
Tadej POGACAR. 10 e lode. Il domani non muore mai, e anche oggi Tadej fa quello che ha in serbo di fare: vince. Qui, sul Peyresourde, hanno girato alcune scene dell’episodio numero 18 di 007. E qui parte senza bici da crono, ma con quella da strada, per la sua personalissima missione impossibile. Parte senza gli auricolari perché non vuole essere disturbato. Fa quello che sa fare meglio di tutti: pedala. Dategli una bicicletta, se è una Colnago è meglio, e lui vi solleverà non solo il mondo, ma anche il morale. Vittoria numero 4 in questo Tour, la numero 21 alla Grande Boucle (il più giovane in assoluto ad aver raggiunto questa cifra), la numero 15 in stagione in 35 giorni di corsa disputate, la numero 103 in carriera, per 46 maglie gialle vestite fino ad ora. Il domani non muore mai è il titolo di un film di 007, Tadej per il momento è 004, come le vittorie ottenute in questa edizione, ma c’è ancora da girare qualche immagine: 007 è avvertito.
Jonas VINGEGAARD. 9. Perde per 36” da un fenomeno e lo sa anche lui. La soddisfazione del danese partito con bici e scodella da crono (inguardabile) in testa è quella di aver raggiunto e superato niente di meno che Remco Evenepoel. Mazzata più forte al belga non poteva rifilare, e forse non sarà l’ultima. Lui crede in sé stesso, dice. Finito il Tour? «Assolutamente no!». Tadej è avvertito.
Primoz ROGLIC. 8. Lo vorrebbero rottamare, ma forse è il caso che i Red Bull Hansgrohe aspettino a tirare le somme. Il “saltatore” sloveno mette in scena una crono di grandissima qualità. Un terzo posto che ci dice che per il podio c’è anche lui.
Florian LIPOWITZ. 7. Fa un’ottima crono, ma giunge alle spalle del suo capitano, al quale concede 36”. Non sono tantissimi, ma nemmeno pochi. Un quarto posto di sostanza, che dice ai Red Bull che il futuro ce l’hanno in squadra.
Luke PLAPP. 7,5. Fa una crono di assoluto livello, fin quando il livello non si alza. Finisce quarto: mica male.
Matteo JORGENSON. 6,5. Il 26enne americano cerca di tenere su il proprio nome, con una prestazione discreta dopo una giornata difficile.
Oscar ONLEY. 8. Il 22enne della Picnic è ormai una conferma e anche oggi si presenta con i migliori del Tour. Doveva essere un esame importante per lo scozzese, e lo supera di slancio. Al momento è tra i migliori allievi del gruppo.
Adam YATES. 7. Non ha voglia di perdere tempo e nemmeno stare a rosolare al sole: quindi va su di fretta.
Lenny MARTINEZ. 6,5. Fa una crono di livello, alla ricerca del passo giusto.
Remco EVENEPOEL. 4. Se la cronometro dice la verità, al campione del mondo ne dice almeno due. Dopo dieci giorni di Tour spaccagambe il belga non è più il miglior cronoman del pianeta; una corsa come il Tour non è fatto suo. Ha l’ossessione di diventare Merckx, ma il suo illustre e immenso connazionale è di un’altra galassia. C’è solo uno che è proiettato verso nuovi mondi e non è lui. Pensava di aver ridotto il gap da Tadej e Jonas, ma ce ne sono altri due che sono pronti a inserirsi e respingerlo in una zona che non è la sua, quello dei figuranti. Forse dovrebbe pensare solo alle classiche di un giorno, dove è chiaramente uno dei grandi fuoriclasse. Il Tour, fin quando ci sono così tante montagne, non può essere alla sua portata.