Corridori soddisfatti: sarà un Giro incerto e apertissimo

| 02/12/2006 | 00:00
«Un Giro più umano che vuol dare spettacolo, non andare in cerca di marziani, ma di uomini che voglio ottenere grandi risultati»: così Angelo Zomegnan, direttore del Giro d’Italia, ha commentato la sua ultima creatura, il Giro numero 90. In genere positivi i commenti alla presentazione di un Giro che ha convinto tutti. Ecco in rapida carrellata alcuni pareri eccellenti: Ivan Basso: «È un Giro che mi piace molto, completo, con salite e cronometro, aperto a molte soluzioni. Sono sereno e tranquillo, ho una squadra molto forte, adesso è il momento di tornare a pensare solo alla bicicletta» (e in sala è scattato spontaneo l’applauso...). Anche Cunego è dello stesso parere ed è soddisfatto così come Beppe Saronni, suo team manager alla Lampre. Simoni: «Sarà un Giro molto aperto, ma gli arrivi in salita sono veramente molto duri, specialmente Zoncolan e Tre Cime di Lavaredo. Ci sarà terreno per inventarsi qualcosa di bello». Alessandro Petacchi: «C’è spazio anche per noi velocisti, molte tappe nelle quali una squadra forte può fare la differenza». Francesco Moser: «Cinque arrivi in salita chiamano Cunego e Simoni alla ribalta». Stefano Garzelli: «Concordo anch’io, non è un Giro durissimo, ma molto aperto e quindi molto spettacolare». Paolo Savoldelli: «Dobbiamo studiarlo nei dettagli, ma sembra un bel Giro, che sarà aperto fino alla fine e quindi molto interessante». Felice Gimondi: «Ci sono due crono molto diverse tra loro che porteranno ad una corsa molto interessante». Davide Cassani: «Ci sono tappe come quelle di Spoleto, di Bergamo e di Lienz che offrono a chi ha voglia di attaccare e ha un po’ di fantasia la possibilità di inventarsi qualcosa. E lo Zoncolan è terribile, da questo versante è forse la salita più dura d’Europa». Massimo De Luca: «Ci impegneremo per offrire un grande spettacolo di un Giro che è strettamente legato alla Rai. Gianni Petrucci: «Il ciclismo è vicino alla gente e noi chiediamo al govverno di appoggiarci con interventi strutttuurraali che devono servire a renderlo ancora più facile e popolare».
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