IL PASTO IN RWANDA. LA PRIMA DI RUGG

PROFESSIONISTI | 13/11/2016 | 15:53
Se esiste una corsa perfetta, era questa, di 3300 metri a 1500 metri di altitudine intorno allo stadio da atletica e calcio. Se esiste un giorno perfetto, era questo, oggi, domenica, nubi sparse e 25 gradi umidi ed equatoriali. Se esiste una sensazione perfetta, era questa, di una soddisfazione, di una gioia, di una pienezza che si possono conquistare solo con la vittoria. La prima vittoria della carriera. A quasi 31 anni.

Timothy Rugg è un californiano di Berkeley, ha sempre corso per squadre dilettantistiche (dalla Lupus Facing Team alla Ciao Cycle, dalla Herbalife alla canadese Team LowestRates), ha un calendario di criterium (Giro di San Francisco, proprio così, in italiano), semiclassiche (Philadelphia International Cycling Classic), gare a tappe (Tour of the Gila) e competizioni che suonano avventurose (Rouge Roubaix, Mountain Massacree), e la passione lo porta anche al ciclocross e alle crono.

Scattato con il dorsale 125, Rugg è volato alla media di 49,5 km/h, dando 2”85 all’eritreo Amanuel Ghebreigzabhier, 3”70 al ruandese Joseph Areruya, 4”07 al canadese Guillaume Boivin, 4”38 al vincitore del Tour of Rwanda 2015, il ruandese Jean-Bosco Nsengimana, e 5”32 al vincitore del Tour of Rwanda 2014, il ruandese Valens Ndayisenga. Tappa, maglia (anzi, maglie: quella della Skol viene regalata ai vincitori di tappa) e una felicità incalcolabile.

Da bambino Rugg ha vissuto in Africa, fra Uganda e Kenya: “Vincere qui era un segno del destino, tant’è che ha un fascino particolare. Non so se riuscirò a tenere il primato, ma tutte le salite che ci aspettano potrebbero anche favorirmi”. Per venire qui, la LowestRates ha organizzato una colletta con l’obiettivo di donare biciclette ed equipaggiamento ciclistico, nuovi o poco usati, e consegnarli alla Federazione ciclistica ruandese per favorire lo sviluppo del ciclismo in Ruanda. “Si vede che il ciclismo è uno sport popolarissimo – dicono i responsabili della squadra canadese – ma si vede anche che per un ragazzo ruandese avvicinarsi al ciclismo può essere economicamente quasi impossibile”. Finora sono stati raccolti 2300 dollari, l’obiettivo era 5 mila, magari la vittoria di Rugg aiuterà ad allargare cuore e portafogli.

Domani la prima tappa, da Kigali a Ngoma, 96,4 km, un gpm dopo una trentina di km dalla partenza, il resto nervoso, insidioso, africano.

Marco Pastonesi
   

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