TUTTOBICI | 09/07/2016 | 11:47 M’interessa poco sapere come finirà la vicenda di Schwazer, mi preme capire cosa ha spinto Donati ad incominciare. Non m’importa sapere chi abbia fregato il marciatore marcio, se c’è per davvero un complotto o se il bisteccone era contaminato, perché di questo se ne occuperanno le autorità competenti. Per me al momento, stando così le cose, la vicenda del marciatore marcio è solo un Grande Boh. Un mistero.
Il Grande Boh avvolge la triste vicenda di Alex Schwazer. Triste per quello che rappresenta e per come è rappresentata. Nulla di nuovo sotto il sole, sia ben chiaro, il copione è lo stesso. Le litanie sono esattamente quelle che ascoltiamo da anni ogni qualvolta un atleta finisce nelle maglie non più larghissime dell’antidoping. Si va dallo stupore alla rabbia. Dall’indignazione alle scuse più bizzarre e creative. Tutti negano, nessuno escluso, fino alla fine e fin che si può. La regola aurea è sempre una e una sola: negare, negare e negare ancora. E già che ci siamo vediamo anche di gettare nel ventilatore una bella quantità di scuse, supposizioni e scenari possibilmente oscuri. Obiettivo? Confondere le acque, rendere la verità meno vera.
Il Grande Boh è l’unica certezza di questa vicenda, anche se non abbiamo l’anello al naso. Ne abbiamo viste e sentite troppe in questi anni. Siamo cresciuti a pane e doping, costretti a documentarci più sulla densità del sangue che sulla lunghezza delle pedivelle. Più sui globuli rossi che sulle fibre bianche. Tanti i dubbi e molti i Boh.
Quello che mi preme di più, però, è comprendere la posizione presa da Sandro Donati. Schwazer, sportivamente parlando, per quanto mi riguarda, è morto da tempo ma qui c’è di mezzo la figura immensa di un uomo che ha fatto cose grandissime per la credibilità dello sport e ha gettato tutto alle ortiche per la propria ambizione, per il proprio ego: il Grande Ego. È ben diverso il “sentimento” verso un uomo che in questi anni ha fatto molto per la lotta al doping. Nessuno o almeno pochissimi hanno avuto il cuore e il coraggio di fare quello che ha fatto questo maestro di sport che negli ultimi trent’anni è diventato molto più semplicemente il Maestro. Sulla questione della carne contaminata ha dichiarato che «è una tesi che mai mi sarebbe passata per la mente». Meno male, almeno questo, visto e considerato che tutte le volte in cui ho parlato con lui e l’ho invitato a spiegarmi le dinamiche di chi si dopa, mi ha sempre invitato a non innamorarmi mai dei corridori, di nessun atleta.
Francamente non so cosa gli possa essere passato per la mente quando ha deciso di affiancare il proprio nome, la propria storia e la propria credibilità a quella di un baro. Sposare la causa imbarazzante di uno che ha mentito fino a quando non ha potuto più farne a meno, fin quando non l’hanno messo spalle al muro, sbugiardandolo in mondovisione. Io, che non posso considerarmi un amico di Donati, ma sicuramente un grande estimatore che ha sempre raccolto i suoi pensieri e ascoltato le sue opinioni con assoluto interesse, non riesco proprio a capacitarmi di questa scelta.
So perfettamente che i suoi sodali vanno in giro dicendo che Schwazer è un campione, al netto del doping. «Questo è un talento purissimo», mi hanno assicurato colleghi che per anni non hanno concesso attenuanti ai corridori ciclisti: mai un dubbio, mai un’esitazione, anche di fronte ai casi più delicati e complessi. Per loro un ciclista, in quanto tale, è un baro. Punto. Di fronte a questo marciatore, che ora vogliono anche far passare per un mostro di simpatia, si stanno facendo in quattro per dimostrare la sua estraneità ai fatti. La sua buonafede. Non parlano di complotto, ma ne seminano il germe. Schwazer è un talento purissimo, che sarebbe diventato campione anche senza ricorrere al doping, questo è il pensiero illuminato degli illuminati. Io che m’ispiro molto più semplicemente all’illuminismo, penso che anche Lance Armstrong, che considero uno dei peggiori ceffi che il ciclismo abbia mai incontrato, sia stato un talento di prima grandezza. Io critico Armstrong per la sua arroganza, per le sue protezioni politiche, ma non dirò mai che lui è il frutto di laboratorio. E allora perché Donati considera oggi il marciatore marcio un esempio di atleta inattaccabile e degno delle sue attenzioni e della sua redenzione? E perché gli altri no? Perché ha sempre predicato disincanto verso certi atleti e ora la sua posizione è cambiata? Perché questa mutazione genetica e di pensiero? È questo quello che mi spiazza e mi getta nello sconforto. Donati avrebbe dovuto e doveva rimanere figura terza, «super partes», un signore. Un Gran Signore garante dello sport pulito. Invece non ha resistito al fascino e al richiamo di andare a ricoprire il ruolo di chi sogna di redimere anche i ceffi più incalliti, come quelle belle donne che hanno il cuore di panna e pensano di poter cambiare anche i Fabrizio Corona. Non m’interessa sapere come andrà a finire la storia marcia di questo marciatore, ma so perfettamente che Donati da questa vicenda ne esce come Icaro: sognava di volare sempre più alto ed è finito troppo vicino al sole. Questa volta, però, a sciogliergli la cera che teneva assieme le sue forti ali è Schwazer: pensava fosse il sole, ma era semplicemente solo. E solo o perlomeno senza Donati, doveva restare. Pier Augusto Stagi, editoriale da tuttoBICI di luglio
Non si può e non si deve dare la colpa a Donati o chi per lui di aver voluto tentare di mostrare al mondo che si può vincere anche senza doping. Quello che lui ha tentato poteva essere il più bel messaggio anti-doping al mondo. Spero per il bene dello sport che lui sia stato tradito dell\'atleta e non dal sistema.
Signor Donati
9 luglio 2016 13:05blardone
Siamo stufi di sentire le sue lamentele quando lei sa tutto e avete fatto di tutto .io squalificherai anche lei perché e patetico sentire queste poesie .avete rovinato il sistema .ora basta dovete solo sparire
Tanto di cappello
9 luglio 2016 13:31Piccio
Grazie sig. Stagi, finalmente un giornalista che esprime chiaro il suo pensiero, senza tentennamenti di fronte a un simile doppia_faccia e sopratutto si chiede, come ho fatto fin dall'inizio di questa sventura, come ha potuto Donati farsi coinvolgere in un simile pasticcio.
Speriamo che presto si dimentichino queste miserie e si scriva solo di sport.
penso che
9 luglio 2016 13:31canepari
ce ne vorrebbero nel nostro sport decine e decine di Donati. L'integrità e autorevoleezza di Sandro mi portano a credere che l'ambiente intorno al marciatore sia molto più marcio del marciatore stesso, il quale non aveva nessun interesse a farsi notare per assunzione di steroidi. Ma comunque sia mi sto allontanado sempre più da questo ambiente (lo sport agonistico) che una volta stimavo e nel quale credevo ciecamente. Adesso credo di più a un venditore di orologi al posteggio di un Autogrill.... il che è tutto dire.
Bla bla bla
9 luglio 2016 15:02SERMONETAN
Solo parole ci vuole la RADIAZIONE A VITA per tutti e basta .
secondo me
9 luglio 2016 18:05effepi
ci sarà chi dirà che sono un talebano ma io sono perfettamente d'accordo con SERMONETAN basta chiacchiere ,radiare
Preferisco Schwazer a Pelle e Zaza
10 luglio 2016 08:57Berto65
Schwazer sarà un dopato ma quei due sono antisportivi. Nello sport ci vuole,prima di tutto,rispetto per gli avversari . In una federazione seria, sarebbero stati estromessi a vita dalla maglia azzurra
Boh?
10 luglio 2016 17:51Crisintour
\"..Io critico Armstrong per la sua arroganza, per le sue protezioni politiche, ma non dirò mai che lui è il frutto di laboratorio...\" Grandissimo Boh!?
Mi scusi Stagi e come lo definirebbe? Credo che abbia letto qualche libro sul texano, no?
E alla luce di questa sua affermazione critichiamo il coraggio di Donati?
Boh?
DIRETTORE QUESTO NON ME L'ASPETTAVO DA LEI
10 luglio 2016 20:33jaguar
Ho grande stima per il Direttore Stagi ma questa volta il suo articolo è rancoroso, lacunoso, giustizialista e arrogante.
Intanto si capisce chiaramente che Il Direttore non sa nulla ma proprio nulla delle ragioni che hanno portato il Prof.Donati ad interessarsi di Schwazer.
Il Direttore non sa proprio che il Prof. Donati è quello che ha fatto battaglie incredibili sul doping (rovinandosi una carriera dirigenziale di altissimo livello) contro il sistema delle protezioni e dell’ipocrisia tanto è vero che a suo tempo fu proprio il Prof. Donati che denunciò alle autorità competenti Schwazer e solo dopo la sua denuncia si scoprì che l’atleta si dopava….quindi si deve solo al Prof. Donati la scoperta di questo caso di doping.
Il Direttore non sa che fu Schwazer a chiedere al Prof. Donati di aiutarlo e che il Prof. Donati tra le tante condizioni la prima cosa che chiese fu la disponibilità dell’atleta unico al mondo ad essere disponibile a qualsiasi controllo 24 ore su 24 pubblicando ogni dato on line a disposizione di tutti?
E la ragione di tanta disponibilità era una sola dimostrare a tutto il mondo che seun atleta è fenomenale con dati super alla mano può vincere senza doparsi.
Il Direttore non sa che la prima analisi fu fatta a Gennaio e risultò negativa .
E solo dopo cinque mesi si ritornò su quel controllo e perché?
Ma guarda caso come stava per scadere la squalifica e con l’accordo della Federazione Italiana e del Coni si parlava della partecipazione di Schwazer alla Coppa del Mondo a Roma iniziò il terremoto.
Il Direttore non sa che prima della partecipazione di Schwazer alla Coppa del Mondo in via riservata fonti dirigenziali internazionali chiesero al Prof.Donati ( dichiarazioni di stampa e dello stesso Prof. Donati durante una intervista del 9 Luglio a RAINEWS24) di non far partecipare Schwazer alla gara ed in subordine a non farlo vincere.
Quando vinse la gara stracciando tutti gli avversari e staccando di oltre quattro minuti la medaglia d’oro di Londra acquisendo il diritto a partecipare ai Giochi di Rio dove avrebbe sicuramente vinto (gli stessi avversari che aveva stracciato a Roma sarebbero stati a Rio)scoppiò il putiferio e il controllo negativo di Gennaio guarda caso risultò all’improvviso positivo a Maggio poi ad una sostanza in quantità infinitesimale e che nulla comunque aveva a che vedere con il doping e con l’aumento di prestazioni di un atleta.
La presenza del Prof. Donati è una garanzia contro il doping e questa storiaccia non fa nascere tanti dubbi atroci?
A Lei Direttore no e perché?
La cosa è chiara : la Federazione Internazionale non voleva Schwazer a Rio perché per il movimento una sua vittoria di atleta dopato era insopportabile .
E qui entriamo nell’ipocrisia più assoluta niente più figli ( vedi Armstrong vincitore di sette Tour mai risultato positivo perché protetto)e neanche figliastri ( prendono solo i pesci piccoli per creare credibilità).
Perché gli organismi Internazionali hanno tanta paura che un titolo lo possa vincere un atleta che ha espiato la pena?
Ma non sarebbe meglio allora cambiare le regole e squalificare a vita ogni reo?
E questa è la conferma dell’ipocrisia e dell’esistenza dei figli e dei figliastri ovvero chi è colpevole e chi è protetto e pur dopatissimo come Armstrong può diventare miliardario e scrivere la storia.
E io mi chiedo come mai un uomo di Sport come Lei ha scritto cotanto articolo senza alcuna precauzione e senza alcun dubbio?
Mahhhh!!!
Tanto le dovevo.
11 luglio 2016 08:55ugo81
il post di jaguar vale molto più di tante chiacchiere inutili, compreso l'articolo di Stagi.
aggiungo il link all'inquietante articolo di Bolzoni.
anche se ormai siamo nel dimenticatoio "Tutte le news".
Sono daccordissimo con te che con poche parole hai sintetizzato e colpito nel segno:IL PROF:SANDRO DONATI (che non è un cretino)NON E'STATO TRADITO DALL'ATLETA(ED INFATTI NON LO HA ABBVANDONATO)MA E' STATO TRADITO DAL SISTEMA!!!!!
Meditate gente senza il sistema che protegge e si arricchisce il doping( ed il malaffare nello sport) non esisterebbe.Basta vedere quello che succedeva nella FIFA e quanti dirigenti sono stati presi con le mani sporche di marmellata.....ed infatti secondo voi il calcio è pulito?
Certo non può non sapere che esiste la mafia nel doping e nell'antidoping, anzi. Sulle motivazioni che hanno portato il prof ad occuparsi del marciatore non si è elencato la più probabile, i soldi.
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