GIRO. NEUTRALIZZAZIONE A 8 KM DAL TRAGUARDO. SEGUI IL LIVE
PROFESSIONISTI | 19/05/2016 | 07:04 Lo spettacolare finale della tappa con arrivo ad Asolo ha premiato il merito di Diego Ulissi e il lavoro della Lampre-Merida. Il livornese, una volta di più, per questo suo eccellente bis, ha mostrato le sue peculiari doti di grande finalizzatore prima raggiungendo e poi anticipando allo sprint Amador e la maglia rosa Jungels che ha controllato l’allungo nel finale del costaricano che lo segue nella generale a 24”. Gli uomini di classifica sono emersi nel vivacissimo finale con azioni dimostrative senza però affondare il colpo per creare differenze o distacchi. Sfortunato Pozzovivo coinvolto nella maxi-caduta nel finale. Addio al Giro per Tom Dumoulin, la prima maglia rosa del 99° Giro d’Italia, che ha salutato la compagnia e ha abbandonato la corsa già all’inizio di tappa.
L’occasione da cogliere per i velocisti, anticipati ieri sul traguardo di Asolo, è questa dodicesima tappa una frazione che, abitualmente, nel gergo ciclistico, si definisce di trasferimento. Sono 182 i chilometri che i corridori devono percorrere senza che il tracciato proponga il ben minimo dislivello e il pretesto di un GPM, nemmeno di tipo olandese. Orizzonte sempre piatto per questa frazione che parte e arriva in provincia di Venezia con un buon tratto in quella di Treviso e una brevissima escursione in Friuli-Venezia Giulia, nella provincia di Pordenone.
Noale è la cittadina che ospita per la prima volta la corsa rosa e propone all’attenzione i suoi riferimenti monumentali di vario tipo e le sue attività. E’ nato qui, nel 1945, quale produttore di biciclette, nel 1945, il marchio Aprilia che si è poi particolarmente sviluppato nel motociclismo.
Si percorre la riviera del Brenta per Santa Maria di Sala che ricorda la figura di Toni Bevilacqua, potente passista, oltre a quelle dei due fratelli Alfredo (scomparso nello scorso aprile all’età di 80 anni) e Arturo Sabbadin, l’oro alle Olimpiadi di Roma nell’inseguimento a squadre Mario Vallotto e Attilio Benfatto, tutti corridori di vaglia. Sempre nella riviera del Brenta si superano Dolo, Mira con molteplici motivi d’interesse vario e quindi si raggiunge Mestre. La popolosa città è nell’ambito comunale di Venezia. Il capoluogo lagunare è un gioiello di pregio mondiale di valore unico. Si entra nella provincia di Treviso, lungo la strada del Terraglio, incontrando Mogliano Veneto, Canale sul Sile e il capoluogo di provincia. Treviso, con i suoi monumenti e le sue attività, è una città di specifica nobiltà ciclistica di vario genere che è sintetizzabile nel nome di Pinarello, nel ricordo di Giovanni e del figlio Andrea e nell’attività portata avanti da Carla e Fausto, gli altri due figli di Giovanni Pinarello. C’è sempre e solo pianura per Oderzo, Motta di Livenza e quindi il ritorno nella provincia di Venezia con il passaggio breve, una piccola “enclave”, in quella di Pordenone, nel Friuli.
Dopo Annone Veneto c’è il passaggio per Portogruaro, importante e caratteristica cittadina storica e quindi l’approdo nel comune al quale appartiene Bibione, San Michele al Tagliamento. Il finale prevede un circuito da percorrere due volte di otto chilometri di sviluppo. E’ un traguardo classico per velocisti, gli unici ostacoli della tappa sono quelli rappresentati dai soliti ostacoli – per una corsa ciclistica – delle canalizzazioni, rotatorie, spartitraffico e simili presenti sulla sede stradale.
Nella nota località termale e balneare caratterizzata da un’estesissima spiaggia, è prevedibile che sia ancora un velocista a prevalere. Così com’è avvenuto nelle precedenti tappe della corsa rosa con i successi di Patrick Sercu nel 1971, Guido Bontempi nella prima semitappa in linea con l’Hoonved-Bottecchia di Dino Zandegù a prevalere nella cronosquadre il medesimo giorno nel 1981, Jan Svorada nel 1994 e il colombiano Victor Hugo Pena nella cronometro individuale del 2000. Un ricordo è per il “Delfino di Bibione”, Franco Pellizotti, che con la sua squadra è rimasto quest’anno al palo della corsa rosa.
Giuseppe Figini
Per seguire la cronaca diretta della tappa CLICCA QUI
chi sarà il prossimo "big" ad abbandonare il giro ? vietato rispondere Greipel o Demare , troppo scontato
Demare un big ???
19 maggio 2016 13:25Pinuccio25
Effettivamente uno che pedala ai 64 km/h sulla Cipressa è un campione, ha ragione !!!
@pinuccio
19 maggio 2016 14:15Monti1970
Lei era sulla Cipressa e lo ha visto attaccato alla ammiraglia?
Garzelli
19 maggio 2016 15:25blardone
VIVIANI OGGI NON PUÒ VINCERE PERCHÉ NON C E\'. .COMPLIMENTI WWW EUROSPORT
Professionisti
19 maggio 2016 15:34blardone
Che vergogna questi ritiri e presunti ritiri per problemi . Sogno Vegni deve mettere delle clausole sui i contratti delle squadre .non possono usare un giro d italia per i comodi propri .Il giro d Italia costa svariati euro e almeno il rispetto per chi paga bisogna averlo . Aspetto risposte .grazie
19 maggio 2016 16:26Tarango
Ecco, hanno stufato. Non era meglio allora chiamare Bouhanni anziché questi che vengono, fanno due tappe in Olanda e poi tornano a casa a preparare il Tour?
Monti,
19 maggio 2016 17:32Pinuccio25
Non ho mai parlato di Demare attaccato ad un auto, che domanda mi pone? Comunque, se può, si legga l\'articolo sulla gazzetta del 21 marzo su questa faccenda. È on-line, legga le dichiarazioni di Tosatto e Capecchi e i dati di ascesa. Ha fatto la Cipressa ad una media incredibile e l\'alternativa all\'aiuto dell\'ammiraglia ( di cui io non ho mai parlato) sarebbe qualcosa di ........
19 maggio 2016 17:45Tarango
Si insomma, un po' come Mattan alla Gand-Wevelgem, quando riprese Flecha con la complicità di una nazione e svariate scie.
@pinuccio
20 maggio 2016 07:28Monti1970
È inutile stare a parlare di articoli della \"rosea\" se nessuno della giuria non ha visto niente, non c\'è niente da fare. Ha vinto e basta
Bravo Monti,
20 maggio 2016 21:45Pinuccio25
Così si che mi piace ! Se la giuria non ha visto nulla ha vinto e basta ! Giusto! Giustissimo! Continuiamo così nella vita e soprattutto nello sport, lo dobbiamo ai nostri figli e al loro futuro però ..... non si sorprenda se un giorno si ritroverà a pensare o a dire (magari proprio a suo figlio) che questo mondo fa schifo, è ingiusto, senza valori e senza meritocrazia perché il suo ragionamento è complice di questo stato di cose.
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