OLIMPIADI. Italia, l'oro manca dal 2004

PROFESSIONISTI | 01/08/2016 | 14:16
È un oro davvero prestigioso e per sincerarsene basta scorrere l'elenco dei ciclisti al via e che sabato 6 agosto assegnerà la prima medaglia dell'Olimpiade di Rio. Da Vincenzo Nibali ad Alejandro Valverde, da Purito Rodriguez a Romain Bardet, da Richie Porte a Steven Kruijswijk, fino ad Alberto Rui Costa e a Fabio Aru. Con l'incognita Froome che è iscritto ma al momento sembra intenzionato a fare solo la crono.

L'elenco degli iscritti alla prova su strada è davvero notevole e non ha nulla da invidiare alle grandi classiche del ciclismo. La gara che parte e arriva a Copacabana sarà ovviamente quella più attesa ma ai Giochi olimpici il programma prevede altre 18 gare di ciclismo, delle quali nove maschili e altrettante femminili, distribuite su quattro specialità: strada, pista, mountain biking e Bmx.

L'Italia del ciclismo a Rio ci riproverà: nella strada l'appuntamento con l'oro manca da 12 anni, da Atene, dove Paolo Bettini mise la prima pietra di uno storico tris con i due ori mondiali.

La serie d'oro per i colori azzurri si aprì con Attilio Pavesi che, su un tracciato di 100 km, a Los Angeles nel 1932, precedette Guglielmo Segato. L'ultimo oro su strada, quello di Londra 2012, andò ad Alexandre Vinokourov, attuale dg dell'Astana.

Guardando indietro nel tempo, nel 1956, a Melbourne Ercole Baldini vinse l'oro e Livio Trapè quattro anni dopo, a Roma dovette 'accontentarsì dell'argento. Mario Zanin fu primo a Tokyo, nel 1964 e Pierfranco Vianelli a Città del Messico 1968. Giuseppe Martinelli si fermò al secondo posto a Montreal nel 1976, e il compianto Fabio Casartelli a Barcellona, nel 1992, fu oro.

E così Bettini nel 2004 ad Atene. Il ciclismo fa parte del programma dei Giochi olimpici fin dalla prima edizione dell'era moderna, quella disputata ad Atene, nel 1896.

Sempre su strada, oltre alla corsa in linea, è prevista pure una crono individuale introdotta a partire dai Giochi di Atlanta 1996, nella quale l'Italia non ha mai ottenuto medaglie. È stata invece abolita la cronometro a squadre, dove l'Italia vinse due ori (1960 e 1984). Nella gara femminile su strada l'Italia vanta due medaglie: Imelda Chiappa (argento 1996) e Tatiana Guderzo (bronzo 2008). Due ori di Paola Pezzo nella cross-country (1996 e 2000), svariati i trionfi nella pista, tant'è che il medagliere azzurro è a quota 32, solo dietro la Francia a 41. A Rio toccherà a Nibali, Aru, Viviani e compagni il compito di rimpinguarlo.

GLI ISCRITTI
Algeria: Abderrahmane Mansouri, Youcef Reguigui
Argentina: Daniel Diaz, Maximiliano Richeze, Eduardo Sepulveda
Australia: Simon Clarke, Rohan Dennis, Richie Porte
Austria: Stefan Denifl, Georg Preidler
Azerbaijan: Maksym Averin
Belgio: Laurens De Plus, Philippe Gilbert, Serge Pauwels, Greg Van Avermaet, Tim Wellens
Bielorussia: Vasil Kiryienka, Kanstantsin Siutsou
Brasile: Murilo Fischer, Kleber Ramos
Bulgaria: Stefan Hristov
Canada: Antoine Duchesne, Hugo Houle, Michael Woods
Cile: Jose Rodriguez
Colombia: Esteban Chaves, Sergio Henao, Miguel Angel Lopez, Jarlinson Pantano, Rigoberto Uran
Costa Rica: Andrey Amador
Croazia: Kristijan Durasek, Matija Kvasina
Danimarca: Jakob Fuglsang, Christopher Juul Jensen, Chris Anker Sorensen
Ecuador: Byron Guama
Emirati Arabi Uniti: Yousef Mohamed Mirza
Eritrea: Daniel Teklehaimanot
Estonia: Tanel Kangert, Rein Taaramae
Etiopia: Tsgabo Grmay
Francia: Julian Alaphilippe, Warren Barguil, Romain Bardet, Alexis Vuillermoz
Germania: Emanuel Buchmann, Simon Geschke, Maximilian Levy, Tony Martin
Giappone: Yukiya Arashiro, Kohei Uchima
Gran Breatagna: Steve Cummings, Chris Froome, Ian Stannard, Geraint Thomas, Adam Yates
Grecia: Ioannis Tamouridis
Guatemala: Manuel Rodas
Hong Kong: King Lok Cheung
Iran: Ghader Mizbani, Arvin Moazemi, Mirsamad Pourseyedi
Irlanda: Daniel Martin, Nicolas Roche
Italia: Fabio Aru, Damiano Caruso, Alessandro De Marchi, Vincenzo Nibali, Diego Rosa
Kazakhstan: Bakhtiyar Kozhatayev, Andrey Zeits
Korea: Ok Cheol Kim, Joon Yong Seo
Lettonia: Aleksejs Saramotins, Toms Skujins
Lituania: Ignatas Konovalovas, Ramunas Navardauskas
Lussemburgo: Frank Schleck
Marocco: Anass Ait El Abdia, Soufiane Haddi, Mouhssine Lahsaini
Messico: Luis Lemus
Namibia: Dan Craven
Norvegia: Edvald Boasson Hagen, Sven Erik Bystrom, Vegard Stake Laengen, Lars Petter Nordhaug
Nuova Zelanda: George Bennett
Olanda: Tom Dumoulin, Steven Kruijswijk, Wout Poels, Bauke Mollema
Polonia: Maciej Bodnar, Michal Golas, Michal Kwiatkowski, Rafal Majka
Portogallo: Andre Cardoso, Rui Costa, Jose Mendes, Nelson Oliveria
Porto Rico: Brian Babilonia
Repubblica Ceca: Jan Barta, Leopold Konig, Zdenek Stybar, Petr Vakoc
Repubblica Dominicana: Diego Milan
Romania: Serghei Tvetcov
Russia: Sergei Chernetckii, Pavel Kochetkov
Rwanda: Adrien Niyonshuti
Serbia: Ivan Stevic
Slovacchia: Patrik Tybor
Slovenia: Matej Mohoric, Jan Polanc, Primoz Roglic, Simon Spilak
Spagna: Jonathan Castroviejo, Imanol Erviti, Jon Izagirre, Joaquim Rodriguez, Alejandro Valverde
Stati Uniti: Brent Bookwalter, Taylor Phinney
Sudafrica: Daryl Impey, Louis Meintjes
Svizzera: Michael Albasini, Fabian Cancellara, Steve Morabito, Sebastian Reichenbach
Tunisia: Ali Nouisri
Turchia: Onur Balkan, Ahmet Orken
Ucraina: Andrei Grivko, Denys Kostyuk, Mark Padun
Venezuela: Yonathan Monsalve, Miguel Ubeto
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COMMENTI
Non é scontato
2 agosto 2016 02:32 lupin3
Che lá corsa si decida sulle salite finali. COn squadre ridotte, pavê e strappi nei primi due terzi di corsa, e gente come Van avermaet, Cancellara, Martin, Thomas e Cummings... Gli scalatori potrebbero avere amare sorprese

lupin3
2 agosto 2016 14:44 foxmulder
Hai detto tutti bei nomi. Che ci potrebbero benissimo stare, specialmente Cummings e Van Avermaet per quello che hanno fatto vedere al Tour. Thomas lo vedo un po' legato dalla strategia di Froome, mentre per Cancellara secondo me c'è troppa salita. Martin non saprei. Per scollinare l'ultima salita dovrebbe rimanere da solo molto molto presto...

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