KIEL REIJNEN. Intervista alla maglia rossa del Tour de Langkawi

PROFESSIONISTI | 12/03/2015 | 13:18
Kiel Reijnen è la maglia rossa di questo Tour de Langkawi 2015 e solo pochi punti lo separano dalla matematica conquista della classifica del gran premio della montagna. Tutto si deciderà sabato, con la tappa regina del giro malese, che si arrampica sulla temibile salita di Genting Highlands. Abbiamo incontrato Kiel questa mattina al foglio firme di Kuala Terengganu.

Chi è Kiel? È nato il 1 giugno del 1986 e veste la casacca della UnitedHelthcare, una squadra americana che l'ha messo sotto contratto dopo averne apprezzato i risultati da dilettante. Il suo palmares è popolato da diverse vittorie in corse minori. Nel 2010 si è imposto nella prima tappa e nella classifica finale del Giro della Thailandia. Nel 2011 ha dominato il Giro del Rwanda con prologo, prima, seconda, quarta tappa e classifica finale. Nel 2013 si è preso il Philly Cycling Classic e il Bucks Country Classic oltre che la quarta tappa del Tour of the Gila. L'anno scorso ha confermato la vittoria al Philly Cycling Classic, ha vinto l'Air Force Cycling Classic, la prima tappa oltre alla classifica per sprinter dell'USA Pro Cycling Challenge e una tappa al Tour del Colorado. Ma chi c’è sotto il casco e dietro gli occhiali? Abbiamo chiacchierato per qualche minuto prima dell’inizio della quinta tappa del LTdL 2015.

Quando hai iniziato a correre in bicicletta?

«A 17-18 anni».

Quindi piuttosto tardi.

«Sì, un po’, soprattutto se prendiamo come confronto l’Italia».

Però hai praticato altri sport quando eri ragazzino?

«Sì, ho giocato a calcio e poi ho fatto canottaggio, ma non sono cresciuto troppo muscolarmente (ride NDR) e così mi sono dedicato al ciclismo. Però sin da quando ero piccolo mi sono sempre mosso in bici nell’isola dove sono cresciuto, Bainbridge Island, che si trova nella zona nordoccidentale dello stato di Washington, negli USA».

È un’isola molto piccola, vero?

«Sì, è piccolissima, circa 4 chilometri di perimetro, ma le sue strade sono davvero molto ripide, come quelle della Liegi!».

E quando hai iniziato a correre in modo “serio”?

«Mi piaceva molto pedalare, così mi sono unito a una squadra locale con diversi miei amici e ho provato a fare una gara. Mi sono accorto che mi sono divertito un sacco e così ho iniziato la mia carriera. Sentivo di riuscire a migliorarmi settimana dopo settimana. Mi sono poi trasferito all’Università del Colorado e ho corso nella squadra del college. Vivo ancora lì, anche ora che sono passato professionista».

In cosa ti sei laureato?

«In ingegneria meccanica».

Complimenti, quali sono le tue passioni al di fuori del ciclismo?

«Amo molto progettare e costruire mobili per la casa e poi sono un grande appassionato di escursionismo e scalate in montagna, l’avventura mi ha sempre attratto molto così come la vita outdoor e il camping».

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

«Mi trovo molto bene nella mia squadra, ma allo stesso tempo avrei voglia di spendere più tempo in Europa. Ho vissuto per sei mesi a Camaiore quando correvo per la Team Type 1-Sanofi Aventis e anche se sono stato benissimo in Italia purtroppo non è stato un bel periodo per quanto riguarda i risultati perché ho avuto diversi problemi fisici. Quando devo correre in Europa sono di stanza a Girona e ora ho diversi amici lì. Mi piacerebbe trasferirmi in Europa e poter competere nelle principali corse del calendario».

Allora sai dire qualcosa in italiano?

«(In italiano, NDR) Sì, sì. Però parlo poco italiano».

Ci salutiamo e Kiel si accomoda in bici. Dopo pochi secondi mi sfila a fianco e mi urla: «E mi piacerebbe vincere la Sanremo!».

Da Kuantan, Diego Barbera.
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