Il Piemonte dice: un altro ciclismo è possibile

| 13/01/2007 | 00:00
L’obiettivo del presidente Rocco Marchegiano e dello staff del Comitato regionale piemontese era fornire ai presidenti e ai dirigenti delle squadre giovanili gli strumenti per stare al passo con un ciclismo in continuo mutamento. La risposta degli addetti ai lavori al convegno “I Presidenti di Società e il futuro del Ciclismo in Piemonte” è andata ben oltre le più rosee aspettative. Quasi quattrocento persone hanno affollato la sala conferenze dell’Hotel Atlantic di Borgaro Torinese per un dibattito che ha visto nel ruolo di gran cerimoniere il presidente della Federazione ciclistica italiana Renato Di Rocco. Rocco Marchegiano ha aperto la discussione ricordando i prestigiosi traguardi sportivi raggiunti nell’ultima stagione, ma ha posto l’accento, soprattutto, sugli aspetti che non permettono a questi risultati di tradursi in visibilità per il movimento ciclistico piemontese. "Ma vi siete mai chiesti – ha domandato provocatoriamente Marchegiano – come mai gli atleti non rimangano nelle società in cui sono cresciuti una volta che smettono di correre? Perché in altre realtà gli atleti vogliono inserirsi per restarci?". È questa la politica di rinnovamento che Marchegiano ha adottato nei suoi primi due anni di mandato: "Il fatto che molti presidenti abbiano alle spalle cinquanta anni di attività nel settore dirigenziale deve fare riflettere. Faccio questa osservazione non per emarginare, ma per far capire che per ogni età c’è un ruolo e noi dobbiamo essere umili e saggi per crearci un’alternativa per dare continuità a quanto da voi seminato". Breve, ma denso di significati, è stato anche l’intervento del direttore di Rcs organizzazioni Angelo Zomegnan che ha sottolineato l’importanza di fare sistema "dalla più piccola società giovanile alla più grande struttura organizzativa d’Italia". Quattro i conferenzieri che si sono alternati sul palco dell’Hotel Atlantic. Maurizio Lazzero, responsabile del settore fuoristrada per il Comitato piemontese, ha sottolineato la salute del movimento off road all’ombra delle Alpi citando cifre inconfutabili. Il direttore generale dei quadri tecnici Silvio Martinello ha parlato di pista, la specialità nella quale si guadagnò una medaglia olimpica ai Giochi di Atlanta. Dopo aver compiuto un excursus negli ultimi vent’anni della specialità, l’ex sprinter ha sottolineato il valore propedeutico della pista nella formazione dei giovani corridori e ha chiamato i presidenti a guardare con lungimiranza alle carriere dei propri ragazzi evitando una precoce specializzazione su strada. Fuoristrada e pista, uno dei punti cardine dell’incontro organizzato dal Comitato regionale è stato proprio il desiderio di trasmettere un concetto basilare: il ciclismo non deve essere identificato solamente con l’attività su strada. Un atteggiamento in linea con il desiderio di portare aria nuova in un ambiente per troppo tempo conservatore. Idee nuove sono venute da Omar Beltram. Il mental coach di origine argentina ha coinvolto il pubblico cercando di spiegare come le vere risorse non vadano cercate all’esterno, ma in noi stessi. Il lavoro con e sui giovani ciclisti non può esulare da un cambiamento di prospettiva in coloro che questi giovani sono chiamati a dirigere. A lui è andato l’applauso più lungo del convegno. Diverso nella forma, ma non nella sostanza è stato l’intervento di Roberto Ghiretti, docente della Scuola nazionale dello sport. Esperto di marketing e comunicazione, Ghiretti ha spiegato quanto sia importante per i presidenti di società rapportarsi in maniera adeguata ai mass media e a coloro che lo sport lo fruiscono come spettatori. Alla tavola rotonda sono seguite le premiazioni della stagione 2006. Il torinese Fabio Felline, l’atleta piemontese più rappresentativo dell’ultima stagione, ha ricevuto un premio speciale dal due volte iridato Gianni Bugno. La prima edizione del Premio Enrico Peracino è stato consegnato a Mauro Salizzoni, primario del reparto Trapianti di fegato dell’Ospedale Molinette di Torino ed ex presidente della Procura antidoping della Fci. Un buon auspicio per l’imminente stagione 2007 che il Comitato piemontese ha cominciato da protagonista. Fra i presenti anche Renzo Montabone, assessore allo sport del comune di Torino, Oreste Casati, presidente del Comitato lombardo, Davide D’Alto, Carlo Riva e Daniela Isetti.
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