Fanini tuona: ma quando la finiremo?

| 28/02/2007 | 00:00
Da anni porta avanti uan sua personalissima battaglia contro il doping nel ciclismo e i fatti delle ultime ore hanno portato ancora una volta Ivano Fanini ad esternare il suo pensiero. “Quello che è successo a Paride Grillo è un caso che non può e non deve rimanere nell’ombra. Tutti dicono che c’è troppo accanimento verso il ciclismo e che si continua a parlare di doping, si finisce solo per perdere tutti gli sponsor e fare male a questo sport. Purtroppo io credo che non si possa invece farne a meno considerato che sono questi casi che distruggono il ciclismo. Come si può evitare di parlare di doping se poi alcuni atleti continuano a sbagliare? Siamo soltanto ad inizio stagione, se si continua così dove arriveremo quando saremo alla fine? Il rischio è che succeda peggio di quanto accaduto nelle stagioni passate. E’ proprio questo il rischio più grande per il ciclismo. Ed è inutile che adesso ci si arrampichi sugli specchi cercando delle giustificazioni o motivazioni che tutto sono, fuorchè credibili. Lo sanno tutti all’interno di questo movimento che l’ematocrito di un atleta allenato e che corre regolarmente non può superare quasi mai il livello di 47/48 senza l’uso di qualche sostanza proibita (a meno che non sia stato per un po’ di tempo in altura). Quindi trovo ridicolo che si continui ad andare avanti così perché altrimenti si continua a dare la dimostrazione al mondo che nulla è cambiato. Io credo infatti che le istituzioni dovrebbero aumentare le pene agli atleti che superano i limiti, perché 15 giorni di sospensione sono veramente soltanto una presa in giro. Bisogna tutelare la credibilità di questo sport con squalifiche importanti, così da indurre gli atleti a cambiare strada. Adesso mi auguro che un personaggio importante del calibro di Bruno Reverberi - che tra l’altro stimo moltissimo e lo considero tra i più seri e rispettabili nel mondo del ciclismo - tenga fede alle dichiarazioni fatte questa mattina sulla Gazzetta dello Sport e licenzi in tronco Grillo “in caso di accertata assunzione di epo” conclude Fanini.
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