Scripta manent

Capri Carpi e l'errore di Jean Paul

di Gian Paolo Porreca

L’amico Gianfranco Cop­pola, giornalista della RAI e grande appassionato doc del ciclismo, l’altra domenica mi aveva fermato per darmi una notizia ancora esclusiva: «Gianpi, il 13 lu­glio, se non ci saranno intoppi, Claudio Chiappucci farà sbarcare la bicicletta a Capri, su un’isola che la bici davvero non l’ha mai conosciuta...». E mi specificava che Chiap­puc­ci, un testimonial vincente dovunque, e in Cam­pania di casa, nell’ambito del convegno “Eccellenze a Capri”, una kermesse fra sport, turismo, moda, spettacolo e solidarietà, avrebbe percorso sulla sua “specialissima” la strada che da Ma­rina Piccola risale fino alla piazzetta rutilante di Ca­pri… «Sai, Gian­pi, per Ca­pri il ciclismo è davvero una novità clamorosa».

M a la mia memoria, su una Capri ignota al ciclismo, non ci stava, perché rammentavo bene di aver letto su un libro sacro, il Fausto Coppi di Jean Paul Ollivier, scritto nel ’79 e pubblicato in Italia nel 1980 (Feltrinelli) che proprio con un Coppi al declino quella Capri ruggente, il nostro mi­tico scoglio di pietra e fascino, aveva conosciuto il ciclismo. E già, a pag. 304 del libro si legge infatti, nell’elenco dei risultati: “1958, 2. Circuito di Capri…”.
E ricordavamo bene come un motore di ricerca esemplare come Wiki­pe­dia ci avesse precisato in me­rito il nome del vincitore, 1. Dino Bruni (Bianchi), da­vanti a Coppi, e altre fonti aggiungevano pure il nome di un altro comprimario, l’argentino pistard Jorge Ba­tiz, che correva nella Bianchi di Coppi, secondo con Cop­pi nell’omnium di quel circuito, il 14 giugno del 1958, la domenica dopo la fine del Giro... “Batiz, secondo in coppia con Coppi, al Cir­cuito di Capri (Campania), 1958”.

Che bella storia ignota, cara alla nostra faziosa fantasia, ci pensate, a questo tuffo del ciclismo a Capri, un grumo di pietre e verde su cui arrampicarsi, ma dove fattibile uno sprint, al porto di Marina Grande, hai visto mai? Ma il circuito IDEALE di Capri, caro ai Jean Paul, quello francese e anche l’omonimo che scrive qui, non c’è mai stato per davvero. Ha abitato, facendolo certo più romantico, il nostro sogno di ciclismo che pervada pure il golfo di Na­poli e non solo le Dolomiti, fino all’altro giorno…

Quando abbiamo chiesto, per esigenze di correttezza storica, ad Ezio Zanenga che di Coppi e dintorni è cultore tenace. Ed Ezio ci avrebbe offerto, an­che sulla scorta della biografia di Dino Bruni a cura da Luciano Boccaccini, la lettura precisa della vicenda, al di là dei “copia e incolla” di testi vari e motori di ricerca da internauti. No, niente Ca­pri, ma Carpi, il 14 giugno del 1958, “invitati da Re­cal­cati in un circuito nella città modenese”, ospitò quel circuito che vide primo Bruni, secondo Coppi e terzo Batiz, tutti “Bianchi” per la precisione.

E così, discesi dalla fantasia, perché questo resta un ricordo di cuore e non una fakenews, non ci resta che aspettare Chiap­puc­ci a Capri, il 13 luglio 2018. Lui vi arriverà in bicicletta, senza errori di stampa, nella versione giusta dei giorni, sessanta anni dopo. E prima di Bruni, Coppi e Ba­tiz. Purtroppo.

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