basket, pallavolo, ciclismo, etc) che ha l’obiettivo di predisporre entro settembre un libro bianco che possa già essere una base concreta per una proposta di legge di revisione da sottoporre attraverso il CONI, alle Camere. Una proposta di legge che permetta poi di arrivare già entro la fine della scadenza del mandato di questo Governo ad una Legge Quadro, semplice e chiara, adeguata alle esigenze delle federazioni e di chi opera in ambito sportivo. L’obiettivo - ciclisticamente parlando - è quello di riportare in Italia squadre italiane e consentire loro di beneficiare di un regime fiscale che sia compatibile con i competitor del resto del mondo. In questo momento, una riforma in tal senso sarebbe davvero una boccata d’ossigeno per tutti. Guai però fare pressioni ai team prima del tempo, chiedendo loro di rientrare in Italia prima che ci sia una legge riveduta e corretta. Come si dice: prima vedere tappeto, poi dare cammello.
CONTROLLATELI. In materia di doping chiediamo rigore. Lo chiedono tutti. Lo invocano molti. La Federazione gonfia il petto, ma se si guarda bene si nota a occhio nudo che è già sgonfio: il petto. La vicenda Pozzato-Ferrari ne è un esempio. Ferrari inibito? Ma per quanto? E, soprattutto, c’è un documento che lo certifichi in maniera inequivocabile? E soprattutto, è tutto riportato in un casellario dove atleti, team manager e personale possano prendere visione di quelle persone sanzionate e di conseguenza non frequentabili? No signori, nel nostro beneamato sport, regnano la più totale confusione e approssimazione. Anche in occasione della bellissima Settimana Tricolore, organizzata in maniera magistrale dagli amici della Valsugana, la Federazione qualche spiegazione dovrebbe darla. In pratica i neo campioni italiani non sono stati controllati. Come è possibile? vi chiederete. È stato possibile perché le disposizioni Coni-Nado vanno sopra quelle della Federciclismo. Eppure il regolamento parla chiaro, o almeno dovrebbe. Basta andare sul sito della Federazione, scaricare l’appendice federale alle norme sportive antidoping e passare al punto 4 del regolamento. Al punto riguardante i “Corridori”, si legge testualmente: «Ai controlli anti-doping effettuati obbligatoriamente in occasione delle corse su strada, fuoristrada e pista valide per l’assegnazione del titolo di Campione d’Italia devono essere sottoposti obbligatoriamente i primi due classificati di ogni specialità e categoria, oltre ad un sorteggiato». Bene, alla Settimana Tricolore non è mai stato fatto. Dalla gara delle donne elite a quella degli under 23, per finire con la prova riservata ai professionisti, nessun campione d’Italia è stato controllato: né il primo né tantomeno il secondo. Se è per questo nemmeno il terzo. Tra i professionisti otto i controllati, più una riserva: Paolini, Cunego, Nibali, Battaglin, Oss, Visconti, Belletti e Gavazzi. Riserva Ulissi. Il regolamento parla chiaro, ma a quanto pare in materia di doping fa fede quello targato Coni-Nado. La Federciclismo, però, avrebbe perlomeno potuto, o forse anche dovuto, prevedere i controlli dei primi due, per dare maggiore credibilità ai propri “assoluti”. Controlla il Coni e in casa propria, un controllino lo può dare anche la Federciclismo. Si parla tanto di tolleranza zero e rigore, poi si è sempre pronti a rifugiarsi in calcio d’angolo. Insomma, Di Rocco & C. riescono sempre a fare quello che vogliono: controllateli.
VINCE IL PRIMO. Non ce la fanno proprio. È più forte di loro. Non gli riesce di fare un regolamento semplice, lineare, diciamo pure giusto. Il prossimo anno, grazie al Campionato italiano per società - come per altro avviene già da un paio di stagioni - chi si fregia del titolo di campione d’Italia parteciperà di diritto al Giro d’Italia. A tale proposito è stato redatto un regolamento da Rcs Sport e recepito dalla Federazione. Ai fini della classifica valgono tutte le gare del calendario italiano ad eccezione di quelle World Tour e di quelle organizzate da RCS Sport che sono vincolate dall’invito delle squadre. Il nuovo regolamento prevede inoltre che l’assegnazione dei punti per la classifica della Coppa Italia tenga conto sia della vittoria nella classifica a squadre che della vittoria individuale, dando così maggiore peso anche al vincitore della gara. Alla classifica di Coppa Italia possono partecipare anche le squadre di “matrice italiana” ma non di affiliazione che però, in caso di vittoria, per potere godere della wild card l’anno prossimo dovranno essere obbligatoriamente affiliate alla FCI. Affiliazione in Italia, passaporto biologico: tutti requisiti sacrosanti. Meno chiaro è il meccanismo che porta a premiare la prima squadra Professional, solo se è seconda dietro ad una World Tour. Perché se davanti ne avrà due (Lampre e Liquigas), la Rcs potrà disporre liberamente della wild card. Insomma, il terzo posto alle spalle di due formazioni di prima divisione non vale niente. E non convince nemmeno il fatto che Rcs Sport si arroghi il diritto di poter mettere l’ultima parola sul valore di un team Professional campione d’Italia. Loro vogliono avere l’ultima parola, perché se nel frattempo i vincitori del campionato vendono i loro pezzi migliori, gli organizzatori del Giro vogliono avere la possibilità di lasciarli a casa. Insomma, mai una volta che si faccia un regolamento semplice e lineare, nel quale si dica: vince chi arriva primo. Punto.
E chi l’ avrebbe detto, l’ora un po’ tarda di un sabato a pranzo, gita fuori porta - o ancora meglio, al tempo d’ oggi, fuori di autostrada A 16 - che avresti incontrato chi di ciclismo ti avrebbe con...
Memo Garello, che nel 1960 vinse il Giro del Ticino, in Svizzera, dopo una notte passata a dormire in macchina con due compagni di squadra. Matteo Cravero, che nel 1969 fu quarto al Giro di Romagna e per insubordinazione (il...
L'anno scorso l'evento si chiamava "Stelvio X 6 = 8848 metri per la Vita" ed è riuscito a raccogliere circa 20mila euro. Quest'anno si è chiamato "PedalAyuda Hearts in Action - Everesting per la vita 2025" e di euro ne...
Lo sport alessandrino è in lutto per la morte di Roberta Repetto, l’ex ciclista ovadese spentasi all’età di 55 anni dopo aver combattuto a lungo, con grinta e coraggio, contro una grave malattia che ultimamente sembrava ormai debellata. Della...
Quella che in breve è diventato un modello iconico per Prologo cambia pelle e viene prodotta oggi anche in una versione 3D, un passo che porta questa sella ad un livello ancora più alto. La cover multi settore stampata interamente in 3D conferma le...
Il racconto di un territorio ha più voci, diversi punti di vista. La bicicletta ha il ritmo giusto per la Valtellina Media e Bassa, che va a tempo con la natura. Gravellina - Strade Rurali, evento cicloturistico, intende valorizzare e...
Ieri a Calvagese della Riviera, in occasione del tradizionale appuntamento riservato agli juniores, abbiamo avuto occasione di incontrare Carlo Giorgi, presidente del Team Giorgi Brasilia ISI Service. Un saluto, quattro chiacchiere sulla stagione che sta riservando belle soddisfazioni al suo...
Si sono chiusi i Mondiali di paraciclismo a Ronse con il gruppo azzurro che celebra un oro e un bronzo nell’ultima giornata di gare. L’Italia torna a brillare nel tandem maschile: Federico Andreoli e Francesco Di Felice riportano la Nazionale...
L’arrivo in salita quella impegnativa che da S.Ellero porta a Donnini di Reggello, ha esaltato Raffaele Cascione del Team Vangi Il Pirata che si è aggiudicato il Memorial Paolo Batignani e Natalino Crini, tradizionale appuntamento per juniores organizzato dalla società...
Distacchi pesanti e pochi corridori al traguardo nella 65^ Coppa Caduti di Casalguidi che aveva anche un’altra denominazione, “Roubaix Franco Ballerini” a ricordare i due successi di questo grande campione nella classica monumento francese. Ha vinto per distacco con oltre...