MAESTRI E COMPAGNI

TUTTOBICI | 26/02/2017 | 07:46
Ogni tanto mi chiedono una elencazione/classificazione quanto meno tipologica dei giornalisti sportivi che ho co­nosciuto, e di norma rispondo che ho scritto un libro, “I Cantaglorie”, dedicato al mio modesto ancorché lungo excursus nella stampa sportiva dagli anni cinquanta a ieri l’altro e persino vincitore del premio Coni. Un libro buonista nell’insieme, farcito di ricordi tutto sommato riconoscenti e affettuosi, ragion per cui posso scrivere come Al­fonso Gatto, poeta, da un arrivo del Giro d’Italia: tutti primi al traguardo del mio cuore. Tutti primi, ma alcuni diversamente primi, e qui provo a snidarli nella memoria e un pochino a raccontarli, limitandomi alla tribù ciclistica.

Primo nome che doverosamente mi sovviene è quello di Ruggero Radice che firmava anche RARO (all’anagrafe era RAdice ROger, per via della nascita in Francia). Era amico di  mio padre, che mi portò sulla strada del primo Giro d’Italia del do­poguerra - anno 1946, prima tappa Milano-Torino, successo solitario, emblematico e da tutti voluto di Giordano Cottur che era della Trie­ste anelata di nuovo tutta italiana - per vedere passare il giornalista più ancora che i ciclisti, e gri­dò “ciao Raro!” al transito della vettura allestita dalla Gazzetta del Popolo e da Tuttosport, e Raro rispose con un “ciao Ezio!” persino più tonante, e io bambino fui molto contento del mio ruolo, su­bito decisamente storico, di testimone. Raro era un reporter più che uno scrittore, e riportava notizie a go-go, legate dal filo della cronaca di giornata, senza manco scrivere, direttamente improvvisando al telefono. La redazione metteva tutto in ordine e uscivano a sua firma pagine e pagine: a quel lavoro contribuii appunto a Tutto­sport. Adorava il ciclismo, era ami­co di tuttti, tutti gli volevano bene. Spartii in auto con lui il grande Tour de France del 1960, quello di Nencini in giallo a Parigi e anche di Battistini e Defilippis e Pam­bian­co, andai alla festa dei suoi novant’anni (morì quattro anni dopo) dove conobbi Marina Cop­pi e ritrovai Mike Bongiorno che aveva fatto il cronista galoppino per Tuttosport e La Stampa. Raro era dei ciclisti cantore e complice, amicone e di Bartali e di Coppi, non scriveva in italiano perfetto ma al lettore non faceva mancare mai nulla, anzi. Bellissimo, sosia in meglio del celebre attore Clark Ga­ble, incantava le addette ai te­lefoni, nostre signore e padrone in sala stampa, conosceva e precettava i migliori ristoranti, specie in terra di Francia, e al Tour non mi lasciava parlare in francese, pur sa­pendo che sapevo bene questa lingua, perché decideva tutto lui e sempre mi faceva un pochino da papà.

Bruno Raschi per me fu dapprima Fratel Alberti­no delle Scuole Cristiane, mio supplente di lettere, con la to­naca, in prima media al collegio San Giuseppe di Torino. Lo ritrovai approdando ragazzo a Tut­to­sport, mi trattò subito da allievo prediletto, restò in molti sensi vicino a me anche quando andò a Mi­lano per lavorare alla Gazzetta del­lo Sport. Scriveva divinamente an­corché arcaicamente bene di ciclisti e ciclismo, e quasi sempre a ma­no, mi calmava se picchiavo troppo freneticamente sui tasti della Olivetti, era perfetto di aggettivi e sinanco congiuntivi. Certi suoi ar­ticoli erano pura musica. Snob­ba­va tanto calcio e faceva pure bene. Mia mamma lo adorava e tentò, invano, di trovargli una moglie. Un giorno mi telefonò e mi disse che aveva dentro un male, mi fece capire che se stava andando, volevo piangere al telefono ma mi trattenni, mi avrebbe detto che ero un stupido emotivo, che si doveva essere fermi e lucidi sempre.

Mario Fossati per me in­globava spesso Gianni Brera di cui era amico, collega, compagno, confidente, aiu­tante e suggeritore. Mario che scriveva da grande giornalista an­che di ippica e di alpinismo, ma che era soprattutto ciclofilo, il me­glio di tutti. Mario che un giorno sulle strade della Parigi-Roubaix - guidavo io - non mi uccise anche se sbagliai strada più volte e gli fe­ci smarrire la corsa. Mario che al Tour mi segnalava per tempo l’arrivo messianico di Brera e mi  te­ne­va il posto accanto al vate padano per la prima sua cena francese. Mario che ai Giochi di Tokyo 1964 mi mandò al diavolo quando al telefono simulai di essere giapponese e raccattando qualcosina di quella lingua mescolata all’inglese gli dissi che lui e i suoi due compagni di alloggetto, nientepodimeno che Giorgio Bocca e Gianni Brera, erano italiani brutti e cattivi perché avevano deriso per iscritto l’im­peratore. Mario che se ne è an­dato alla veteropiemontese, lui stralombardo, cioè cercando di non dare disturbo e riuscendoci.

E poi Giuseppe Ambrosini e Gianni Melidoni e Cesare Facetti e Gino Sala e Can­dido Cannavò e Gianni Mura…, e insomma alla prossima. Sapendo già che ne scorderò di bravi e buo­ni e meritevoli del mio povero souvenir, che dunque commetterò in­giustizie, che non darò a tutti i commemorati il dovuto, che co­munque non mi farò troppi nemici perché, ahimè, molti di cui scrivo e scriverò se ne sono andati, e davvero mi sento sempre più solo e male accompagnato.

Gian Paolo Ormezzano, da tuttoBICI di febbraio
Copyright © TBW
COMMENTI
cari amici
26 febbraio 2017 14:21 canepari
e lettori. Vi rimando al libro "I CANTAGLORIE": storia calda e ribalda della stampa sportiva. Non ci troverete gli allievi (che sono tanti e scalpitanti...) ma i grandi maestri compreso Adriano DeZan soprannominato irriguardosamente ma forse a ragione "arrafat". quanti aneddoti!!!...

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il magnifico scenario offerto da La Spensierata Cantina Vinicola in Franciacorta a Monterotondo di Passirano ha accolto ospiti, autorità, media e amici che hanno presenziato alla conferenza stampa di presentazione ufficiale di La Dario Acquaroli, la gara MTB internazionale che...


Con il Grand Prix Cycliste de Québec 2025 comincia il grande weekend di ciclismo in terra canadese. Corridori e squadre sono arrivati in città martedì sera e in questi giorni, oltre a smaltire il jet lag, ne hanno approfittato per...


Christian Scaroni (XDS Astana), sesto nell’appuntamento toscano, consolida la sua leadership in vetta alla classifica della Coppa Italia delle Regioni: grazie ai 18 punti conquistati sale a quota 118 nella graduatoria individuale, allungando ulteriormente su Giulio Ciccone (Lidl-Trek). Continua la crescita di Davide Piganzoli (Polti...


Era nato nel 1925 e fra tre giorni domenica 14 settembre avrebbe compiuto 100 anni. Alle soglie di un traguardo che è di pochi, Danilo Mugnaini ci ha lasciato. Una vita nel lavoro, il suo mondo sono state le Ferrovie...


Gli uomini di classifica non erano in gran forma ieri, nella tappa con l’arrivo in salita all’Alto de el Morredero. La tappa è stata vinta da un bravissimo Giulio Pellizzari che ha conquistato la sua prima vittoria da professionista,  ...


La Spagna ha preso la sua posizione e sulle pagine dei principali quotidiani nazionali oggi si legge la frase: Una vuelta ciclista con genocidio al fondo. Una frase forte, che riporta alle Olimpiadi del Messico 1968, quando Tommie Smith e...


Riecco Tadej Pogačar. Dopo il suo quarto trionfo al Tour de France, lo sloveno torna alle corse col doppio appuntamento canadese, i Grand Prix Cyclistes de Québec e Montréal 2025. Il campione del mondo è in Canada per la terza...


Oggi niente salite ma un giudice altrettanto importante alla Vuelta España: il cronometro. La tappa numero 18, infatti, è l'unica cronometro  individuale dell'edizione numero 80 della corsa spagnola. per seguire in diretta l'intero racconto della tappa a partire dalle 14.30...


La Federazione Elvetica ha uffializzato i suoi atleti per i campionati del mondo in Ruanda. Kung e Schmid  disputeranno la crono dei professionisti, mentre Reusser punterà alla crono femminile. Hirschi e i fratelli Fabio e Jan Christen guidano la Svizzera...


Verde, elegante, da donna, con il cestino, attaccata a un palo, a Milano. La scritta, bianca, tutta maiuscolo, sul tubo obliquo, mi ha stretto il cuore. Filippo Zanazzi. Se ne andò – oggi - undici anni fa, Filippo. Undici anni...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024